Obblighi e diritti per le vendite online

Il commercio online è sempre più in crescita, per questo serve conoscere le leggi a riguardo

Il continuo aumento delle vendite online di beni e servizi, una modalità in crescita sia in Italia che nel resto del mondo, ha spinto le Istituzioni a regolamentare il settore. In particolare, oggi esistono per gli e-commerce adempimenti fiscali e normative precise, che stabiliscono le procedure da seguire per operare nel commercio elettronico, altrimenti si corre il rischio di incappare in severe sanzioni. Vediamo quali sono le regole principali, italiane ed europee, da rispettare per vendere online in maniera corretta.

Cos’è il commercio elettrico?

Negli ultimi anni, la diffusione di internet e delle nuove tecnologie ha comportato notevoli cambiamenti nelle società moderne, spostando sempre di più l’erogazione di servizi e lo shopping verso il web. In particolare è in forte crescita il commercio elettrico, ovvero i siti web che si occupano della vendita online di prodotti e prestazioni, proponendo agli utenti la possibilità di acquistare su internet qualsiasi tipo di bene.

L’aumento dei portali e-commerce (electronic commerce) ha provocato una serie di problematiche, legate ad esempio al tracciamento degli utenti, alla conservazione dei loro dati  (soprattutto quelli sensibili come i numeri delle carte di pagamento e gli indirizzi) e alle procedure per le transazioni finanziarie elettroniche. Per questo motivo oggi esistono una serie di normative e adempimenti fiscali da rispettare, per chi lavora nel settore del commercio online, obblighi di legge nazionali ed europei estremamente importanti.

Le nuove normative di legge per gli e-commerce

Ultimamente la Commissione Europea ha accesso i riflettori sul settore delle vendite online, lavorando ad alcuni provvedimenti per regolare il commercio elettronico, proteggere gli utenti e garantire gli interessi delle imprese coinvolte. In particolare nel 2014 è stata emanata la direttiva UE 2011/83/CE volta a tutelare i diritti dei consumatori online, una normativa per e-commerce valida in tutti e 28 gli stati membri, che interessa un pubblico di oltre 570 milioni di utenti che acquistano su internet beni e servizi, recepita in Italia con il decreto legislativo 21/2004.

Secondo le normative europee e italiane, dunque, tutti gli e-commerce che si occupano di vendite online devono rispettare i diritti dei consumatori. Nel dettaglio è stato introdotto il diritto al ripensamento, con il quale ogni utente può annullare l’acquisto entro 14 giorni, senza nessun tipo di costo o penale di cancellazione. Tale periodo è maggiorato fino a 12 mesi, qualora non venga preventivamente informato di tale possibilità, mentre il venditore ha 14 giorni di tempo per restituire le somme pagata dal consumatore.

Altre misure riguardano la trasparenza dei costi, in quanto non possono essere addebitate commissioni se non esplicitamente dichiarate prima dell’acquisto, le caselle premarcate per invogliare a comprare servizi accessori (che devono essere lasciate in bianco di default), le chiamate a pagamento, la cui tariffa non può superare quella prevista dal gestore per le telefonate normali, oppure l’obbligatorietà delle informazioni contrattuali.

Inoltre gli e-commerce devono essere in regola con la nuova normativa sulla privacy (GDPR), notificando agli utenti la presenza di coockie di tracciamento, richiedendo l’autorizzazione alla memorizzazione dei dati e al monitoraggio per ogni singola finalità. Esiste poi la direttiva europea 2000/31/CE, recepita del D.Lgs n. 70/2003, che regola alcuni procedimenti giuridici per i rapporti tra utenti e imprese, oltre al provvedimento europeo sulle risoluzioni online delle dispute (ODR – normativa UE 524/2013), per contenere le class action e gestire i contenziosi legali.

Commercio online: la normativa fiscale e gli adempimenti

Oltre alla tutela dei consumatori, i siti web specializzati nelle vendite online devono seguire una normativa fiscale per e-commerce specifica. Innanzitutto è necessario aprire una partita IVA, iscrivendosi presso la Camera di Commercio all’interno del Registro delle Imprese, realizzando tutti gli adempimenti tramite la Comunicazione Unica. Si tratta di un procedimento digitale, che permette di espletare online varie operazioni, come le comunicazioni INPS, INAIL, con l’Agenzia delle Entrate e la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

Le informazioni dell’impresa devono essere presenti sul portale online, ben visibili dagli utenti, che devono individuare dati come il numero della partita IVA, l’indirizzo della sede legale e il codice d’iscrizione al Registro delle Imprese. Gli e-commerce che vendono i loro prodotti all’estero, non solo nel paese di residenza ma anche in altri stati membri, devono obbligatoriamente registrarsi nel sistema telematico europeo VIES (Vat Information Exchange System).

Per quanto riguarda la fatturazione per gli e-commerce è prevista a modalità online, ovvero la nuova fatturazione elettronica, un sistema completamente digitale che prevede l’archiviazione delle fatture per un periodo di 10 anni. Tale obbligo deve esser rispettato sia da chi emette la fattura sia da chi la riceve, optando per il formato XML e l’identificazione tramite la firma digitale. Questo adempimento fiscale è rivolto a tutti i titolari di partita IVA, ad eccezione di chi rientra nel regime forfettario o in quello dei minimi.

Infine è importante fare una distinzione tra e-commerce diretto, in cui ogni operazione avviene online (ad esempio assicurazioni online, fornitura di hosting o vendita di e-book), con e-commerce indiretto, quando una parte dei processi si verifica secondo metodi tradizionali (vendita online e consegna a domicilio). Nel primo caso non esiste l’obbligo della fattura, se la vendita interessa soggetti privati residenti in Italia, trattandosi di attività accomunate alle vendite per corrispondenza, nel secondo invece il fornitore deve pagare l’IVA in base al paese di residenza del consumatore.