La BCE alza i tassi al 4%. Impatto pesante su mutui e prestiti

La Banca Centrale Europea ha alzato il costo del denaro fino al 4% ed annunciato un altro aumento per luglio con pesanti ripercussioni su famiglie ed imprese

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Redazione

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La BCE ha aumentato i tassi d’interesse al 4%, ed ha annunciato un nuovo aumento per il mese di luglio, allarmando i consumatori, che parlano di una “mazzata” per le famiglie italiane che hanno contratto un mutuo. A quanto equivale un nuovo aumento di 25 punti dei tassi d’interesse? Per il Codacons sono altri 20 euro al mese che vanno ad aggiungersi ai precedenti aumenti della rata, portando la differenza sul 2021 fino a 320 euro e divenendo insostenibili per le famiglie, se aggiunti al caro vita ed al caro bollette. Un rincaro che sta già producendo impatti sul mercato immobiliare, dove ora si valuta più attentamente l’opzione acquisto o affitto di casa.

Cosa ha detto la BCE

L’Istituto di Francoforte ieri ha deciso di alzare i tassi d’interesse di un quarto di punto, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4%, quello sui depositi al 3,50%, e quello sui prestiti marginali al 4,25%.

La Presidente Christine Lagarde ha spiegato che “l’inflazione è in calo ma si prevede che rimarrà troppo alta per troppo tempo”. Gli esperti della BCE infatti si attendono che l’inflazione si porti in media al 5,4% nel 2023, al 3% nel 2024 e solo nel 2025 al 2,2%, più vicino al target di stabilità dei prezzi del 2%.

Su queste basi dunque Lagarde ha anticipato che ci sarà un ulteriore rialzo a luglio di altri 25 punti. Nessuna pausa dunque nel ciclo di normalizzazione della politica monetaria.

L’effetto sui tassi Euribor

A questo punto, bisognerà vedere come il mercato risponderà al rialzo dei tassi, ma secondo Codacons vi sarà un completo allineamento ai tassi praticati dalla BCE.

Negli ultimi giorni l’Euribor, indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, era già arrivato al 3,33% sulla scadenza ad 1 mese ed al 3,52% sui 3 mesi. Se l’aumento deciso dalla Bce dovesse essere traslato interamente sul mercato, l’Euribor a 1 mese salirebbe a quota 3,58% e quello a 3 mesi al 3,77%.

L’aumento dei mutui

Questa decisione – avverte Codacons – rappresenta una mazzata media da +20 euro a rata per le famiglie italiane che hanno acceso un mutuo a tasso variabile.

Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, ed una durata di 25 anni, la rata mensile è destinata ad aumentare tra 15 e 25 euro.

Se poi si considerano tutti gli incrementi imposti dalla BCE a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile rispetto al 2021 risulterebbe in aumento tra 240 e 320 euro, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +2.880 e + 3.840 euro all’anno. Una mazzata senza fine.

Frenano le domande di mutuo

L’aumento dei tassi si rivela pesante sia per le famiglie che per e imprese, come rivela la frenata delle domande di mutui e l’aumento d elle insolvenze delle imprese (qui per approfondire il tema dell’impatto sulle imprese). .

“Ciò che rileviamo come CRIF è una continua contrazione della domanda di mutui immobiliari, che a maggio di quest’anno tocca il -24,4%“, afferma Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, aggiungendo “notiamo che l’atteggiamento prudente di chi li sottoscrive si ripercuote anche sull’importo medio che si contrae del –2,4%, per un valore pari a 143.390 euro”.

Le richieste di credito delle aziende invece si sono contratte in misura minore, registrando nel primo trimestre un –6% per le imprese individuali ed un -2,4% per le società di capitali. Ciò accade perché le imprese hanno costi non rinviabili e un bisogno di liquidità permanente, ma c’è comunque una situazione di difficoltà. Il tasso di default delle aziende è tornato a crescere per la prima volta dopo 10 anni, anche se va detto che al momento resta contenuto intorno al 2%.