Latte ai massimi storici, aumenta anche il prezzo del Parmigiano Reggiano: i motivi

Il caldo spinge i prezzi del latte ai massimi storici: il Parmigiano Reggiano aumenta del 30%, pesa anche l'effetto dei dazi USA

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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Il Parmigiano Reggiano, simbolo dell’eccellenza alimentare italiana, sta registrando un significativo aumento dei prezzi. Negli ultimi due anni il costo del celebre formaggio a lunga stagionatura è cresciuto del 30%, una dinamica che si riflette direttamente sul portafoglio dei consumatori. Alla base di questo rincaro ci sono una serie di fattori che si intrecciano tra loro: il caldo prolungato che colpisce le mucche, l’aumento del prezzo del latte e i dazi imposti sul mercato statunitense.

Il caldo e lo stress per le mucche: cala la produzione

Secondo quanto dichiarato dal presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari, uno dei motivi principali dell’impennata dei costi è legato al cambiamento climatico. L’aumento delle temperature estive, un tempo limitato a tre o quattro settimane, oggi si protrae per almeno tre mesi. Questo provoca un forte stress negli animali, con una riduzione media del 10% nella produzione di latte. Non si tratta più di episodi isolati nel Sud Europa: anche allevamenti in Francia e Germania stanno affrontando le stesse difficoltà, rendendo la questione un problema su scala continentale.

La conseguenza diretta è una minore disponibilità di materia prima. Per cercare di contenere l’impatto, molti allevatori sono costretti a investire in tecnologie avanzate, come ventilatori, docce per rinfrescare gli animali e robot di mungitura in grado di monitorare lo stato di salute del bestiame. Inoltre vviare nuovi allevamenti richiede risorse economiche significative e personale specializzato, difficile da reperire.

Prezzo del latte alle stelle e rincaro del Parmigiano

L’effetto più immediato del calo della produzione è stato l’aumento del prezzo del latte. I contratti del 2024 fissavano il prezzo a circa 54 euro al quintale. Oggi il valore medio è salito a 61 euro, con picchi di 70 euro per il latte spot. Si tratta di livelli mai raggiunti prima in Italia e nel mondo. La stabilizzazione della domanda, dopo anni di calo legato a nuovi stili alimentari, ha ulteriormente contribuito alla pressione sui prezzi.

Il Parmigiano Reggiano, come altri formaggi duri Dop, richiede grandi quantità di latte per essere prodotto. Questo rende inevitabile il trasferimento dei costi al prodotto finito. Come sottolinea Calzolari, “È purtroppo inevitabile” che i prezzi continuino a crescere. Oltre alla domanda interna, anche l’export incide: mercati come quello americano restano attratti dalla qualità del Parmigiano, e la richiesta di formaggi stagionati resta alta.

Dazi USA e nuove strategie di esportazione

Un altro elemento che sta influenzando i prezzi è la politica commerciale internazionale, in particolare i dazi imposti dagli Stati Uniti sui prodotti caseari italiani. Il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, ad esempio, sono soggetti a un dazio del 20%, mentre il Pecorino romano e toscano da supermercato al 9%. Il Pecorino romano destinato alla ristorazione, invece, è esente, perché molto utilizzato in cucina, soprattutto sulla pizza.

A questa tassazione già esistente, potrebbe aggiungersi un ulteriore 10% di dazio, di cui si è discusso recentemente nell’ambito delle politiche dell’ex presidente Donald Trump. Un rincaro che, unito alla svalutazione del dollaro, rischia di mettere in seria difficoltà le esportazioni verso il mercato statunitense, dove Granarolo sta comunque investendo, ampliando uno stabilimento in Connecticut per la produzione di mozzarella.

Per contenere l’impatto dei dazi e diversificare i mercati di riferimento, si guarda ora con interesse a nuove aree. Paesi come Messico, Vietnam, Thailandia e quelli del Mercosur potrebbero rappresentare alternative valide. Anche la Cina sta emergendo come acquirente, soprattutto di prodotti come il mascarpone, legati alla diffusione internazionale di dolci come il tiramisù.