Il mercato immobiliare è in continua evoluzione e chi ha un immobile a disposizione si chiede se conviene affittare a breve o a lungo termine. È una scelta importante perché la casa può offrire una rendita duratura anche nel tempo.
Se l’affitto viene gestito bene può diventare una forma di reddito stabile e migliorare anche il valore di mercato dell’immobile stesso.
Una gestione poco oculata, invece, può ridurre il rendimento ed in casi estremi anche compromettere il valore del bene.
Indice
A chi conviene affittare a breve termine
Il contratto di affitto breve di un immobile consiste in una locazione che va da qualche giorno a qualche mese. Un esempio sono gli affitti turistici o quelli a uso transitorio.
Il vantaggio maggiore dei primi è sicuramente il rendimento più alto, specie nelle città molto turistiche.
Gli altri, invece, sono pensati per esigenze abitative provvisorie diverse dal turismo. Sono molti richiesti, ad esempio, dagli studenti universitari e dai lavoratoristagionali. Tale tipologia di contratto va da un minimo di 30 giorni a un massimo di 18 mesi.
Con l’affitto breve:
- si ha una maggiore flessibilità e si può riutilizzare l’immobile quando si vuole;
- si ha la possibilità di diversificare l’offerta grazie a piattaforme come Booking o Airbnb.
Ci sono però svantaggi come il maggior impegno nella gestione per le pulizie, la manutenzione continua e l’accoglienza.
In più ci sono un maggiore rischio che la casa resti sfitta per molti mesi e una maggiore pressione normativa. Molti comuni, infatti, hanno introdotto dei regolamenti restrittivi per limitare gli affitti brevi turistici.
A chi conviene affittare a lungo termine
Gli affitti a lungo termine sono quelli di durata superiore all’anno come i 4+4 o i 3+2 a canone concordato.
Tra i vantaggi di questo tipo di locazione c’è sicuramente la certezza di avere una rendita mensile per diversi anni.
Inoltre:
- un impegno minore di gestione rispetto agli affitti brevi;
- la possibilità di accedere a benefici fiscali come la cedolare secca al 21% o ridotta al 10% nel caso di contratti a canone concordato.
Ci sono, però, anche degli svantaggi. Il primo è sicuramente una minore flessibilità in quanto l’immobile resta vincolato per tutta la durata del contratto.
Inoltre c’è il rischio che l’inquilino non paghi e che si debba fare richiesta di sfratto.
Meglio l’affitto breve o lungo?
Scegliere se affittare per un breve o un lungo periodo il proprio immobile dipende innanzitutto dalla posizione nonché dagli obiettivi economici che si hanno.
In ogni caso, quello a breve termine converrebbe maggiormente a chi dispone di una casa in una città turistica, desidera massimizzare i ricavi e ha abbastanza tempo e risorse per gestire i cambi di inqulino.
Quello a lungo termine, invece, potrebbe essere ideale per chi desidera entrate stabili e sicure, non opta per una gestione continua e preferisce un inquadramento fiscale più vantaggioso e semplice.