Non c’è stato il colpo di scena alla finale dell’Eurovision Song Contest 2022. Come da copione, o almeno come previsto dai fan storici della competizione e dai broker, i vincitori dell’Esc sono stati i Kalush Orchestra, la band originaria dell’Ucraina che ha portato sul palco “Stefania”, canzone dedicata alle madri e in cui si parla, non troppo velatamente, della guerra che sta martoriando il Paese dell’Est. E mentre in Italia monta la sterile polemica sulla politicizzazione del concorso canoro, l’Europa festeggia come ogni anno la musica e l’unione dei popoli.
La vittoria “politica” dell’Ucraina all’Esc
Dalla sua nascita, avvenuta nel 1956 sull’onda del Festival di Sanremo, l’Eurovision Song Contest è sempre stato molto più di un concorso artistico, anticipando i tempi dei singoli stati su molti temi di rilevanza culturale e vere e proprie battaglie sociali. Su tutte quelle per i diritti civili e della comunità LGBTQ+, la parità di genere, la disabilità. Ma non sono mai mancate le controversie diplomatiche, nonostante il regolamento vieti esplicitamente “contenuti politici” all’interno delle canzoni.
Così la partecipazione di molti Paesi è stata aspramente criticata e boicottata dal pubblico – è il caso di Israele, per la questione palestinese – o direttamente vietata dagli organizzatori – come per la Russia quest’anno, per via della guerra in Ucraina. Altre volte le decisioni sono state prese a livello nazionale dalle emittenti che appartengono all’Unione europea di radiodiffusione per le tensioni geopolitiche con altri partecipanti.
I palchi dell’Esc hanno fatto nascere spesso polemiche internazionali. Non sono passate inosservate le provocazioni tra Armenia e Azerbaigian sul Nagorno Karabakh (la regione contesa di cui vi abbiamo parlato qua). Né l’assenza della Georgia nel 2009, a pochi mesi dalla fine della guerra tra le autoproclamata repubbliche filorusse dell’Ossezia del Sud e dell’Abcasia, su cui Mosca vanta diritti territoriali, come nel caso della Crimea e delle repubbliche del Donbass in Ucraina.
Quanto hanno vinto i Kalush Orchestra all’Eurovision Song Contest 2022
Nel 2022 ha vinto la delegazione di Kiev. Chiamata a portare sul palco un messaggio di pace e resilienza. Magari con la speranza di portare l’evento a Mariupol o Kharkiv nel 2023, le città più colpite dai bombardamenti russi. I Kalush Orchestra portano a casa solo un premio fisico senza valore economico. E nessuna vincita in denaro, come prevede il regolamento, e come già successo per i Måneskin, vincitori dell’Esc nel 2021.
Anzi, l’Ucraina ora dovrà spendere diversi milioni di euro per organizzare l’Eurovision Song Contest. L’anno prossimo spetterà infatti alla tv di Stato di Kiev organizzare l’evento. Sono infatti le emittenti nazionali associate all’Unione europea di radiodiffusione a coprire la maggior parte dei costi, con aiuti fino a metà delle spese totali versati dall’Uer stessa e una parte ricavata dagli sponsor.
Dove si terrà l’Eurovision Song Contest nel 2023
Potrebbe essere questo il motivo per cui le giurie nazionali, conoscendo i meccanismi dietro l’evento, non hanno dato molti voti all’Ucraina, indicando il britannico Sam Ryder come vincitore. È stato il televoto a stravolgere la classifica, decretando così la vittoria dei Kalush Orchestra. Ma prima di indignarvi per le ingenti spese organizzative che dovrà sostenere l’Ucraina nel 2023, sappiate che è stato lo stesso presidente Volodymyr Zelensky a chiedere il sostegno degli europei con un sms.
Organizzare l’Esc può costare diverse decine di milioni di euro. Ma, come il capo di Stato sa bene, può essere un’importante occasione per far ripartire l’economia di un Paese. O, come in questo caso, contribuire alla sua rinascita, considerato che ora sulle casse statali grava già un buco di 600 miliardi di euro per ricostruire il Paese.
Si stima infatti che le città ospitanti, in genere, riescano a superare con il fatturato turistico le spese organizzative. L’Eurovision Song Contest – ospitato a Kiev nel 2005 e nel 2017 – potrebbe dunque rappresentare un’importante segnale di rinascita per l’Ucraina, e in particolare per le zone più colpite dalla guerra.
Ma c’è già chi prevede che il prossimo festival della canzone europeo sarà organizzato a Londra, con i fondi della Bbc, o in un’altra capitale occidentale, a fronte di una escalation bellica che potrebbe portare la Russia a dichiarare guerra ad altri Paesi. E che allontanerebbe ulteriormente la pace dall’Ucraina, che sembrava avvicinarsi con l’accordo di cui vi abbiamo parlato qui.