L’indennizzo mensile per commercianti, noto anche come rottamazione delle licenze, torna finalmente a essere versato agli aventi diritto. Con il messaggio Inps Hermes n. 2719 del 18 settembre scorso, l’ente previdenziale ha comunicato la riapertura dei pagamenti per tutte le domande fatte dal 1° maggio al 31 agosto 2025. Di fatto finiscono i gravosi ritardi che negli ultimi anni avevano rallentato l’erogazione delle somme.
La prestazione economica in oggetto è a carico di Inps – Gestione commercianti ed è specificamente versata ai commercianti che cessano definitivamente l’attività di lavoro, ma senza aver ancora ancora maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia. La somma mensile viene versata fino al compimento dell’età pensionabile (pari a 67 anni fino al 31 dicembre 2026).
Alla luce degli ultimi aggiornamenti dell’istituto di previdenza, facciamo allora chiarezza chi ha diritto a questo indennizzo, il cui importo è pari al trattamento minimo pensionistico Inps, ossia 616,67 euro al mese per il 2025 (rivalutato di poco meno di 20 euro rispetto allo scorso anno).
Indice
Lo sblocco dei pagamenti nel 2025
Il meccanismo dell’indennizzo segue la regola dell’autofinanziamento e i relativi versamenti avvengono nei limiti delle risorse disponibili. In passato, la carenza di fondi aveva costretto l’ente previdenziale a liquidare le domande a scaglioni, con lunghi tempi d’attesa tra una tranche e l’altra.
Il messaggio n. 2719/2025 segna, invece, un passaggio importante. Grazie al favorevole trend della contribuzione e all’accurata valutazione della liquidità disponibile, Inps ha potuto autorizzare ai pagamenti le varie sedi anche per le domande presentate nel periodo tra il 1° maggio e il 31 agosto scorso.
Gli uffici provvederanno alla liquidazione dell’indennità a patto che abbiano già provveduto alla liquidazione delle domande con anteriore data di presentazione.
Salvo imprevisti, l’anno in corso segna un punto di svolta per la misura, che da sperimentale e spesso in stand-by si consolida come strumento di tutela strutturale per chi si trova a chiudere bottega prima della pensione.
Cosa succede alle domande dal 1° settembre
I beneficiari non dovranno più attendere lunghi mesi per ricevere l’indennità commercianti, segno che la misura può ritenersi operativa e garantita per il futuro. Tuttavia, la linea rimane quella di una razionale prudenza.
Infatti, nello stesso messaggio di pochi giorni fa, si può leggere anche che, con successiva comunicazione:
Valutato l’andamento delle domande pervenute e a seguito del previsto monitoraggio degli oneri, saranno fornite istruzioni per la lavorazione delle domande presentate a partire dal 1° settembre 2025. Per le stesse, al momento, la fase di calcolo risulta inibita e la procedura informatica Nuova Ivs restituisce il seguente messaggio di avviso “Domanda presentata successivamente al 31 agosto 2025. Non è possibile procedere al calcolo della prestazione in attesa delle verifiche della capienza degli stanziamenti”.
Per le domande presentate a partire dal 1° settembre 2025, Inps ha dunque precisato che la fase di calcolo della prestazione è temporaneamente sospesa, in attesa di controllare la presenza della necessaria liquidità, nel fondo istituito all’interno della Gestione contributi e prestazioni previdenziali dei commercianti.
Perciò, un successivo messaggio Inps darà aggiornamenti sulle istruzioni operative per lo sblocco anche di queste ultime istanze.
I requisiti per accedere all’indennizzo mensile
Come indica il sito web Inps, la misura è destinata ai soggetti che esercitano, in veste di titolari o coadiutori, attività di:
- commercio al minuto in sede fissa, anche con somministrazione di alimenti e bevande;
- commercio su aree pubbliche;
- agenzia o rappresentanza di commercio.
In particolare, hanno diritto all’indennizzo i soggetti che siano iscritti alla Gestione commercianti Inps da almeno 5 anni e non abbiano i requisiti anagrafici e contributivi per la pensione di vecchiaia.
Al momento della domanda di indennizzo gli interessati debbono aver compiuto almeno 62 anni, se uomini, oppure almeno 57 anni, se donne.
Oggi strutturale grazie alla Legge di Bilancio 2019 (dopo varie proroghe e ampliamenti), l’indennizzo è una misura ponte tra la cessazione definitiva dell’attività – con annessa cancellazione dal Registro delle imprese ed eventuale riconsegna di licenza o autorizzazione al Comune della licenza – e il compimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Decorre dal mese successivo a quello di cessazione dell’attività commerciale.
Il finanziamento dell’indennizzo avviene tramite un contributo aggiuntivo a carico dei commercianti iscritti alla Gestione Inps, dapprima fissato allo 0,09% e poi aumentato allo 0,48% dalla Legge di Bilancio 2021.
L’incremento è stato previsto al fine di riequilibrare il rapporto tra entrate contributive e prestazioni erogate, che nel tempo si era deteriorato a causa dell’alto numero di richieste.
Proprio l’aumento del contributo e il miglioramento della gestione finanziaria del fondo hanno consentito di superare i ritardi cronici, che in passato avevano penalizzato i commercianti in uscita dal mercato del lavoro.
| Indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale | |
|---|---|
| 👥 Beneficiari | Commercianti al dettaglio, titolari o coadiutori di imprese commerciali Agenti o rappresentanti di commercio iscritti alla gestione Inps commercianti |
| 📋 Requisiti principali | Cessazione definitiva dell’attività Cancellazione dal Registro delle imprese Età minima 62 anni (uomini) o 57 anni (donne) Almeno 5 anni di iscrizione (e contribuzione) alla Gestione commercianti Inps |
| 💶 Importo dell’indennizzo | Uguale al trattamento minimo di pensione Inps fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia |
| 🧾 Domanda | Online, tramite contact center o patronato |
| 📆 Decorrenza e durata | Dal mese successivo alla presentazione della domanda se la cessazione è avvenuta entro i 12 mesi precedenti Fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o al decadimento dei requisiti per l’indennizzo |
| ⚠️ Cause di esclusione | Non spetta se l’attività è stata ceduta, trasformata o trasferita a familiari o soci Esclusi anche i titolari di altre pensioni dirette Decade se l’ex commerciante apre una nuova attività o inizia a lavorare |
Cosa succede se il commerciante torna a lavorare
Per accedere alla somma, è previsto anche il divieto di svolgere un lavoro. Infatti, l’ottenimento dell’indennizzo è per legge incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività di lavoro, sia subordinato sia autonomo.
Perciò se il soggetto riprende una qualsiasi attività lavorativa deve dirlo all’Inps entro 30 giorni e l’erogazione cesserà dal primo giorno del mese successivo alla ripresa dell’attività.
Per fare domanda di indennizzo, è possibile usare:
- il servizio online Inps apposito, denominato Domanda di indennità commercianti;
- il contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 (da rete mobile);
- gli enti di patronato e intermediari dell’istituto attraverso i loro servizi digitali.
L’indennizzo commercianti si conferma così un salvagente concreto per una categoria spesso esposta alle incertezze economiche del settore e alle tante incognite della realtà odierna. La misura si combina ad altre agevolazioni, come ad es. i contributi ridotti del 50%.