Crolla l’inflazione, ma ora il pericolo è la stagflazione

Gli ultimi dati mostrano che l'inflazione scende, ma per gli esperti questo calo è solo illusorio e potrebbe peggiorare nei prossimi mesi

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’inflazione tendenziale di ottobre ha subito una drastica diminuzione all’1,8%, rispetto all’ottobre 2022, con un brusco calo dal +5,3% del mese precedente. Questo improvviso cambiamento potrebbe farci pensare che stiamo avvicinandoci al nostro obiettivo del 2%. Tuttavia, purtroppo, gli economisti spiegano che i dati di ottobre rappresentano un’illusione statistica.

Perchè l’abbassamento dell’inflazione è illusorio

La ragione di ciò è che la diminuzione dei prezzi sembra più marcata di quanto sia effettivamente, poiché il confronto si basa sui dati di ottobre dell’anno scorso, un periodo in cui l’inflazione aveva subito un notevole aumento, arrivando a sfiorare il 12%, principalmente a causa dell’incremento dei costi dell’energia. Questa anomalia nei dati di ottobre è confermata dal fatto che, su base mensile, l’inflazione è scesa dello 0,1%, un valore che non può giustificare il brusco calo dell’inflazione tendenziale, passando dal +5,3% di settembre all’1,8% di ottobre.

Il repentino calo dell’inflazione tendenziale di ottobre è principalmente attribuibile al rallentamento nei prezzi dei beni energetici su base tendenziale. Lo scorso ottobre, i prezzi dell’energia avevano subito un incremento di oltre il 70% rispetto all’anno precedente. Poiché si era raggiunto un livello record a quel tempo, i prezzi dell’energia attuali appaiono notevolmente più bassi in confronto all’anno precedente, il che ha un impatto significativo sul tasso di inflazione.

Il rischio stagflazione

Tommaso Monacelli, ordinario di Macroeconomia ed Economia monetaria all’Università Bocconi, intervistato dal Corriere spiega perchè il calo dell’inflazione è solo illusorio e che nei prossimi mesi potremmo andare incontro ad uno scenario di stagflazione: “Probabilmente ci sarà un nuovo rialzo dell’inflazione perché non ci saranno quei fattori che distorcono il dato di ottobre. Inoltre con l’aggravarsi del conflitto in Medio Oriente, il prezzo del petrolio sta tornando a correre. Se dovessimo andare incontro a uno shock petrolifero, l’inflazione potrebbe tornare a correre e tenuto conto del dato negativo del Pil dell’Eurozona, per i prossimi sei mesi potremmo andare incontro a uno scenario di stagflazione

Rallenta la crescita del PIL

L’inflazione sta ancora esercitando una forte pressione sui consumi. Le statistiche più recenti pubblicate da Eurostat indicano una contrazione dello 0,2% nel consumo reale pro capite delle famiglie nell’area euro nel secondo trimestre, a cui si è aggiunto un calo dello 0,5% nel primo trimestre dell’anno. Per quanto riguarda l’Italia, ad agosto le vendite al dettaglio sono diminuite sia in valore (-0,4%) che in volume (-0,5%) rispetto al mese precedente.

Nel trimestre che va da giugno ad agosto, le vendite al dettaglio sono diminuite in volume dell’1,0%. Secondo Coldiretti, nei primi otto mesi del 2023, rispetto all’anno precedente, l’aumento dei prezzi ha comportato una riduzione del 4,5% nelle quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani. Questi dati indicano chiaramente il pesante impatto dell’inflazione sui consumi delle famiglie e sottolineano la necessità di affrontare questa sfida economica.

La crescita del PIL nel 2023 sembra destinata a rallentare notevolmente, fermandosi al +0,7%, il che rappresenta un marcato arretramento rispetto alle previsioni fatte all’inizio dell’anno. Secondo l’Istat, l’economia italiana è rimasta stabile nel terzo trimestre del 2023, dopo aver registrato un calo nel secondo trimestre dell’anno. Inoltre, la dinamica tendenziale ha mostrato una stabilità, interrompendo una crescita che era durata per dieci trimestri consecutivi.

Questo risultato trimestrale è attribuibile a un calo del valore aggiunto nel settore agricolo, una crescita nell’industria e una sostanziale stabilità nel settore dei servizi. Per quanto riguarda la domanda, si osserva un contributo negativo dalla domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo dalla domanda estera netta. Questi dati indicano una situazione economica complessa e un rallentamento significativo della crescita nell’anno in corso.