Boom dei premi di produttività, in salita anche a luglio: di quanto crescono gli stipendi

Come emerge dall'ultimo aggiornamento del report del ministero del Lavoro, i contratti con premi di produttività continuano a crescere, grazie al taglio della tassazione dal 10 al 5%

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Decollano i premi produttività, che anche a luglio continuano a crescere. Come emerge dall’aggiornamento al 15 dello scorso mese nel report del ministero del Lavoro, rispetto allo stesso periodo del 2023, i contratti con bonus riconosciuti dalle aziende ai dipendenti a fronte dei risultati raggiunti sono aumentati del 23,9%, per un numero complessivo dall’inizio di quest’anno di oltre 15mila.

Il taglio della tassazione sui premi produttività

Con la legge n. 197/2022 il Governo ha introdotto una misura, confermata nella legge di Bilancio 2024, per incentivare l’utilizzo di questi premi che permettono di far crescere gli stipendi dei dipendenti, tramite la riduzione della tassazione dal 10 al 5%.

In una recente circolare, l’Agenzia delle Entrate ha ricordato che l’imposta sostitutiva si applica fino a un importo di 3 mila euro lordi relativi ai premi in denaro riconosciuti ai lavoratori dipendenti del settore privato e con un reddito da lavoro non superiore agli 80 mila euro, percepito nell’anno precedente in conseguenza di incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, oltre al denaro ricevuto sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa.

In via sperimentale per il biennio 2024-2025, inoltre, è stata introdotta in Manovra anche a possibilità per gli iscritti a una delle gestioni previdenziali amministrate dall’Inps, che non siano titolari di pensione e senza anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, di riscattare i periodi fino a fine 2023 compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo accreditato, chiedendo l’onere del riscatto al datore utilizzando i premi di produzione.

I periodi riscattabili non possono superare i 5 anni, ma possono essere anche non continuativi, mentre l’importo è portato in deduzione dal proprio reddito d’impresa o dal proprio reddito di lavoro autonomo e non concorre a formare reddito.

I numeri del ministero del Lavoro

Come dimostrato dagli ultimi dati forniti dal ministero guidato da Marina Calderone, la detassazione sui premi di produttività sta continuando mese dopo mese a produrre i suoi effetti: al 15 luglio 2024, dei 15.186 contratti attivi nella banca dati del dicastero del Lavoro che prevedono un premio di produzione, 7.703 sono stati depositati tra gennaio e la prima metà del mese di luglio 2024, 2.162 nel corso dell’ultimo mese (15 giugno/15 luglio) e 1.077 nella prima metà del mese in corso.

Gli accordi riguardano un totale di oltre 4 milioni di lavoratori (per la precisione 4.446.549), tra i 3.074.952 dipendenti che fanno riferimento a contratti aziendali e 1.371.597 a contratti territoriali, per uno stipendio medio annuo di 1.509,30 euro.

La fetta maggiore è rappresentata dai contratti aziendali ma, in termini percentuali, quelli territoriali hanno fatto registrare una crescita maggiore rispetto al 2023, con una crescita dell’83% sullo scorso anno (da 1.503 a 2.750).

Il 47% del totale dei contratti sono attribuibili a imprese con meno di 50 dipendenti, mentre la quota restante è divisa tra le aziende con oltre 100 dipendenti (38%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%).

Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, sui dati  di un’analisi del Caf Acli che riguarda circa 1,1 milioni di modelli 730/2024 presentati fino al 12 luglio, “i dipendenti che hanno ricevuto un bonus dal proprio datore di lavoro sono passati in un anno dal 7,2% al 9,4% del totale dei contribuenti. Mentre l’importo medio del premio è cresciuto di circa 194 euro (da 1.167 a 1.362 euro)”.

Gli obiettivi fissati nei contratti sono però diversi: 12.156 di produttività, 9.339 di redditività, 7.497 di qualità, mentre 1.402 prevedono un piano di partecipazione e 8.989 misure di welfare aziendale.