Accordo sulla cassa integrazione per l’ex Ilva: più di 4.000 lavoratori coinvolti

I sindacati hanno raggiunto un accordo con Acciaierie d'Italia per la cassa integrazione dell'ex Ilva

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 26 Luglio 2024 14:01

Accordo raggiunto tra sindacati e dirigenza per la cassa integrazione degli operai di Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva. Buona parte delle maestranze coinvolte lavorano a Taranto, dove ha sede l’acciaieria più grande d’Europa, da anni in crisi e ad oggi in cerca di nuovi investitori per il rilancio. Sono 3.500 le persone che disporranno dell’ammortizzatore sociale nella città pugliese su un totale di 4.050.

Numeri alti, ma comunque inferiori alle richieste iniziali dei sindacati, che hanno dovuto cedere terreno nei confronti della nuova gestione dell’azienda, commissariata dallo Stato. La decorrenza della misura sarà però retroattiva a partire da Marzo del 2024.

Accordo sulla cassa integrazione per l’ex Ilva: tutti i numeri

Sindacati e dirigenza di Acciaierie d’Italia hanno raggiunto un accordo durante la notte sulle misure di ammonizzazione sociale per oltre 4mila operai del gruppo, commissariato dallo Stato e gestore della più grande acciaieria d’Europa, l’ex Ilva di Taranto. Le parti sociali hanno però dovuto fare alcune concessioni sulle cifre inizialmente richieste, soprattutto per quanto riguarda il numero di operai coinvolti nelle misure.

In totale, a ricevere la cassa integrazione saranno 4.050 operai divisi negli stabilimenti del gruppo. La buona parte dei lavoratori coinvolti è però impiegata nell’acciaieria ex Ilva di Taranto, dove i beneficiari sono 3.500. Numeri lontani da quelli chiesti dai sindacati prima dell’inizio della trattativa. Le sigle avrebbero preferito il coinvolgimento di oltre 5.000 lavoratori in totale di cui 4.500 a Taranto.

L’accordo sarà considerato in vigore da marzo 2024 e avrà quindi una valenza retroattiva. Gli operai che aderiranno non lavoreranno più all’interno dell’azienda per il momento ma continueranno a ricevere il 70% dello stipendio. I sindacati ritengono comunque questo risultato una vittoria, ottenuta dopo una lunga trattativa con l’azienda.

Le dichiarazioni dei sindacati e il rilancio dell’ex Ilva

Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, si è detto soddisfatto del risultato: “Dopo oltre 14 ore di trattativa al Ministero del Lavoro è stato raggiunto nella notte l’accordo sulla cassa integrazione per i lavoratori ex Ilva“, ha dichiarato all’Ansa.

“Nell’accordo prevediamo che, con il percorso di ripartenza, siano garantiti tutta l’occupazione e la continuità salariale con un’integrazione dignitosa per le persone che per vivere devono lavorare. Nell’accordo c’è un piano di ripartenza che i commissari straordinari dovranno mettere in pratica, c’è la tutela occupazionale perché non sono previsti esuberi e soprattutto alla fine di questo percorso ci sarà la possibilità per tutti di rientrare al lavoro”, ha poi concluso.

Continua in parallelo il lavoro del governo per rilanciare Acciaierie d’Italia e soprattutto l’ex Ilva di Taranto. Il ministro per lo Sviluppo economico Adolfo Urso ha svelato il piano per il rilancio dell’impianto di Taranto: “I tre altiforni installati nell’ex-Ilva di Taranto (1, 2 e 4) saranno in funzione tutti e tre nel primo trimestre del 2026”.

“Il processo di rinascita della siderurgia nazionale passa dal ripristino produttivo degli stabilimenti ex Ilva”, ha sottolineato il ministro. Procede intanto la ricerca dei partner per aumentare gli investimenti nella siderurgia italiana. Oltre ai colossi stranieri, tra cui l’ucraina Metinvest e l’indiana Steel Mont, si starebbe manifestando anche l’interesse di gruppi italiani.