La moda è uno strano incantesimo: ogni volta che ci vestiamo trasformiamo una qualunque forma o un qualunque colore del mondo che ci circonda nella nostra stessa pelle. È questa strana magia che fa di essa assieme l’arte più potente e più metafisica. Lo stilista romano Alessandro Michele, ora a capo di Valentinoma popolare al grande pubblico per i suoi 20 anni di lavoro da Gucci, di cui sette al massimo vertice, alla direzione creativa della maison.
Lo stilista visionario ha sposato il pensiero e l’energia di Emanuele Coccia, uno degli intellettuali più eclettici e stimati della sua generazione, che insegna filosofia presso l’École de Hautes Ètudes en Sciences Sociales di Parigi dal 2011, hanno realizzato insieme un trattato sull’alchimia delle forme della vita.
Il libro visto da vicino
“La vita delle forme. Filosofia del reincanto”, 224 pagine edite da HarperCollins, in libreria dallo scorso sette maggio 2024, adottando la postura e la forma grafica che un tempo era riservata ai libri sacri, mostra che la moda è l‘arte più potente perché è l’unica capace di mutare in un attimo la nostra vita, il nostro corpo, il nostro volto: se le altre opere d’arte presuppongono un rapporto di pura contemplazione, ogni abito impone una trasformazione del sé per poter diventare oggetto della nostra esperienza. E al tempo stesso è l’arte più metafisica perché contraddice il luogo comune che descrive l’Occidente come una cultura che riduce tutte le cose a materia inanimata.
La moda esiste solo perché riconosciamo che le cose, i tessuti, la loro forma, i loro colori, ci permettono di dire “io”, e danno alla nostra personalità quell’accento e quella postura che la rendono inconfondibile. La moda è insomma l’espressione di una forma profana e quotidiana di animismo: grazie ad essa ci trasformiamo in apprendisti stregoni di un gemello che prende le nostre stesse sembianze.
La presentazione al Salone del Libro di Torino
Alessandro Michele, neo-direttore creativo di Valentino con debutto in passerella il prossimo settembre, ha presentato il libro al Salone del Libro di Torino, intervistato dalla conduttrice, giornalista ed ex vertice Rai Daria Bignardi.
«Quando mi sono avvicinato alla filosofia – ha spiegato Michele – l’ho fatto per cercare la mia cifra stilistica. È stato un incontro illuminante, che mi ha fatto capire come proprio alla filosofia appartenesse il linguaggio più vicino alla moda. Da allora è diventata la lingua di tutto ciò che ho fatto».
Emanuele Coccia, in un post su Instagram, ha chiarito che la moda non è sempre esistita, in quanto inizialmente il vestirsi era legato a questioni biologiche, pratiche e sociali. È diventata tale quando ha rispecchiato esigenze di auto-espressione, contrapponendosi alle regole imposte dall’alto. «Le forme della moda – ha scritto il filosofo – non sono solo strumenti di conoscenza del mondo e di noi stessi. Sono anche amuleti con cui inventiamo e facciamo esperienza di nuove libertà. Libertà di resuscitare possibilità accantonate. Libertà di costruire significati inediti. Libertà di scegliere chi essere”».