Fondi pensione, aumentano iscritti e rendimenti: fino al 10% nel 2023

2023, l'anno d'oro dei fondi pensione: rendimenti fino al 10% e nuove iscrizioni ai massimi storici

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip) ha presentato la sua “Relazione Annuale” presso la Camera dei deputati, illustrando lo stato dei settori vigilati e le prospettive evolutive. Il rapporto evidenzia un aumento significativo degli iscritti alla previdenza complementare e dei rendimenti ottenuti dai fondi pensione nel 2023.

Crescono gli iscritti: bene i giovani, peggio le donne

A fine 2023, il numero totale degli iscritti alla previdenza complementare ha raggiunto i 9,6 milioni, segnando un incremento del +3,7% rispetto all’anno precedente. Questo dato rappresenta il 36,9% delle forze di lavoro in Italia. I fondi negoziali hanno visto un aumento degli iscritti del +5,4%, raggiungendo i 3,9 milioni. Un trend positivo si osserva anche nei fondi aperti (+5,9%) e nei Piani Individuali Pensionistici (PIP) (+1,7%).

La partecipazione femminile, sebbene ancora inferiore a quella maschile, ha registrato una crescita nelle forme di mercato, con le donne che costituiscono il 42,6% degli iscritti ai fondi aperti e il 46,6% ai PIP. Un dato interessante è l’aumento dell’iscrizione dei giovani (fino a 34 anni), che passa dal 17,6% del 2019 al 19,3% del 2023, spesso grazie all’apertura di posizioni previdenziali da parte delle famiglie per i propri figli.

Aumento del rendimento, fino al 10,2% dei fondi negoziali: i dati

Dopo un 2022 pessimo, i fondi pensione hanno recuperato vigore nel 2023, superando la rivalutazione del Tfr lasciato in azienda. I fondi pensione, dipendendo dall’andamento dei mercati, hanno beneficiato della dinamica positiva di azioni, obbligazioni e titoli di Stato. I comparti azionari hanno ottenuto rendimenti medi del 10,2% nei fondi negoziali, dell’11,3% nei fondi aperti e dell’11,5% nei PIP, anche se inferiori al rendimento dell’indice Msci world, che è cresciuto del 22%.

Anche i comparti obbligazionari hanno mostrato performance positive, con rendimenti del 7,2% nei fondi negoziali e del 4,4% nei fondi aperti per gli obbligazionari misti. Il Tfr, invece, ha visto una rivalutazione di solo l’1,9% nel 2023, un dato significativamente inferiore rispetto all’anno precedente in cui era stato rivalutato di oltre l’8%.

I numeri delle risorse, dei contributi e delle prestazioni

Le risorse complessive accumulate dai fondi pensione a fine 2023 sono pari a 224,4 miliardi di euro, con un incremento del +9,1% rispetto all’anno precedente. I fondi negoziali detengono il 30,2% di queste risorse, seguiti dai PIP (25,3%) e dai fondi aperti (14,5%). I contributi raccolti nel 2023 ammontano a 19,2 miliardi di euro, in crescita del 5,2% rispetto al 2022.

I versamenti annuali sono concentrati principalmente nella fascia tra i 1.000 e i 3.000 euro, ma un’ampia porzione di iscritti (15,8%) effettua versamenti inferiori ai 200 euro. La contribuzione media degli iscritti attivi è di 2.810 euro, con differenze tra lavoratori dipendenti (2.900 euro) e autonomi (2.720 euro).

Prospettive future: cosa si aspetta Covip

L’ultimo capitolo dell’analisi del Covip fa riferimento alle sfide che riserverà il futuro, reso sempre più incerto dalle condizioni geopolitiche globali.

Infatti, nonostante la solidità del sistema, persistono sfide strutturali che richiedono interventi per migliorare l’attrattività e l’efficienza della previdenza complementare. Tra le proposte della Covip vi è la rimodulazione dei benefici fiscali e la trasformazione dei contributi deducibili in una contribuzione iniziale per i nuovi lavoratori. Inoltre, nel rapporto annuale si suggerisce di incentivare l’accumulazione delle risorse attraverso il passaggio a un sistema di tassazione dei rendimenti basato sul risultato realizzato.

La Covip sottolinea infine l’importanza di un’educazione finanziaria e previdenziale per favorire decisioni di risparmio più consapevoli e l’ampliamento delle opzioni di pay-out, includendo prestazioni che distribuiscano le somme accumulate su un periodo pluriennale.