Il turismo continua a essere una delle leve più potenti dell’economia italiana, non solo per il suo peso diretto sul Pil, ma anche per la sua capacità di generare indotto, valorizzare i territori e alimentare la reputazione internazionale del Paese.
Non sorprende, quindi, che ogni anno il Ministero del Turismo monitori con attenzione il livello di soddisfazione dei visitatori, cercando di capire quanto l’Italia riesca a mantenere la sua promessa di qualità, accoglienza e unicità.
I dati più recenti, elaborati dall’Ufficio Statistica del Ministero su base Data Appeal e relativi al periodo che va dal 1° gennaio al 4 agosto 2025, confermano un trend positivo: il sentiment generale espresso dai turisti in Italia raggiunge quota 86,4 punti, con un incremento dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Non si tratta solo di un numero, ma di una misura concreta del gradimento dei viaggiatori, che tiene conto di recensioni, valutazioni e feedback online in diverse lingue e su molteplici piattaforme.
Indice
Italia al secondo posto in Europa per ospitalità
Il dato acquista ancora più rilevanza se confrontato con i principali competitor del Mediterraneo, dato che l’Italia supera la Spagna (85,7) e la Francia (85,1), piazzandosi al secondo posto in Europa per livello di soddisfazione dei turisti, subito dietro la Grecia (88,6).
Se la penisola ellenica resta imbattibile sul fronte del mare e delle esperienze balneari, l’Italia dimostra una solidità più equilibrata, grazie a un’offerta capace di abbracciare enogastronomia, montagna, città d’arte e borghi.
In altre parole, il viaggiatore che sceglie l’Italia viene attratto da un insieme di fattori che vanno dalla cucina alla storia millenaria, dall’accoglienza alla varietà geografica.
Le 7 categorie che fanno la differenza
L’indice di sentiment complessivo si compone di alcune categorie chiave, che misurano aspetti concreti dell’esperienza di viaggio, ovvero:
- cibo ed esperienza culinaria;
- il rapporto qualità-prezzo e l’organizzazione dei servizi;
- inclusività e sostenibilità (settori in cui l’Italia sta compiendo progressi, con un numero crescente di strutture accessibili e maggiore sensibilità ambientale);
- ospitalità e qualità dell’alloggio in hotel, B&B e agriturismi;
- processo di prenotazione e accesso, in cui giocano un ruolo importante la digitalizzazione e la semplicità dei sistemi di prenotazione;
- qualità dell’esperienza e comfort, dove rientrano percezioni legate all’atmosfera, al contatto umano, al senso di autenticità;
- strutture, servizi e infrastrutture.
Tra i dati più significativi spicca quello sulla sicurezza, che rappresenta una sottocategoria della qualità complessiva dell’esperienza turistica.
Nel 2025 l’Italia ottiene un punteggio di 48,9, con un incremento di 0,5 punti rispetto al 2024. Il valore può sembrare basso se confrontato con l’indice generale, ma va interpretato: le recensioni e le opinioni in tema di sicurezza emergono prevalentemente quando l’esperienza è negativa, dunque la scala è naturalmente più contenuta.
L’Italia come destinazione di fiducia
Sicurezza, cibo e ospitalità: sono questi i tre pilastri che più di altri spingono il sentiment italiano verso l’alto.
Non è un caso che l’immagine del Belpaese nel mondo sia legata a un’accoglienza calorosa, a un’arte di vivere che mette al centro la convivialità e a un sistema territoriale che, pur con limiti infrastrutturali, continua a sorprendere.
I dati dimostrano che chi visita l’Italia non solo apprezza la bellezza dei luoghi, ma sente di poter vivere un’esperienza completa, fatta di emozioni, qualità e rassicurazioni. È una forma di fiducia che non va data per scontata, soprattutto in un settore sempre più competitivo, dove nuove mete emergenti cercano di attrarre turisti con offerte aggressive e prezzi competitivi.
Le sfide ancora aperte
Naturalmente, il quadro non è privo di sfide.
La sostenibilità ambientale resta un tema centrale: se da un lato i turisti apprezzano la varietà dell’offerta, dall’altro cresce la sensibilità verso l’impatto dell’overtourism, soprattutto nei grandi centri come Venezia, Firenze o Roma.
Anche la gestione dei flussi e l’equilibrio tra domanda e capacità di accoglienza richiedono strategie mirate, pena il rischio di compromettere proprio quel livello di soddisfazione che oggi premia l’Italia.
Inoltre, l’accessibilità e le infrastrutture rimangono aree da migliorare: treni ad alta velocità e aeroporti moderni non bastano a colmare i divari territoriali, soprattutto nelle zone interne e meridionali che pure potrebbero offrire un turismo autentico e meno congestionato.
Il dato di sentiment positivo non deve essere letto come un punto d’arrivo, ma come un capitale immateriale da valorizzare.