Pensioni anticipate, ipotesi allungamento delle finestre di accesso fino a 6-7 mesi

Il governo pensa a una stretta sulle pensioni anticipate con l'allungamento delle finestre di accesso da 3 a 6-7 mesi: il piano per rendere più sostenibile il sistema pensionistico.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

L’inverno demografico italiano, unito alla necessità di rivedere il sistema pensionistico al momento giudicato insostenibile dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, starebbe spingendo il governo di Giorgia Meloni verso una stretta nei confronti delle pensioni anticipate. Al di là degli slogan da campagna elettorale, infatti, l’esecutivo ha bisogno ora che gli italiani restino per quanto più possibile a lavoro e che, dunque, non diventi responsabilità statale conferire loro una pensione. Per rendere tale scenario reale, al vaglio in queste ore ci sarebbe l’idea di introdurre nella prossima Legge di Bilancio un allungamento delle finestre di accesso alle pensioni anticipate sulla base dei contributi versati, dagli attuali 3 mesi, con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne), a 6-7 mesi.

Le finestre per la pensione anticipata

L’allungamento delle finestre per l’accesso alla pensione anticipata non rappresenterebbe una novità per l’esecutivo di Giorgia Meloni, visto che già quest’anno sono state allungate per Quota 103. Più nel dettaglio si è passati da 3 a 7 mesi per i lavoratori del settore privato e da 6 a 9 mesi per coloro che sono impiegati nel pubblico.

Le discussioni sulla nuova Legge di Bilancio riportano al centro l’argomento anche per il prossimo anno con la possibilità che, come detto, le finestre vengano allungate per le pensioni anticipate ordinarie, indipendentemente dall’età dei lavoratori, dagli attuali 3 mesi a 6-7 mesi. Tradotto vuol dire che chi è prossimo alla pensione potrà accedervi, in via anticipata, dopo 43 anni e 4 mesi di contributi (nel caso dell’allungamento a 6 mesi) o dopo 43 anni e 5 mesi per gli uomini e 42 anni e 4 mesi per le donne se l’allungamento dovesse essere di 7 mesi.

In questo modo si andrebbe a ripristinare l’equilibrio con il canale di Quota 103 che, come noto, prevede che si possa andare prima in pensione se si hanno 62 anni di età e 41 anni di contributi versati, in quanto si renderebbe più difficile raggiungere l’uscita anticipata dal lavoro e, soprattutto, meno conveniente. Per comprendere quest’ultimo passaggio si ricorda che andare in pensione in anticipo prevede l’imposizione del metodo di ricalcolo contributivo che, molto spesso, porta a una riduzione dell’assegno pensionistico.

Il ricalcolo contributivo delle pensioni anticipate ordinarie

La maggioranza di governo avrebbe preso, secondo quanto riportato dall’Ansa, anche la decisione di escludere la scelta impopolare di introdurre anche per le pensioni anticipate con 42 anni e 10 mesi, indipendentemente dall’età, il calcolo con il metodo contributivo da applicare su tutti i contributi versati. Il risparmio, in questo, sarebbe molto sostanzioso per le Casse dello Stato, ma si aprirebbe un problema di forte contrasto con i sindacati, il lavoratori e, soprattutto, gli elettori dei partiti della maggioranza.

Pensioni, le misure in attesa di decisioni

Come noto, il 31 dicembre 2024 scadranno quattro importanti misure per il sistema pensionistico italiano che hanno rappresentato una deroga alla Legge Forneno in questi ultimi anni, ovvero l’Ape sociale, Opzione donna, Quota 103 e l’aumento delle pensioni minime.

È su questi temi che la maggioranza è chiamata a trovare una non facile sintesi, soprattutto considerando quali erano state le promesse fatte ai cittadini. Giorgetti spinge per la stretta sulle pensioni anticipate in precedenza descritta, ma non è certo un’idea che piace a pieno al leader del suo partito Matteo Salvini che, infatti, propende per una maggiore incentivazione della previdenza privata. Un quadro in cui anche Forza Italia vuole dire la sua tornando sul sempre caro tema dell’aumento delle pensioni minime. Un lavoro non facile per Meloni.