Pensione con Quota 41 senza limiti: quali lavoratori potrebbero usufruirne

La Lega punta su una riforma previdenziale che prevede l’uscita con 41 anni di contributi e senza limiti: i paletti previsti però sono importanti. Ecco chi potrebbe goderne

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Siamo in tempi di manovra finanziaria e uno dei temi che maggiormente sta a cuore alla Lega di Matteo Salvini è sicuramente la riforma previdenziale: l’ultima ipotesi sul campo sarebbe il passaggio da Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi) a Quota 41 (uscita con 41 anni di contributi e senza limiti d’età). La pensione con Quota 41 è il cavallo di battaglia del Carroccio, che ha fatto della ‘lotta’ alla riforma Fornero uno dei punti centrali del proprio programma e della propria idea di Paese.

L’ultima ipotesi, però, sembra essere particolarmente delicata: l’idea sarebbe quella di permettere l’uscita anticipata con 41 anni di contributi soltanto ai lavoratori che hanno maturato 12 mesi di contribuzione prima dei 19 anni d’età. Semplificando al massimo, sarebbe consentita soltanto a coloro che hanno iniziato a lavorare da minorenni.

La platea della nuova Quota 41 e il nodo delle coperture

I tecnici hanno spiegato che i lavoratori potenzialmente interessati da questa riforma di Quota 41 non sarebbero così pochi come si può immaginare. È chiaro comunque che si tratta soltanto di un’ipotesi perché occorre capire quale sarebbe la riduzione della platea rispetto a una Quota 41 senza alcun requisito.

La questione, però, si situa altrove. La platea potenziale di un’uscita con 41 anni di contributi e senza limite anagrafico non sarebbe così elevata come si ritiene. Il motivo è semplice: l’eventuale Quota 41 senza requisiti erediterebbe dalla Quota 103 la medesima stretta sull’assegno, vale a dire il calcolo esclusivamente con il metodo contributivo, una riduzione che si è stimata essere tra il 15% e il 30%.

Non ci sarebbe dunque una corsa al pensionamento, così come non c’è stata nel 2024 con Quota 103: è molto difficile infatti che si raggiunga la quota di 17mila domande, che rappresentavano la stima del Governo per l’intero 2024. La questione delle coperture economiche dunque non sarebbe così rilevante come gli annunci potrebbero far ritenere.

La platea di questa nuova ipotesi di Quota 41 sarebbe ridotta non solo perché non sono molti coloro che hanno iniziato a lavorare in così giovane età, ma anche perché esiste da tempo il canale pensionistico per i lavoratori precoci che prevede proprio l’uscita con 41 anni di contributi. La differenza è che quest’ultima prevede altri requisiti come lo stato di disoccupazione o invalidità, l’aver svolto lavori gravosi o usuranti o attività di caregiver. Non si tratterebbe dunque dello smantellamento della riforma delle pensioni di Elsa Fornero, ma comunque un segnale importante che la Lega intende dare al proprio elettorato.

Novità pensioni: Ape, Opzione donna, misure per i giovani

Il cantiere previdenziale aperto dal governo in vista della prossima manovra di bilancio prevede, ovviamente, anche altre questioni. Forza Italia spinge per l’aumento delle pensioni minime, si tratta di un omaggio alla memoria di Berlusconi ma anche di un modo per dare una risposta al proprio elettorato. Sembra essere quasi certa, poi, la proroga per il 2025 sia dell’Ape sociale che dell’Opzione donna: entrambi gli strumenti, dopo le strette decise proprio nel 2024, hanno perso molto del loro appeal e che quindi non dovrebbero comportare una spesa pubblica eccessiva.

Per quanto concerne il tema del futuro pensionistico per i giovani, Marina Calderone, ministra del Lavoro, ha dichiarato di essere favorevole a un nuovo semestre di silenzio assenso per permettere che il Tfr confluisca nei fondi pensionistici integrativi. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha lanciato poi l’idea di rendere strutturale il passaggio del 25% del Tfr nei fondi integrativi affinché la rendita possa permettere ai giovani di raggiungere e superare la soglia di 3 volte l’assegno sociale (la quota è 1.600 euro), che permette l’uscita anticipata a 64 anni.