L’economia agroalimentare italiana vale oltre 65 miliardi di euro di export e basa la sua forza su qualità, tracciabilità e autenticità delle produzioni. Proprio per proteggere questo patrimonio, il Senato ha recentemente approvato un provvedimento che introduce formalmente nel Codice Penale due nuovi reati, ovvero:
- frode alimentare;
- commercio di prodotti con segni mendaci (ovvero falsi o ingannevoli).
Il testo è stato passato alla Camera per l’ultimo passaggio parlamentare, ma segna già una tappa nel percorso di rafforzamento della tutela del Made in Italy agroalimentare.
Indice
Frode alimentare: un anno di carcere e multa salata
Il reato di frode alimentare è una fattispecie pensata per colpire chi immette sul mercato italiano, anche tramite piattaforme digitali e canali telematici, prodotti alimentari e bevande che sa essere non genuini rispetto a origine, provenienza, qualità o quantità. La pena prevista è la reclusione da due mesi a un anno, accompagnata da una multa da 1.000 a 4.000 euro.
Il legislatore punisce chi mette in commercio prodotti con una condotta dolosa. Tuttavia, il reato non è punibile quando il valore economico del prodotto è minimo o quando non si produce alcun danno al consumatore. Questa impostazione mira a distinguere le frodi vere e proprie dalle irregolarità formali prive di impatto economico o sanitario.
Segni mendaci, il reato contro la disinformazione alimentare
Il secondo reato introdotto nel Codice Penale colpisce un fenomeno sempre più diffuso: l’uso di segni distintivi falsi o ingannevoli per attribuire a un prodotto caratteristiche che non possiede. Un problema molto diffuso in un mercato dove etichette, packaging e richiami geografici orientano fortemente le scelte dei consumatori.
Chi utilizza segni mendaci per trarre in inganno il cliente su origine, provenienza, qualità o quantità rischia la reclusione da 3 a 18 mesi e una multa fino a 20.000 euro.
I prodotti confiscati saranno donati gratuitamente
I prodotti alimentari confiscati che risultano idonei al consumo, non contraffatti, non deteriorati e conformi ai requisiti di conservazione e sicurezza, potranno essere donati gratuitamente a persone in difficoltà, enti locali e organizzazioni caritative.
Una misura che coniuga contrasto alle frodi e lotta allo spreco alimentare, destinando prodotti recuperati a finalità sociali.
Pene accessorie e aggravanti con un impianto più muscolare
Il provvedimento introduce poi una serie di strumenti aggiuntivi per colpire i comportamenti più gravi o ripetuti nel tempo.
Per esempio, in caso di frodi di particolare gravità o di recidiva è prevista la chiusura da 5 giorni a 3 mesi dell’impianto di produzione. Le pene sono aumentate anche quando:
- i prodotti coinvolti sono DOP o IGP, quindi parte del patrimonio delle eccellenze protette;
- vengono utilizzate dichiarazioni o documenti di trasporto falsi;
- le frodi riguardano volumi significativi;
- si commercializzano come biologici prodotti privi di certificazione bio.
Aggravanti ulteriori scattano quando l’illecito è realizzato attraverso operazioni multiple e organizzate. Mentre è previsto un sistema di vigilanza continuo e permanente sulle filiere DOP e IGP, con ispezioni mirate.
Una nuova governance per l’agroalimentare
Il pacchetto di nuove leggi non riguarda solo le frodi, ma anche le regole che governano il settore agricolo. L’ente Age-Control Spa avrà il compito di verificare che le aziende agricole rispettino le regole sociali legate al lavoro e all’ambiente, ovvero le condizioni che permettono di ricevere i fondi europei.
Per quanto riguarda invece i centri che aiutano gli agricoltori con le pratiche burocratiche, chi perde l’autorizzazione per irregolarità non potrà aprirne uno nuovo per i successivi 6 mesi (periodo che si allunga a 2 anni in caso di recidiva).
I centri che lavorano in regioni o province dove non sono autorizzati dovranno pagare una multa salata, che va da 2.000 a 8.000 euro.