Case green, qual è la situazione del patrimonio edilizio italiano

Scopri quanti sono in Italia gli edifici interessati dalla Direttiva europea Epbd, quali sono gli obiettivi da raggiungere e chi è escluso dalla normativa

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Barbara Pede

Data journalist

Data journalist, giornalista professionista, copywriter e ghost writer, ha maturato la sua esperienza inizialmente in ambito televisivo per specializzarsi successivamente nel linguaggio web.

Pubblicato: 9 Aprile 2024 11:15

Gli italiani che possiedono una casa con la classe energetica più bassa si preparino: nei prossimi anni dovranno riqualificali così come prevede la Direttiva europea “case green” (Epbd). Tale direttiva, inserita nelle misure Fit for 55, è stata approvata in via definitiva il 12 marzo 2024 dal Parlamento europeo ed è in attesa dell’approvazione formale del Consiglio e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La prima versione della Direttiva, quella più “ortodossa”, prevedeva che gli edifici residenziali raggiungessero la classe energetica E entro il 2030 e passassero poi alla classe D entro il 2033. Nel successivo testo approvato, invece, le classi energetiche hanno lasciato il posto a macro-obiettivi di sostenibilità, ma ciononostante per efficientare un immobile si dovranno sborsare cifra a quattro zeri senza, per di più, poter usufruire degli aiuti statali come il Supebonus 110%, lo sconto in fattura e la cessione del credito.

Quanti sono gli edifici coinvolti dalla Direttiva case green

In tutta Europa, gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico totale e del 36% delle emissioni di gas serra. Per questo la Direttiva Epbd impone agli Stati membri di riqualificare energeticamente almeno il 43% degli immobili a partire da quelli a più alto consumo. Se volessimo applicare questi numeri all’Italia, gli interventi riguarderebbero 5 milioni e 375 mila edifici su un totale di 12,5 milioni.
In realtà le cose stanno diversamente, come ci spiega la tabella qui sotto. Secondo i dati Istat ben 4.465.000 edifici sono in classe G, la più bassa, e altri 3.158.000 in classe F, quindi gli edifici sui quali occorrerà intervenire sono ben più del 43% che dice la Ue: sono, infatti, 7 milioni 623 mila, cioè il 61% del totale. Nella seguente tabella sono riportati i dati relativi al numero di edifici e alloggi rispetto alle classi energetiche (espressi valore assoluto e percentuale):

Classe Edifici Valore %
A 678.000 5%
B 288.000 2%
C 523.000 4%
D 1.269.000 10%
E 2.119.000 17%
F 3.158.000 25%
G 4.465.000 36%
Totale

12.500.000

Non tutti gli immobili, però, saranno coinvolti dalla Direttiva EPBD perché sono state previste delle esclusioni per:

  • gli edifici sottoposti a vincoli storici o paesaggistici
  • gli edifici temporanei
  • gli edifici agricoli
  • i luoghi di culto
  • le unità abitative di superficie inferiore ai 50 metri quadri
  • le case vacanza e le seconde case abitate per meno di quattro mesi all’anno
  • gli alloggi ERP se gli interventi generassero una riduzione dei consumi non proporzionata all’aumento degli affitti

Ad ogni modo, ogni Paese potrà decidere in autonomia su quali immobili agire in via prioritaria.

Quali sono i pilastri della Direttiva case green

La Direttiva EPBD ha l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma sono i Paesi membri a dover decidere come arrivarci e lo devono scrivere in uno specifico piano nazionale. Il testo approvato dal Parlamento europeo, infatti, indica solo una serie di macro-obiettivi legati alla riduzione del 55% dei consumi energetici agendo, entro il 2030 sul 15% degli immobili non residenziali ed entro il 2033 sul 26% degli edifici con le prestazioni più basse. Inoltre, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, tutti gli edifici residenziali privati di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030, mentre quelli pubblici dal 2028.

I vecchi edifici residenziali dovranno essere riqualificati in modo da ridurre l’energia primaria media utilizzata di almeno:

  • il 16% entro il 2030
  • il 20-22% entro il 2035

Per quelli non residenziali, le percentuali di abbattimento sono del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.