Manager, siglato il nuovo contratto: minimi in crescita a 85mila euro

Confindustria e Federmanager firmano il rinnovo del contratto dirigenti: nuovi minimi, welfare potenziato e maggiore equità salariale tra i generi

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 14 Novembre 2024 08:57

Dopo un’attesa che ha rispettato le aspettative del settore, Confindustria e Federmanager hanno ufficialmente firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per i dirigenti dell’industria. Questo accordo non si limita a un semplice adeguamento delle retribuzioni, ma ridisegna il profilo dei rapporti tra manager e imprese, portando un nuovo equilibrio che guarda sia alle necessità economiche che a quelle personali.

Il contratto prevede un aumento complessivo del 13% entro il 2026, elevando il trattamento minimo da 75mila a 85mila euro, con un primo step a 80mila già a partire dal 2025. Questo adeguamento è destinato a ridefinire le basi retributive per i dirigenti industriali, rafforzando la loro posizione all’interno del tessuto economico italiano.

Un nuovo approccio alla retribuzione: premiare il merito e i risultati

Un elemento chiave dell’accordo è la volontà di legare una parte della retribuzione dei dirigenti agli obiettivi raggiunti. Questo sistema non solo punta a valorizzare la performance individuale, ma rappresenta anche un cambio di paradigma: non si premia più solo il ruolo, ma il contributo tangibile e concreto che ogni manager apporta all’azienda. I firmatari del contratto sottolineano come questo approccio sia stato pensato per rispondere in modo più preciso alle competenze e alle responsabilità di chi guida il settore industriale. Ogni dirigente avrà così la possibilità di vedere riconosciuti i propri sforzi e risultati, con un modello che valorizza l’impegno e favorisce una gestione sempre più “orientata agli obiettivi”, come si legge spesso su Linkedin.

Welfare aziendale al centro: previdenza e sanità integrativa

Non solo retribuzione: il contratto introduce novità significative anche sul fronte del welfare. Gli interventi riguardano principalmente due pilastri: la previdenza e la sanità integrativa. Da un lato, si prevede un aumento del contributo aziendale al fondo pensionistico Previndai, un investimento che punta a rafforzare la sicurezza economica dei dirigenti anche a lungo termine.

Questo incremento consente ai manager di beneficiare di un risparmio diretto, offrendo loro una stabilità che va oltre la vita lavorativa attiva. Sul versante della sanità, il fondo Fasi amplierà l’offerta delle prestazioni rimborsabili, includendo nuove coperture e agevolando l’accesso a servizi medici di alta qualità. Anche Fondirigenti vedrà un rafforzamento, con nuovi fondi destinati a supportare iniziative di aggiornamento professionale e a promuovere politiche attive per il lavoro.

Equità salariale tra dirigenti: un obiettivo concreto

L’accordo affronta anche un tema sempre più centrale: l’equità salariale tra uomini e donne nei ruoli dirigenziali. Questo rinnovo rappresenta un passo ulteriore verso una parità effettiva, che non rimane solo un principio ma trova attuazione nelle scelte contrattuali. La strada tracciata dal precedente contratto viene qui consolidata, con un impegno chiaro a favorire un accesso equo e retribuzioni trasparenti, in modo che tutti, indipendentemente dal genere, abbiano le stesse opportunità e riconoscimenti ai vertici aziendali.

Genitorialità e lavoro: un equilibrio che guarda al futuro

Infine, il tema della genitorialità trova ampio spazio nel nuovo contratto, in un’ottica che punta a conciliare sempre meglio la sfera lavorativa con quella personale. L’indennità per i congedi parentali sarà aumentata al 100%, superando il limite dell’80% previsto dalla legge, offrendo così un supporto economico più consistente ai dirigenti che scelgono di usufruire del congedo.

Inoltre, il contratto introduce la possibilità di mantenere un collegamento attivo con l’azienda durante l’assenza, permettendo una transizione più agevole al momento del rientro.