Inverno “tutto esaurito” per hotel e ristoranti? Cresce la fiducia dei consumatori

A settembre 2025, la fiducia dei consumatori italiani cresce, spingendo in particolare il settore dei servizi di mercato (turismo, ristorazione) che registra aspettative positive sulle prenotazioni future

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

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La fiducia dei consumatori italiani torna a crescere, lo conferma l’Istat, pubblicando il report Fiducia dei consumatori e delle imprese aggiornato a settembre 2025. A essere in miglioramento sono i dati relativi al settore dei Servizi di mercato, che include alberghi, agenzie, trasporti e ristorazione.

Consumatori più fiduciosi e dati in miglioramento

L’indice di fiducia dei consumatori è salito da 96,2 a 96,8 a settembre, recuperando parte della flessione dei mesi precedenti.

Gli italiani sono diventati leggermente più ottimisti riguardo sia allo stato dell’economia nazionale. L’Istat si registra un miglioramento nel clima di fiducia economico perché i cittadini vedono l’economia in modo più positivo, sia per quanto riguarda il presente che, seppur di poco, il futuro immediato.

Infatti:

  • l’indice che misura la percezione sullo stato generale dell’economia italiana è salito da 97,0 a 98,8;
  • l’ottimismo sulle condizioni economiche attuali è quasi arrivato alla parità, passando da 99,2 a 99,9;
  • le aspettative per il futuro prossimo sono aumentate leggermente, passando da 92,2 a 92,6.

Tuttavia, c’è un elemento di freno, poiché per quanto riguarda la valutazione della propria situazione personale (il proprio stipendio, le proprie spese). In questo caso l’indice di fiducia è rimasto praticamente stabile da 95,9 a 96,0.

Perché la fiducia può dare uno slancio al turismo

Il turismo è uno dei settori più sensibili agli umori dei consumatori.

A differenza di beni di prima necessità, viaggi e vacanze sono spese discrezionali, facilmente rinviabili in caso di incertezza.

Per questo il miglioramento del clima di fiducia è un indicatore di potenziale espansione.

E concentrandoci sui dati Istat che riguardano questo settore, il più interessante è proprio quello dei servizi di mercato, che includono alberghi, agenzie, trasporti.

Qui l’indice infatti sale da 95,1 a 95,6. Sebbene si tratti di un aumento contenuto (solo 0,5 punti), è significativo e conferma che anche l’umore generale degli operatori turistici continua a migliorare.

Gli imprenditori del settore sono infatti decisamente più ottimisti riguardo agli “ordini futuri” e le aspettative sulle prenotazioni, sui viaggi e sui clienti che arriveranno nei prossimi mesi. Prevedono infatti una domanda in crescita.

Se i consumatori tornano a percepire la situazione economica in miglioramento, la propensione a concedersi una vacanza, anche breve, cresce.

Hotel e ristorazione: c’è da aspettarsi il “tutto esaurito”?

A questo punto strutture ricettive e servizi legati al turismo, in Italia, si trovano in una posizione strategica:

  • possono intercettare la domanda interna delle famiglie;
  • continuano a beneficiare della crescente attrattività dell’Italia per i turisti stranieri.

L’incremento delle attese sugli ordini nei servizi di mercato indica proprio questa prospettiva, suggerendo il trend delle prenotazioni in crescita per l’inverno.

In questo contesto, anche la ristorazione ne giova, non solo perché beneficia dell’aumento delle occasioni di consumo legate a viaggi, eventi e spostamenti.

Se i consumatori percepiscono un miglioramento del quadro economico, va detto, saranno più propensi anche a spendere per pranzi e cene fuori casa, contribuendo a un effetto moltiplicatore per l’intero settore.

Le ombre: inflazione e incertezza del commercio

Se da un lato l’ottimismo sul turismo e l’economia generale cresce, è importante notare che non tutte le attività stanno beneficiando di questa ritrovata fiducia.

I dati Istat mostrano una frenata nel settore del commercio al dettaglio (i negozi, i supermercati, i centri commerciali). L’indice di fiducia in questo settore è sceso, passando da 102,7 a 101,6.

C’è infatti un aumento delle scorte di magazzino. I negozi hanno merce accumulata che non riescono a vendere con la rapidità desiderata, un segnale di cambiamento nelle priorità di consumo.

Volendo semplificare, pare che sia scesa la propensione a spendere per i beni di consumo durevoli mentre è aumentata l’attenzione a vivere esperienze (soprattutto fuori casa).

Ma questa tendenza, per quanto possa giovare a certi comparti, può essere fragile, soprattutto se l’inflazione dovesse tornare a crescere erodendo il potere d’acquisto.

Cosa ci aspetta nel futuro

A ogni modo, se le attese degli operatori verranno confermate, l’inverno potrebbe regalare risultati positivi, ma è giusto mantenere prudenza, poiché l’economia resta fragile, le famiglie bilanciano entusiasmo e cautela, e l’industria mostra segni di rallentamento.

Parlare di “tutto esaurito” non significa che il settore abbia risolto i suoi problemi strutturali, bensì che può vivere una fase congiunturale favorevole.

Gli hotel, le agenzie e i ristoratori dovranno farsi trovare pronti, con offerte competitive e servizi di qualità, per trasformare la fiducia in prenotazioni effettive.

Perché se i dati ci dicono che i consumatori sono più ottimisti, spetta ora alle imprese tradurre questo ottimismo in crescita reale.