Nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2022 la Presidente del Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto di proclamare il 2023 “Anno europeo delle Competenze“, per rafforzare la competitività dei cittadini europei, concentrare meglio gli investimenti, cooperare con le imprese, le cui esigenze devono necessariamente essere correlate con le aspirazioni dei cittadini dell’Unione e con la forza attrattiva dei talenti nell’Unione.
Sulla scia di quanto annunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2022, la Commissione ha adottato la proposta per proclamare il 2023 Anno europeo delle Competenze.
Indice
Anno europeo delle competenze, gli obiettivi
Prendendo le mosse dai successi dell’Anno europeo dei giovani 2022, nel 2023 l’obiettivo è quello di rivolgere l’attenzione sulle persone per dotarle delle competenze necessarie per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro, attraverso un processo formativo costante nell’arco della vita lavorativa di ogni cittadino, garantendo, anche attraverso finanziamenti mirati, inclusività nella riqualificazione e pieno dispiegamento del potenziale dei talenti.
L’Anno europeo delle Competenze va ad inserirsi anche nel perseguimento degli obiettivi del Decennio digitale e del Green Deal per sostenere le imprese, in particolare le PMI, nell’assumere, formare e mantenere i talenti.
La transizione verde e digitale sta aprendo nuove opportunità per i cittadini e per l’economia dell’UE. Questa prospettiva estremamente positiva, per dare i suoi frutti, tuttavia, necessita la predisposizione delle competenze atte ad affrontare con successo i cambiamenti del mercato del lavoro e partecipare alla vita sociale e democratica dell’UE, senza discriminazioni, garantendo equità e giustizia, contribuendo anche alla crescita sostenibile, all’innovazione e al miglioramento della competitività.
I dati
La necessità di focalizzare l’attenzione per il prossimo anno sulle competenze nasce dalla lettura attenta di alcuni dati.
Oltre tre quarti delle imprese dell’UE incontrano difficoltà a trovare lavoratori con le competenze necessarie. I dati Eurostat indicano che solo il 37% degli adulti ha l’abitudine di seguire percorsi di formazione.
L’indice di digitalizzazione dell’economia e della società mostra che, in Europa, 4 adulti su 10 e 1 persona su 3 che lavora non dispongono delle competenze digitali di base.
Già nel 2021 era emersa la carenza di competenze per 28 tipologie di attività lavorative, che spaziavano dall’edilizia all’assistenza sanitaria, dall’ingegneria e all’informatica, con una domanda crescente di lavoratori, sia di quelli altamente qualificati che di quelli scarsamente qualificati.
A tutto ciò si registra anche una scarsa rappresentanza femminile nelle professioni e negli studi di natura tecnologica: solo 1 informatico su 6 e 1 laureato in discipline STEM su 3 è donna.
Promozione, garanzie e attrazione
Gli Stati membri hanno già messo in moto dei meccanismi volti ad incoraggiare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita del lavoratore approvando gli obiettivi sociali dell’UE per il 2030, in base ai quali almeno il 60% degli adulti dovrebbe partecipare, ogni anno, ad attività di formazione, presentando già il loro contributo nazionale al conseguimento di tale obiettivo.
Tali azioni costituiscono una milestone per raggiungere, entro il 2030, l’obiettivo di un tasso di occupazione di almeno il 78%. In base alla bussola per il digitale 2030, entro tale anno, nell’UE, almeno l’80% degli adulti dovrebbe possedere almeno le competenze digitali di base e dovrebbero essere impiegati 20 milioni di specialisti delle TIC, mentre un numero maggiore di donne dovrebbe essere incoraggiato a svolgere tali attività professionali.
Con l’Anno europeo delle Competenze, la Commissione europea, di concerto con il Parlamento europeo, gli Stati membri, le parti sociali, i servizi per l’impiego pubblici e privati, le Camere di Commercio e dell’Industria, gli erogatori di istruzione e formazione, i lavoratori e le imprese, propone di imprimere nuovo slancio all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita:
- promuovendo investimenti maggiori, più efficaci e inclusivi nella formazione e nel miglioramento del livello delle competenze, per sfruttare appieno il potenziale della forza lavoro europea e sostenere le persone nel passaggio da un posto di lavoro a un altro;
- garantendo che le competenze siano adeguate alle esigenze del mercato del lavoro, anche cooperando con le parti sociali e le imprese;
- abbinando le aspirazioni e le competenze delle persone alle opportunità offerte dal mercato del lavoro;
- attraendo persone provenienti da paesi terzi con le competenze necessarie all’UE, anche rafforzando le opportunità di apprendimento e la mobilità e agevolando il riconoscimento delle qualifiche.
Per conseguire questi obiettivi la Commissione:
- promuoverà opportunità di miglioramento del livello delle competenze e di riqualificazione, richiamando l’attenzione sulle pertinenti iniziative dell’UE, compresi i finanziamenti disponibili, per sostenere l’adozione, l’attuazione e la realizzazione sul campo di tali attività;
- organizzerà in tutta l’UE eventi e campagne di sensibilizzazione per sostenere l’apprendimento reciproco dei partner nel miglioramento del livello delle competenze e nella riqualificazione;
- contribuirà a sviluppare ulteriormente gli strumenti di analisi del fabbisogno di competenze e a promuovere i mezzi e gli strumenti per una maggiore trasparenza e un più agevole riconoscimento delle qualifiche, comprese quelle rilasciate al di fuori dell’UE;
- inviterà gli Stati membri a nominare un coordinatore nazionale per l’Anno europeo delle competenze.
Le iniziative UE già a supporto dello sviluppo delle competenze
Vi sono già in atto numerose iniziative UE per sostenere le competenze e aumentarne la diffusione. In particolare:
- l’agenda per le competenze per l’Europa. Costituisce il quadro di riferimento per la cooperazione dell’UE nelle politiche in materia di competenze e continuerà ad aiutare i cittadini e le imprese a sviluppare competenze più numerose e migliori e ad applicarle;
- il patto per le competenze. Hanno aderito oltre 700 organizzazioni e sono stati istituiti 12 partenariati su vasta scala in settori strategici con l’impegno di contribuire a migliorare il livello delle competenze per un numero di persone che potrebbe raggiungere i 6 milioni;
- il dialogo strutturato con gli Stati membri sull’istruzione e le competenze digitali;
- la creazione di un bacino di talenti dell’UE e di partenariati volti ad attirare talenti con un gruppo di partner terzi. La Commissione, attraverso questi due strumenti, ha proposto nuove iniziative per affrontare le carenze di competenze dell’UE e per migliorare la cooperazione in materia di migrazione, adeguando alle esigenze del mercato del lavoro le competenze di chi si candida a lavorare in Europa, costituendo un risultato fondamentale nell’ambito del nuovo patto sulla migrazione e l’asilo;
- la strategia europea per le università. Adottata a Gennaio 2022, propone 50 azioni fondamentali per sviluppare competenze di alto livello e adeguate alle esigenze future per un’ampia gamma di discenti, compresi coloro che apprendono lungo tutto l’arco della vita, affinché diventino pensatori creativi e critici, solutori di problemi e cittadini attivi e responsabili;
- la nuova agenda europea per l’innovazione. Adottata a Luglio 2022, propone un’iniziativa faro e una serie di azioni per creare le condizioni adatte per i talenti europei;
- la piattaforma europea per le competenze e le occupazioni digitali. Iniziativa lanciata nell’ambito del programma del meccanismo per collegare l’Europa, offre informazioni e risorse sulle competenze digitali, tra cui uno strumento di autovalutazione delle competenze digitali e opportunità di formazione e di finanziamento;
- la coalizione dell’UE per le competenze e le occupazioni digitali. La coalizione si preoccupa di affrontare la carenza di competenze digitali riunendo gli Stati membri, le parti sociali, le imprese, le organizzazioni senza scopo di lucro e gli erogatori di istruzione per sensibilizzare e incoraggiare le organizzazioni a intraprendere varie iniziative volte a incentivare la formazione sulle competenze digitali.
I finanziamenti per investire nelle competenze
Sono disponibili ingenti finanziamenti dell’UE e un rilevante sostegno tecnico per sostenere gli investimenti degli Stati membri finalizzati al miglioramento del livello delle competenze e alla riqualificazione. In particolare:
- il Fondo sociale europeo Plus (FSE+). Con un bilancio di oltre 99 miliardi di euro, per il periodo 2021-2027, è il principale strumento dell’UE per investire nelle persone;
- il dispositivo per la ripresa e la resilienza. Sostiene le riforme e gli investimenti degli Stati membri, anche nel settore delle competenze e dell’occupazione;
- il programma Europa digitale per lo sviluppo di competenze digitali avanzate. Il programma fornisce finanziamenti strategici e, tra l’altro, sostiene lo sviluppo di un bacino di esperti digitali qualificati e di talento, rafforzando, nel contempo, la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE e i portatori di interessi in materia di competenze e posti di lavoro digitali;
- Orizzonte Europa. Sostiene le competenze dei ricercatori, degli imprenditori e degli innovatori, in particolare attraverso le azioni Marie Skłodowska-Curie, il Consiglio europeo per l’innovazione e l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia;
- Erasmus+. Sostiene anche lo sviluppo, sul piano personale e professionale, di discenti, corpo docente e istituti di istruzione e formazione professionale attraverso il finanziamento di attività di mobilità e partenariati per la cooperazione in tutta Europa. Finanzia, inoltre, le università europee che stanno sperimentando lo sviluppo di micro-credenziali per la formazione, il miglioramento del livello delle competenze e la riqualificazione.
A questo elenco si aggiungono altri programmi che possono sostenere lo sviluppo delle competenze, ovvero:
- il programma InvestEU;
- il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro;
- il Fondo europeo di sviluppo regionale;
- il Fondo per una transizione giusta;
- il Corpo europeo di solidarietà;
- il programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE);
- il Fondo per la modernizzazione;
- lo strumento di sostegno tecnico;
- lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale.
Il Parlamento europeo e il Consiglio discuteranno la proposta della Commissione, tenendo conto dei pareri del Comitato economico e sociale europeo e del Comitato delle regioni.