Salone del libro di Torino, Chiara Valerio e Francesco Giubilei: “C’è un grande ritorno dei classici”

Presenti a Torino per la kermesse, parlano con Qui Finanza due protagonisti dell’editoria italiana: numeri, dati e tendenze di un settore dal futuro incerto

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Per valutare lo stato di salute dell’editoria italiana occorre partire da un decimale, ossia 0,8%: rappresenta la crescita delle vendite di libri registrata negli ultimi dodici mesi in Italia. Un dato che assume proporzioni spaventose (in positivo, si intende) se paragoniamo la situazione attuale a quella pre-Covid, quando gli acquisti del mercato librario si fermavano ad un -14,1% rispetto ad oggi.

Nel quadro appena tracciato si inserisce, come ogni anno, il Salone del libro di Torino, una kermesse internazionale che – per un totale di 5 giorni – attrae nel capoluogo piemontese decine di migliaia di visitatori, appassionati e addetti ai lavori. Uno degli appuntamenti più sentiti del nostro panorama nazionale, luogo di grande fermento (grazie soprattutto alla presenza di scrittori, giornalisti e divulgatori di fama globale), ma anche di feroci polemiche, come quella che lo scorso anno vide protagonista la ministra Eugenia Roccella, il cui intervento venne interrotto da un gruppo di manifestanti contrari alle politiche “pro vita” e “pro famiglia” del governo di Giorgia Meloni.

Quest’anno gli scontri si sono verificati nel pomeriggio di sabato, quando una nutrita rappresentanza attivista pro-Palestina è stata respinta all’ingresso del Lingotto dalle Forze dell’ordine a causa di alcuni atteggiamenti “un po’ oltre le righe” (hanno preso a calci le transenne descrivendo il Salone come “una me**a sionista”). Intanto però all’interno dei padiglioni si discuteva – neanche ci fosse il bisogno di ricordarlo – proprio di libri. In particolare, abbiamo chiesto a Chiara Valerio (responsabile della narrativa della casa editrice Marsilio) e a Francesco Giubilei (fondatore del gruppo editoriale Giubilei Regnani) di farci il quadro sull’andamento generale del settore.

Chiara Valerio, che idea si è fatta riguardo alla solidità dell’editoria oggi in Italia?

“Mi permetto di dissentire, in parte, da quanto enunciato nella premessa. Dai dati che registriamo, ahinoi, il mercato editoriale perde circa il 5% delle vendite rispetto allo scorso anno. Nonostante questo, le ultime due settimane hanno fatto registrare un trend in crescita per tutte le case editrici, ma soprattutto per Marsilio. Nello specifico, a fare da traino per il nostro gruppo c’è il nuovo libro intitolato The Book. Manuale definitivo per la ricostruzione della civiltà (per la collana Marsilio Arte, nda) che sta andando benissimo. Questa cosa gratifica il grande lavoro collettivo che facciamo ogni giorno per andare incontro ai gusti dei nostri lettori e, al contempo, per attrarne altri”.

Quali sono, ad oggi, i generi letterari che permettono al mercato editoriale di resistere e continuare a fare grandi numeri?

“Al contrario di quello che si potrebbe pensare, i classici della letteratura hanno ritrovato grande appeal dopo anni di crisi. Oggi sono questi i libri più ricercati, sia per quanto riguarda gli ordini effettuati duranti l’anno, sia per le scelte dei visitatori presenti al Salone del libro, che ringraziamo per il grande spazio che ci concede anche questo anno, dimostrando ancora una volta una spiccata sensibilità verso chi lavora ogni giorno con impegno e passione. Permettimi di aggiungere la narrativa e la saggistica, i valori aggiunti del nostro tempo, grazie ai quali le vendite trovano numeri confortanti”.

Francesco Giubilei, la vostra casa editrice è in grande ascesa. Nell’ultimo anno ha registrato numeri migliori di altri competitor con una storia alle spalle ben più consolidata nel tempo. Immagino ci sia grande soddisfazione.

“Sì, è così. L’attrattività che il nostro gruppo ha saputo creare si conferma anche qui, presso il nostro stand al Salone del libro, dove abbiamo iniziato ad accogliere centinaia di persone fin dalle prime giornate di giovedì e venerdì, tradizionalmente le più scariche. La cosa che più mi gratifica è vedere tanta gente che sceglie di avvicinarsi al nostro gruppo editoriale per conoscerci, senza i pregiudizi che spesso ci vengono affibbiati da una parte della stampa o dai partiti di sinistra”.

Stessa domanda anche per lei: quali sono i generi letterari che vi permettono di accrescere le vendite?

“Riscontro lo stesso trend descritto da Chiara Valerio: sono i classici della letteratura ad attrarre di più i lettori in questo momento storico. Chiaramente, quelli che noi andiamo a riscoprire e rivalutare sono autori del mondo conservatore, con una certa connotazione politica. Ma è proprio su questi che riscontriamo il maggior interesse, a conferma del fatto che il ruolo dell’editore – oggi quanto mai complicato da svolgere – rimane fondamentale per garantire qualità nelle letture e nelle collane. Se si lavora in maniera costante e oculata ogni giorno – analizzando gli acquisti dei lettori e lavorando per soddisfare le loro richieste – i numeri crescono e ci permettono di rafforzare un comparto che ha sofferto per anni gli effetti della rivoluzione tecnologica”.