Carenza di infermieri in Italia: ne mancano 63mila

In Italia c'è una forte carenza di infermieri a causa dei bassi stipendi e delle scarse prospettive di carriera: il monito dell'Oms e la ricerca di personale all'estero.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

L’Italia accusa una forte carenza di infermieri. Il Paese, secondo l’Ocse e la Commissione europea, è quello che impiega meno infermieri di tutti gli altri in Europa e, stando ai dati della Federazione Nazionale Ordini Professionali Infermieristici (Fnopi), ne mancherebbero almeno 63mila nelle strutture mediche nazionali. Le situazioni peggiori in Lombardia e Campania, con i dati che potrebbero peggiorare nei prossimi anni a causa dell’invecchiamento della popolazione. Oltre alle mancate assunzioni e ai posti a numero chiuso nelle università di infermieristica, a incidere sulla carenza di personale qualificato nelle strutture sanitarie nostrane è anche la differenza salariale che l’Italia sconta nei confronti degli altri Paesi europei vicini.

In Italia c’è carenza di infermieri

Le ragioni della carenza di infermieri in Italia sono diverse e concatenate. Tutto parte dalle mancanze nella formazione del personale infermieristico. Nelle università italiane, infatti, i posti messi a disposizione con test di ingresso sono nettamente inferiori rispetto all’elevata richiesta di iscrizioni. Inoltre, anche chi riesce ad accedere al percorso di studi si scontra con una formazione che non viene considerata adeguata rispetto al momento storico, cui fanno seguito delle future condizioni di lavoro non competitive con lo scenario internazionale.

Guardando ai dati si capisce meglio il fenomeno: circa 21mila infermieri operanti in Italia sarebbero in procinto di lasciare il proprio posto di lavoro, altri 21mila negli ultimi tre anni hanno presentato le proprie dimissioni volontarie e altri 18 mila hanno lasciato l’Italia per andare a lavorare all’estero. A incidere su queste scelte sono le molte responsabilità, le scarse prospettiva di carriera e le poche gratificazioni personali.

Lo stipendio degli infermieri italiani

A non rendere competitivo il mercato italiano per gli infermieri sono soprattutto gli stipendi nettamente più bassi rispetto agli altri Paesi europei. In Italia un infermiere che lavora nel pubblico guadagna in media circa 29.233 euro all’anno (2.400 euro lordi al mese in media), mentre nella vicinissima Svizzera lo stipendio medio annuo è di 62mila euro (5mila euro al mese).

Il lavoro poco gratificante degli infermieri in Italia

Ai dati economici in precedenza descritti, si aggiungerebbe in Italia anche un elevato livello di stress da lavoro per gli infermieri, spesso soggetti a doppi turni e orari estenuanti. C’è poi un rischio sicurezza, dato dal fatto che i casi di aggressione negli ospedali italiani a medici e infermieri sono cresciuti nel corso degli ultimi anni.

Pochi infermieri in Italia, il monito dell’Oms

La carenza di personale infermieristico in Italia ha attirato l’attenzione di molte istituzioni mediche internazionali. L’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, ha sollecitato l’Italia, così come i Paesi che si trovano in una situazione analoga, a trasformare la professione infermieristica attraverso investimenti, supporto e formazione. L’obiettivo del monito dell’Oms è quello di portare all’assunzione di più di 6 milioni di infermieri in tutto il mondo entro il 2030.

L’Italia cerca infermieri all’estero

Per provare a far fronte all’emergenza infermieri in Italia, le istituzioni locali e nazionali cercano di intervenire come possono. Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Lombardia, sarebbe alla ricerca di nuovi infermieri e medici provenienti dal Sud America, mentre il ministro della Salute Orazio Schillaci starebbe tentando di far venire dall’India del nuovo personale qualificato all’esercizio della professione infermieristica e medica. Lo stesso iter è seguito anche da alcune importanti istituzioni socio-sanitarie cattoliche patrocinate dalla Cei, le quali cercano medici e infermieri nei Paesi in via di sviluppo.