Il maxi-piano di licenziamenti in Intel è sempre più vicino: il colosso tech americano è a un bivio, licenziare o soccombere. L’azienda di Santa Clara affronta da tempo una crisi legata a una concorrenza sempre più pugnace. Ma non solo: Intel non è riuscita a cavalcare l’onda del nascente business legato all’intelligenza artificiale e ora ne sta pagando il prezzo. Prezzo che verrà riversato sui circa 17.000 dipendenti che verranno licenziati a breve. La cura shock per i conti aziendali verrà discussa nel cda previsto per metà settembre. I piani strategici per i tagli sono stati affidati a Goldman Sachs e Morgan Stanley, secondo alcune indiscrezioni. E con l’avvicinarsi dell’imminente cda, dopo mesi di caduta libera, le azioni di Intel hanno segnato un rimbalzo.
Licenziamenti in Intel
Intel taglierà oltre il 15% della forza lavoro pari, come detto, a 17.000 addetti. E sospenderà inoltre il pagamento dei dividendi a partire dal quarto trimestre. Si tratta di tentativi shock di rilancio dopo che i conti del secondo trimestre hanno evidenziato difficoltà economiche, finanziarie e strategiche. Prima del rilancio aziendale, Intel ha predisposto dunque una riduzione dei costi a partire dal 2025. Secondo la multinazionale la cura permetterà un risparmio di 10 miliari di dollari e una maggiore competitività nel tumultuoso mercato delle tecnologie. Gran parte dei licenziamenti annunciati andranno in porto entro fine anno, altri verranno messi in atto nel corso del 2025.
Il nodo dell’intelligenza artificiale
Negli ultimi mesi il mercato tech è cambiato, vedendo la sempre maggiore richiesta di chip d’intelligenza artificiale e il calo dei semiconduttori. Intel non ha risposto per tempo al cambiamento epocale e si è lasciata superare dai competitor. Il conto da pagare arriva adesso sotto forma di licenziamenti.
Intel è uscita dalla classifica dei primi 10 produttori di chip al mondo per valore di mercato, scendendo a 86 miliardi di dollari. Confrontata con Nvidia, che ha raggiunto guadagni stratosferici, Intel è in evidenti difficoltà; Nvidia prevede di raddoppiare le entrate di Intel nel 2024.
Altri progetti
Bloomberg riferisce che Intel potrebbe valutare anche la possibilità di abbandonare alcuni progetti. Intel starebbe considerando varie opzioni, tra cui una scissione delle sue attività di progettazione e produzione, la vendita della divisione delle fonderie, oppure fusioni e acquisizioni. È più probabile tuttavia che vengano prese misure meno drastiche, come il ritardo nei piani di espansione.
Turbolenze nella leadership
Una decina di giorni fa il direttore di Intel Lip-Bu Tan si è dimesso improvvisamente dal consiglio di amministrazione, facendo così perdere all’azienda una figura chiave dotata di profonda esperienza nel settore tech. La decisione è stata giustificata come una esigenza personale relativa alla gestione del tempo.
Rimbalzo in Borsa
All’indomani dell’annuncio dei tagli, Intel ha sperimentato un crollo in Borsa e il suo titolo è andato ai minimi dal 2013. Dopo la notizia delle possibili opzioni, le azioni Intel sono aumentate del +9,5%, anche se prima di ciò avevano perso il 60% del loro valore quest’anno.
A complicare la situazione c’è la class action degli azionisti, che accusano Intel di poca trasparenza sulla situazione di difficoltà.
Intanto l’amministratore delegato di Intel, Pat Gelsinger, ripone fiducia nella preghiera: “E pregate in ogni tempo nello Spirito con ogni sorta di preghiere e di richieste. Con questo in mente, siate sempre vigili e continuate a pregare per tutti i santi del Signore. Efesini 6:18”. Così ha scritto su X nel pomeriggio dell’1 settembre.