Come ottenere un anticipo sulle ferie: chi ne ha diritto

Cosa fare nel caso in cui non si abbiano abbastanza giorni di ferie maturati. Ecco la soluzione, basta richiedere "vacanze a debito"

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Non tutti hanno accesso allo stesso piano ferie. Un dipendente di una società privata con busta paga e un libero professionista con partita Iva non vivono di certo la stessa esperienza. Nel secondo caso, infatti, staccare la spina non prevede retribuzione. Tutto si basa, dunque, sul senso organizzativo del singolo.

Un dipendente può invece contare su un certo numero di giorni di vacanza all’anno, che variano a seconda dell’azienda per la quale si lavora. Cosa accade, però, quando al termine di un duro anno di lavoro non sono state maturati i necessari giorni di ferie per organizzare il viaggio desiderato? Avete mai sentito parlare di vacanze a debito?

Cos’è l’anticipo ferie

In ambito lavorativo nessuno è pienamente soddisfatto delle proprie condizioni contrattuali. I dipendenti invidiano le partite Iva per la loro assoluta, ma in realtà presunta, libertà di gestione. I liberi professionisti, invece, restano ammaliati dinanzi alle certezze che gli altri possono vantare.

E in termini di ferie? Chi ha una busta paga ha modo di maturare, generalmente, 2 giorni di stop ogni mese. I nuovi assunti, però, potrebbero ritrovarsi con una manciata di ore di vacanza.

In questo caso si può richiedere un vero e proprio anticipo. Considerando il proprio contratto in essere, si andranno a sfruttare le giornate di vacanza future prima della maturazione. Non troppe, magari, così da non ritrovarsi a secco nel prossimo futuro. Proviamo a capire come funzioni tutto ciò.

Come ottenerlo e per quanti giorni

Ci si ritrova a parlare di quanto il mondo del lavoro sia in realtà fluido. Molto cambia, infatti, anche tra dipendenti di aziende private con busta paga. Alcuni potrebbero avere dei capi “illuminati”, altri, invece, ritrovarsi a fronteggiare una visione del mondo imprenditoriale un po’ arretrata.

Da sottolineare, infatti, come la concessione dell’anticipo sulle ferie non sia per nulla un obbligo da parte di chi firma gli assegni o fa partire i bonifici. Rientra nell’ambito delle facoltà. Ciò vuol dire che un dipendente può chiedere, senza porsi alcun problema. Al tempo stesso, però, non potrà vantare alcuna pretesa di approvazione.

Qualora la risposta fosse positiva, potrebbe avere inizio una vera e propria contrattazione. Nessuna norma infatti indica il numero esatto di giorni da richiedere o concedere. Dinanzi all’ipotesi di 10 giornate lavorative, dunque, la risposta potrebbe essere del tutto negativa o magari inferiore. Una sorta di controfferta, magari di 5, chi può dirlo.

Qualora tutto venisse accordato, il numero consentito sarà riportato a debito, ovvero compensato con i giorni non maturati in seguito. Il tutto sarà ovviamente riportato con dovizia di particolari in busta paga.

Come detto, però, questo sistema fa leva sul contratto lavorativo in essere. Viene quindi naturale chiedersi cosa preveda la normativa in caso di cessazione anticipata del rapporto di lavoro siglato. Ipotesi dimissioni o licenziamento prima di riuscire a riportare in positivo il proprio saldo ferie.

Molto semplice. Trattandosi di fatto di un debito nei confronti della società, queste giornate saranno trattenute dalle competenze di fine rapporto. Da prevedere, dunque, una busta paga più leggera rispetto a quanto originariamente dovuto.