Passa riforma pensioni di Macron. Esplode la rabbia dei francesi

Alle opposizioni mancano 9 voti per far cadere l'esecutivo: proteste in serata a Parigi, Strasburgo, Lione, Tolosa e Lille

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Sono mancati 9 voti per approvare la mozione di sfiducia nei confronti del governo di Elisabeth Borne presentata dal gruppo Liot all’Assemblea Nazionale. Le opposizioni hanno infatti raccolto 278 voti a favore, contro i 287 che ne servivano per l’approvazione che avrebbe comportato la caduta dell’esecutivo e l’invalidità della riforma delle pensioni. Si tratta comunque di un risultato negativo per l’esecutivo e il presidente Emmanuel Macron. Una buona parte dei deputati gollisti, i Republicains, ha votato a favore andando contro le indicazioni del presidente del partito, Eric Ciotti.

Il dibattito

Elisabeth Borne “se ne deve andare” oppure “il presidente deve rimuoverla dall’incarico”, ha dichiarato subito dopo il voto Marine Le Pen, capogruppo Rn (estrema destra) all’Assemblea nazionale francese.

Durante il dibattito la presidente dei deputati della France Insoumise (sinistra), Mathilde Panot, aveva detto: “Come l’imperatore romano Caligola il presidente Macron non ha il senso della misura, chiede una forzatura e si barrica nel suo palazzo. Ma anche Caligola è stato sconfitto”. E rivolgendosi alla premier Elisabeth Borne, ha aggiunto: “Due francesi su tre vogliono la caduta del suo governo e la bocciatura della riforma. Se il suo governo cadesse stasera, i francesi sarebbero sollevati. Avete quindi già perso, il suo governo è già morto”. La premier Bourne ha risposto: “sulle pensioni Macron è stato trasparente”.

Le proteste vanno avanti

Intanto altre 171 persone sono state fermate in serata a Parigi a margine delle tensioni scoppiate in strada dopo che il governo è sopravvissuto anche ai voti di sfiducia. Una manifestazione si è tenuta a Place Vauban, nei pressi dall’Assemblea Nazionale. “Macron dimettiti”, è la richiesta dei manifestanti. Incendi di rifiuti e scontri con la polizia sono stati registrati anche nel distretto della stazione di Saint-Lazare, intorno a Place de l’Opera. Poco dopo le 21 un corteo di un centinaio di persone, per lo più giovani, ha percorso rue Reaumur e rue Montmartre, rovesciando i bidoni della spazzatura dei commercianti, sempre seguiti da agenti di polizia in motocicletta. Un centinaio di persone, secondo un giornalista dell’Afp, si è radunato anche allo Chatelet, non lontano dall’Hotel de Ville. Manifestazioni spontanee si segnalano a Strasburgo, Lione, Tolosa e Lille, dove si è registrato il lancio di  lacrimogeni da parte della polizia per disperdere la folla.

Il piano politico

Ora si attende che il presidente Macron, finora riservato sul percorso tutto in salita della sua riforma, prenda la parola per ritrovare sintonia con i francesi. Gli analisti osservano un “Paese spaccato”, con un presidente che vorrebbe “passare ad altro” dopo la riforma delle pensioni ma che appare più che mai isolato politicamente e ai minimi della popolarità nel (al 28%, come ai tempi dei “gilet gialli”).