La crisi di Stellantis si ripercuote anche sull’indotto: allo stabilimento di Pomigliano d’Arco decine di lavoratori della Trasnova verranno presto licenziati. Ma oltre ai licenziamenti, è previsto anche il mancato rinnovo di circa 300 operai interinali.
Lo scorso 7 dicembre sono arrivate le lettere di licenziamento per 97 dipendenti, 54 dei quali lavorano a Pomigliano. E altre 101 lettere sono già partite per altrettanti lavoratori della Logitech, sempre nell’indotto di Stellantis.
In attesa del tavolo tecnico con Stellantis al Mimit di martedì 10 dicembre, gli operai della Trasnova, da giorni in presidio permanente, hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella invocando aiuto.
La lettera a Mattarella
A dare notizia della missiva sono stati Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli e Mario Di Costanzo, responsabile settore automotive Fiom Napoli.
Caro Presidente,
ti scrivono i 54 lavoratori della Trasnova che lavorano allo stabilimento Stellantis Gianbattista Vico di Pomigliano d’Arco. Dal 2 dicembre siamo in presidio permanente davanti ai sei ingressi della fabbrica perché Stellantis ha deciso di non rinnovare la nostra commessa.
Trasnova ci ha mandato le lettere di licenziamento, a fine anno non avremo più certezze per il nostro futuro. In questi anni abbiamo sempre lavorato, con i soldi del nostro stipendio abbiamo portato avanti le nostre famiglie, qualche desiderio l’abbiamo realizzato, molti li abbiamo messi da parte perché il nostro stipendio non è molto alto, siamo tutti operai.
Dall’anno nuovo saremo tutti disoccupati alla ricerca di un posto di lavoro e si sa che al Sud è più complicato. Qualcuno già sta pensando che forse è meglio andare al Nord. Noi crediamo di essere vittime di una grande ingiustizia, Stellantis fa pagare anche a noi la buonuscita di 136 milioni di euro di Carlos Tavares, solo che noi dovremo cercare un nuovo lavoro per vivere, Tavares può anche decidere di non lavorare più per tutta la vita.
Presidente Mattarella, a te che rappresenti tutti gli italiani chiediamo di aiutarci, noi vogliamo solo lavorare e vedere le nostre famiglie serene come pochi giorni fa, ti chiediamo di stare dalla nostra parte per farci restituire lavoro, serenità e dignità.
Il crollo di Stellantis
Stellantis avrà prodotto circa 500.000 veicoli entro il 2024. Rispetto allo scorso anno si tratta di circa 170.000 vetture in meno. Ma rispetto a 20 anni fa si tratta di un crollo verticale, in considerazione del fatto che all’epoca dagli stabilimenti della Fiat uscivano ogni anno circa 1,4 milioni di vetture.
Il tavolo tecnico al Mimit
Il governo Meloni è a un bivio: da una parte non intende continuare a fornire aiuti a Stellantis, sotto la classica triangolazione di ecobonus destinati agli automobilisti. Ma dall’altra parte non vuole passare alla storia come l’esecutivo che ha decretato la fine della Fiat e degli altri marchi italiani inglobati da Stellantis.
Al netto delle difficoltà, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si dice possibilista. Secondo Urso, raggiunto da Qn, le dimissioni di Tavares aprono una “nuova fase” che “consente di porre l’Italia al centro dello sviluppo industriale di Stellantis”. Il ministro vuole chiudere la stagione dei bonus a pioggia e chiede dunque impegni precisi su investimenti, produzione e occupazione. Nel frattempo il governo prepara la sua “controffensiva” per cambiare quelle regole europee correlate alla transizione green che impongono duri vincoli alle imprese.