Un emendamento al decreto Milleproroghe propone la proroga dei contratti stagionali in agricoltura fino a tutto il 2025. Si tratta dei contratti introdotti per il biennio 2023-2024 in sostituzione di quei voucher agricoli che anni fa diedero vita a distorsioni del mercato e polemiche.
L’emendamento, che prevede il prolungamento della formula contrattuale denominata “prestazioni agricole di lavoro subordinato occasionale a tempo determinato”, già introdotta dalla Manovra 2023, è attualmente all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato. La proposta dovrà essere approvata dalla commissione, per poi venire recepita nel testo che sarà votato in Senato con la fiducia.
Proroga degli stagionali per mancanza di manodopera
Secondo la relazione illustrativa dell’emendamento, la proroga ai contratti stagionali in agricoltura si rende indispensabile a causa delle persistenti difficoltà delle aziende agricole nel reperire manodopera.
Il contratto in questione consente l’impiego di lavoratori stagionali per un massimo di 45 giornate annue per singolo operatore e può essere applicato esclusivamente a soggetti che, con l’eccezione dei pensionati, non abbiano avuto un rapporto di lavoro subordinato in agricoltura nei tre anni precedenti. La misura ha l’obiettivo di garantire maggiore flessibilità alle imprese agricole, riducendo la complessità burocratica rispetto ai contratti di lavoro tradizionali e assicurando alle aziende un accesso più semplice alla manodopera stagionale. L’ipotesi di proroga è accolta con favore dalle imprese e dalle associazioni di categoria.
Mancano lavoratori stagionali e non
Secondo un’analisi di Coldiretti, nel settore dell’agricoltura italiana mancherebbero 100.000 addetti. Già nei mesi passati, l’associazione aveva puntualizzato che in agricoltura non mancano solo gli stagionali per la raccolta della frutta e della verdura, ma anche i trattoristi, i serricoltori, i potatori e tecnici dell’agricoltura 4.0 per guidare droni, leggere i dati metereologici ed utilizzare gli strumenti informatici, e poi ancora figure che si occupino della filiera dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Tutta la filiera, dunque, è sotto organico, cosa che impedisce a questo settore, eccellenza del made in Italy, di esprimersi compiutamente.
Gli ostacoli all’emendamento agricoltura
L’iter dell’emendamento, tuttavia, si complica: l’esame del provvedimento ha subito un nuovo rinvio e la Commissione ha aggiornato la seduta a martedì 11 febbraio, senza aver ancora avviato la votazione sugli emendamenti. Al centro dello scontro tra maggioranza e opposizione non c’è solo il tema del lavoro agricolo, ma anche un altro emendamento dei relatori che prevede la riapertura della rottamazione quater per i decaduti dal beneficio e la proroga dei termini per il concordato preventivo biennale. È la rottamazione, in particolare, ad agitare le acque fra maggioranza (favorevole con punte di entusiasmo) e opposizione.
Le opposizioni si dicono infatti pronte a bloccare i lavori se la questione fiscale non verrà stralciata dal provvedimento, accusando l’asse di governo, e la maggioranza che lo sostiene, di voler fare l’ennesimo regalo agli evasori fiscali. L’opposizione minaccia di procedere al voto su 1.300 emendamenti, promettendo di paralizzare l’iter legislativo.