Il caso dell’imprenditore che offre 2mila euro al mese ma non trova operai

Elia Stevanato è alla ricerca di 10 dipendenti nell'ambito della riparazione di grandi infrastrutture in giro per l'Italia. Secondo l'imprenditore, "è colpa del Reddito di cittadinanza"

Nonostante la gravissima crisi economica, ci sono ancora imprenditori che pubblicano annunci di lavoro e poi lamentano scarsa o nessuna risposta da parte di potenziali dipendenti. “Offro 2mila euro al mese, ma nessuno risponde“, ha denunciato l’imprenditore 38enne Elia Stevanato, presidente della Stevanato Prodotti e Lavori Speciali Srl di Salzano (Venezia).

L’azienda è alla ricerca di 10 figure professionali per far fronte a commesse in giro per lo Stivale. Una ricerca quasi “disperata”, che ha portato il titolare ad appendere uno striscione davanti ai cancelli dell’azienda: “Hai voglia di lavorare? Entra nella famiglia Stevanato. Cerchiamo operai disponibili a trasferte” (qui avevamo parlato del caso di Elisabetta Franchi e della sue offerta di lavoro).

Di cosa si occupa l’impresa e perché non riesce a trovare lavoratori

L’azienda di Stevanato si occupa di riparazioni di ponti, strade, linee ferroviarie e grandi infrastrutture in giro per l’Italia, dal Mose di Venezia all’autostrada Siracusa-Gela. Da qui nasce la prima difficoltà nel reperire personale competente: per questo tipo di mansioni è infatti necessaria un’adeguata preparazione tecnica, oltre alla disponibilità a spostarsi e a stare lontani da casa anche per lunghi periodi di tempo.

Stevanato aveva aperto le 10 posizioni lavorative, inizialmente in Veneto. Dato l’insuccesso dell’iniziativa, l’imprenditore ha però esteso l’avviso al Sud Italia. Le prime risposte all’annuncio sono arrivate dopo un articolo pubblicato su Il Gazzettino, con la successiva assunzione di due giovani, di 19 e 28 anni, e la ricezione di oltre 50 curriculum per le posizioni.

Reddito di cittadinanza e pigrizia, la polemica di Stevanato

Nei giorni scorsi Elia Stevanato aveva individuato in due fattori la causa dello scarso successo della sua ricerca di personale: il Reddito di cittadinanza e la mancanza di volontà da parte dei giovani di mettersi in gioco. “Io credo che il Reddito di cittadinanza vada cambiato. Bisogna toglierlo ai ragazzi giovani per lasciarlo alle persone anziane che perdono il lavoro, ma non possono andare in pensione o ai portatori di handicap. Io sostituirei il Rdc con una detassazione del lavoro al 30%, in cui il 15% viene elargito direttamente al dipendente”, aveva affermato l’imprenditore (in Italia non si trovano queste figure: l’allarme da qui al 2026).

Le lamentele di Stevanato si riferiscono alle (poche) risposte pervenute dal Veneto in azienda. “Mi dicono: voglio essere a casa alle cinque, voglio andare in palestra, devo uscire con la morosa. Così ho deciso di rivolgermi ai giovani del Sud. La maggior parte dei nostri dipendenti viene da lì. Ne parlano male, ma nel Meridione c’è gente che ha voglia di lavorare”.

La situazione del Reddito di cittadinanza

Attualmente il Reddito di cittadinanza viene erogato a 1,05 milioni di famiglie in Italia, per un importo medio di 581 euro mensili. L’importo mensile medio per i soggetti singoli si aggira invece sui 452,40 euro. Cifre molto lontane dal salario proposto da Stevanato, che punta il dito (anche) contro il lavoro nero. “Molte persone ricevono il reddito e poi preferiscono fare lavoretti saltuari senza pagare tasse. È un problema che va contrastato”.

Secondo il titolare dell’impresa, il Rdc andrebbe garantito “a una portatore di handicap, a una persona che non riesce ad andare in pensione, ma non a un ragazzo giovane che è a casa con la famiglia”.