Migliaia di lavoratori stranieri in arrivo: la mossa del Governo

Mai così tanti posti per lavoratori stranieri in Italia. Il Decreto Flussi, approvato dal Cdm, viene incontro alle richieste delle aziende. Subito pronti 40mila ingressi: ecco quali

Foto di Maurizio Perriello

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Il tanto discusso Decreto Flussi va a impattare diversi ambiti della vita quotidiana in Italia, oltre a quello dell’immigrazione e dell’accoglienza. Uno di questi è quello del lavoro. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato, in via preliminare, il Dpcm che riguarda direttamente la “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri per il triennio 2023-2025”.

La mossa del Governo Meloni creerà migliaia e migliaia di posti di lavoro per cittadini stranieri nei prossimi tre anni. Una quantità che mai era stata registrata o annunciata prima nel nostro Paese. Ecco cosa prevede il provvedimento e quali saranno i suoi effetti.

Smart working e settimana corta per inquinare meno: il piano Meloni.

Cosa ha deciso il Governo sui lavoratori stranieri

L’Esecutivo prevede in tutto 452mila posti di lavoro dal 2023 al 2025, in aggiunta ad altri 40mila subito a integrazione del decreto approvato a gennaio per l’anno scorso. Cifre notevoli, soprattutto se si considera che intendono rispondere a un fabbisogno calcolato in 833mila unità. Nel dettaglio, il Cdm ha previsto 136mila ingressi nel 2023, 151mila nel 2024 e 165mila nel 2025. E proprio analizzando le esigenze delle realtà produttive italiane, in un confronto con le associazioni datoriali e sindacali, il Governo Meloni ha deciso di introdurre la logica incrementale delle quote (salario minimo, ecco qual è la soglia in Europa).

Nel comunicato di Palazzo Chigi si legge che “si riduce in modo progressivo il divario tra flussi di ingresso e fabbisogni del mercato del lavoro, in modo coerente con la capacità di accoglienza e d’inserimento dei lavoratori stranieri nelle comunità locali”. Sono state inoltre ampliate le categorie professionali e i settori produttivi coinvolti: accanto a elettricisti e idraulici, una quota viene riattivata per i settori dell’assistenza familiare e socio-sanitaria. Nel calderone sono stati inseriti anche i “lavoratori per il trasporto passeggeri con autobus e per la pesca“.

Di quali posti di lavoro si parla

Innanzitutto specifichiamo che gran parte degli ingressi saranno riservati ai cittadini di Stati definiti “di origine e di transito di migranti” che hanno siglato accordi con l’Italia per il contrasto all’immigrazione clandestina e per il rimpatrio di chi arriva in Italia illegalmente. Parliamo soprattutto di Tunisia, Marocco e Costa d’Avorio, come ricordato anche dal ministro Matteo Piantedosi.

Passando invece alle figure professionali richieste, oltre ai già accennati elettricisti e idraulici e assistenti socio-sanitari e familiari, ci sarà ancora spazio per il lavoro autonomo e subordinato non stagionale. Gli ambiti sono: autotrasporto merci per conto terzi, edilizia, meccanica, telecomunicazioni, alimentare e cantieristica navale. Per quanto riguarda invece il lavoro subordinato stagionale, si segnalano i settori agricolo e turistico-alberghiero.

Nell’ambito di questi ultimi due gruppi, sono previste specifiche quote per i lavoratori provenienti, come specificato sopra, da Paesi di origine o di transito che sottoscrivono accordi per facilitare la migrazione regolare e contrastare quella irregolare e “le cui istanze di nullaosta all’ingresso in Italia per lavoro stagionale, anche pluriennale, siano presentate dalle organizzazioni di lavoro indicate nel decreto e maggiormente rappresentative a livello nazionale“.

Aiuti immediati per i settori turistico e agricolo

I 40mila nuovi lavoratori stagionali che le imprese italiane potranno immediatamente annoverare per far fronte alla carenza di personale vanno a compensare le circa 240mila istanze avanzate nel click day dei mesi scorsi e rimaste senza risposta.

Per poter dare il via alla macchina, bisognerà però attendere le norme attuative, che specificheranno il numero esatto di quote riservate ai Paesi africani di cui sopra e quali saranno le modalità di trasferimento e formazione in loco delle risorse umane. Nel Decreto Flussi integrativo si legge che saranno le organizzazioni datoriali a dover gestire l’intero processo, dalla chiamata al contratto di lavoro passando per l’ingresso in Italia.