Contratto metalmeccanici, Federmeccanica propone un premio di 700 euro: no dei sindacati

Nel nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici sarà riconosciuto un importo di 700 euro lordi annui da giugno 2026. Ma per i sindacati non basta

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 11 Ottobre 2024 11:08

Le trattative per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici si inceppa; Federmeccanica e Assistal hanno proposto l’erogazione di un importo di 700 euro lordi all’anno a partire da giugno 2026, per le aziende con un rapporto tra margine operativo lordo e fatturato superiore al 10% (rispetto all’anno precedente). La proposta è una risposta sia ai sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, che avevano chiesto un incremento dei minimi retributivi di 280 euro lordi a regime.

La proposta di Federmeccanica-Assistal

Federmeccanica-Assistal e le organizzazioni sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil si sono incontrate per la sesta volta dall’inizio della trattativa, avviata il 30 maggio 2024, e sono emerse diverse frizioni tra le parti. La posizione di Federmeccanica-Assistal è netta, soprattutto riguardo ai salari: le associazioni intendono confermare l’adeguamento dei minimi tabellari in base all’indicatore Ipca Nei (indice dei prezzi al consumo armonizzato al netto dei beni energetici importati), seguendo il meccanismo ex post. In pratica, le aziende propongono di ripetere il sistema adottato per i precedenti rinnovi contrattuali, in cui l’Istat calcola, a giugno, l’Ipca Nei dell’anno precedente e l’importo viene corrisposto in busta paga nella mensilità di giugno. Con l’adeguamento all’inflazione, ai metalmeccanici è andato in media oltre 137 euro in più.

L’ultima proposta prevede che, in assenza di un premio di risultato e/o di altri elementi economici collettivi di secondo livello, venga riconosciuto un importo di 700 euro lordi all’anno ai dipendenti di aziende con un rapporto tra margine operativo lordo e fatturato superiore al 10%, con un incremento rispetto all’anno precedente. Per i lavoratori già beneficiari di riconoscimenti individuali, l’importo si ridurrebbe a 350 euro lordi annui.

Inoltre, è prevista una copertura assicurativa gratuita per le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici, che garantirebbe una rendita mensile netta di 600 euro in caso di non autosufficienza. Si propone anche un aumento dei flexible benefits, portandoli da 200 a 400 euro, se destinati a spese con un impatto sociale e ambientale positivo, come il pagamento della retta del nido, l’acquisto di libri scolastici e abbonamenti ai mezzi pubblici.

I sindacati non ci stanno

La proposta però non convince i sindacati. “Noi abbiamo la responsabilità di esplicitare che se nei prossimi incontri non si attestano avanzamenti – afferma il leader della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano – terminata a metà novembre la fase di moratoria prevista dal contratto si aprirà una fase di conflittualità che tutti quanti vorremmo evitare”.

In particolare, spiega il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, Federmeccanica-Assistal ha affermato che punta a costruire un contratto sul modello dell’Esg, come richiesto nella piattaforma unitaria, ma su questo “non ci sono state risposte”, aggiunge Uliano. Sul salario, punto nodale della trattativa, “non è previsto nessun aumento certo e non sarà garantito nulla di più di quello che sarà definito in base all’andamento dell’inflazione – continua De Palma – È pure precisato che, se la cifra dell’adeguamento, tra previsione e consuntivo, risultasse superiore all’1%, il differenziale verrà riconosciuto a partire dal mese di dicembre di quello stesso anno e non più a giugno. Questo determinerebbe un peggioramento del modello contrattuale”.

Complessivamente, precisa Uliano, “le distanze salariali sono enormi sia sui minimi, ma anche sulla proposta economica sulla mancata contrattazione aziendale (elemento perequativo) non si dà la piena copertura a tutti i lavoratori e si rischia di compromettere la contrattazione aziendale dove viene praticata”.

Cosa contiene il nuovo contratto

Un altro aspetto significativo della proposta delle imprese prevede il passaggio dall’attuale sistema degli aumenti periodici di anzianità (APA) a un nuovo elemento economico, denominato Elemento di Continuità Professionale (ECP). A partire dal 1° gennaio 2026, con la maturazione del biennio, le associazioni datoriali intendono anticipare al lavoratore, insieme alla retribuzione del mese successivo, un importo equivalente a quello che sarebbe stato erogato mensilmente nel corso dei due anni successivi a titolo di APA.

La proposta di Federmeccanica e Assistal mira a migliorare le condizioni per i lavoratori con una retribuzione annuale lorda inferiore ai 35mila euro, con particolare attenzione alla riduzione delle franchigie o degli scoperti sulle spese odontoiatriche per i dipendenti e i loro familiari.

In tema di non autosufficienza, si introduce una copertura assicurativa gratuita per i lavoratori metalmeccanici che garantirà una rendita mensile netta di 600 euro in caso di non autosufficienza, coprendo anche i periodi post-pensionamento. Inoltre, saranno previsti servizi di supporto per le persone non autosufficienti, come uno sportello di orientamento, convenzioni con RSA e assistenti familiari.

Occupazione femminile, il 30% delle assunzioni riservate alle donne

A partire dal 1° giugno 2025, Federmeccanica e Assistal propongono di aumentare il contributo a carico dell’azienda dal 2% attuale al 2,2%, un incremento che finora era previsto solo per i lavoratori under 35. Per le nuove iscrizioni successive alla firma del Ccnl, la proposta prevede di elevare la contribuzione al 2,5% per gli under 35 e le donne, a sostegno di questi due segmenti “deboli” del mercato del lavoro.

Federmeccanica e Assistal hanno fissato l’obiettivo di aumentare la presenza femminile nei livelli direttivi, proponendo di riservare almeno il 30% delle assunzioni al personale femminile, compatibilmente con la disponibilità dell’offerta di lavoro e le esigenze tecniche e organizzative delle aziende. Durante il periodo di validità del contratto, la proposta prevede di inquadrare il 30% del personale femminile già presente al momento della stipula nei livelli direttivi B2 e successivi, tenendo sempre conto delle necessità aziendali.

Inoltre, sono previste 4 ore di formazione aggiuntive nel triennio per il personale femminile che rientra dalla maternità, per chi torna dopo lunghi periodi di assenza per malattia e per le lavoratrici trasferite per motivi di tutela da molestie sul luogo di lavoro o in ambito familiare.