A giugno l’Inps ha registrato un saldo positivo di 352.000 posti di lavoro nel settore privato. La maggior parte delle assunzioni è con contratti a tempo indeterminato (92%), mentre il restante è definito da altre tipologie di contratto tra lavoro intermittente e stagionale, anche se risultano in calo i contratti a tempo determinato e i rapporti di lavoro in apprendistato. L’Osservatorio dell’Inps pone particolare accento sulle dinamiche di questi flussi, che sono utili per capire come il mercato del lavoro si trasforma e qual è il peso delle agevolazioni per i nuovi rapporti di lavoro.
Nel 2025 misure agevolate per l’assunzione, come la Decontribuzione Sud, hanno portato a una crescita significativa dei nuovi contratti. Ne hanno beneficiato soprattutto i giovani, con l’esonero contributivo giovani, mentre è stato registrato un lieve calo per l’incentivo al lavoro femminile.
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Crescono i contratti a tempo indeterminato: +352mila posti di lavoro
L’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps ha reso noto il dato di giugno che analizza le assunzioni, le trasformazioni e le cessazioni dei rapporti di lavoro. Calcolando la differenza tra i flussi di assunzioni e le cessazioni degli ultimi 12 mesi, è stato possibile determinare come a giugno 2025 si sia registrato un saldo annuale positivo pari a +352.000 posti di lavoro nel settore privato.
Fa bene sapere, considerando come questa tipologia di contratto sia tra le più ambite e le più sicure, che il maggior peso è determinato proprio da nuovi contratti a tempo indeterminato. I dati, in sintesi, mostrano un aumento di quasi tutte le tipologie di contratto, tranne in due casi:
- +325.000 rapporti di lavoro con contratto a tempo indeterminato;
- +29.000 posti di lavoro con lavoro intermittente;
- +15.000 per lavori stagionali;
- +6.000 posti di lavoro in somministrazione;
- -11.000 posti di lavoro in apprendistato;
- -12.000 posti di lavoro a tempo determinato.
Il rapporto pone l’accento però sulla necessità di distinguere tra i nuovi contratti a tempo indeterminato e quelli a termine. Nel corso dei primi sei mesi del 2025, rispetto allo stesso periodo del 2024, sono diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-22%) e quelle a termine (-3%).
Quanto incidono gli incentivi all’occupazione?
I dati sono numeri piuttosto freddi, visti così, uno dietro l’altro, ma dietro a ogni contratto a tempo indeterminato, ogni trasformazione di tipologia o cessazione c’è un mondo. Il Coordinamento generale statistico attuariale ha speso poche parole per spiegare questi numeri e il modo in cui gli incentivi all’occupazione abbiano influito più o meno positivamente sul numero di nuovi posti di lavoro.
Infatti, se nel 2023 il numero di assunzioni e variazioni contrattuali che hanno usufruito delle agevolazioni contributive è stato di circa 2,3 milioni, nel 2024 sono state appena 1.556.000. La contrazione è proseguita anche tra il 2024 e il 2025, arrivando a toccare il 68%. Secondo l’analisi, il calo è legato alla cessazione della validità della misura Decontribuzione Sud, che aveva fatto segnare dati positivi all’inizio del 2024, ma che dal 2025 non è più attiva. Da qui il brusco calo.
Quell’agevolazione non scompare del tutto: viene infatti sostituita da una nuova decontribuzione per il Mezzogiorno. Questa sarà applicabile alle assunzioni a tempo indeterminato effettuate entro il 31 dicembre dell’anno precedente e sarà valida nel periodo 2025-2029.
Si tratta di bonus per l’assunzione o la trasformazione di contratto che punta anche e soprattutto a giovani e donne. Mentre il dato risulta particolarmente importante per le assunzioni dei giovani, in aumento del 58%, per la questione femminile si osserva invece una leggera diminuzione del -1,6%. Dietro questo c’è un fenomeno piuttosto noto, ovvero che alle donne spesso viene offerto un lavoro a tempo determinato, stagionale o flessibile, rispetto a contratti a tempo indeterminato. L’agevolazione invece agisce sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Dove e chi usufruisce di più delle agevolazioni sul lavoro?
C’è poi da fare un appunto sul chi e dove vengono utilizzate simili agevolazioni. Dalle tabelle dei nuovi rapporti del primo semestre 2025 emerge che l’Esonero giovani è stato utilizzato soprattutto al Nord, dove tocca quota 44%. L’incentivo donne invece si ferma al 16,6%. Dato non troppo diverso anche per il Centro, dove però l’agevolazione per le donne si ferma al 6%, e al Sud, dove per i giovani l’utilizzo delle agevolazioni tocca il 15%, mentre i nuovi contratti per le donne fissano un 22,4%.
Le agevolazioni, non sorprende, vengono maggiormente utilizzate dalle grandi aziende, quelle con oltre 100 dipendenti. Emergono, quali settori che ne fanno maggior uso:
- commercio all’ingrosso e al dettaglio;
- riparazioni di autoveicoli e motocicli;
- trasporto e immagazzinaggio;
- servizi di alloggio e di ristorazione.
Questi settori si dividono il 40,4% delle attivazioni di nuovi contratti, ma anche di apprendistato ed Esonero giovani. L’incentivo risulta utilizzato prevalentemente nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, ma anche nell’amministrazione e nei servizi di supporto.