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Raspini Salumi: dal cuore del Piemonte, il miglior connubio tra innovazione e tradizione

Dalla diversificazione dell’offerta, al presidio di tutti i canali di vendita, fino al packaging innovativo: il direttore generale Edoardo Vernetti ci racconta punti di forza, attività e progetti della prestigiosa azienda italiana

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Redazione

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Il viaggio di Raspini inizia nel 1946 dalle pendici del Monviso, nel cuore del Piemonte. Senza mai allontanarsi dall’amore per la tradizione e il territorio, l’azienda si è sempre contraddistinta per la sua produzione di salumi

Gustosi prosciutti e salami vengono venduti inizialmente in Piemonte, poi in tutta Italia e finalmente all’estero, dove riscuotono successo. L’artigianalità è da sempre un valore da tutelare, ma negli anni viene rafforzata da innovazione, sostenibilità ed etica. Oggi Raspini Salumi è una delle principali realtà del mercato alimentare italiano e si prepara a vivere e affrontare il futuro con nuovi progetti davvero interessanti: dal packaging sostenibile, al mercato internazionale e online. Ne abbiamo parlato col direttore generale Edoardo Vernetti.

Di cosa si occupa Raspini Salumi e quali sono i suoi punti di forza?

Raspini opera da più di 70 anni nel settore dei salumi e delle specialità gastronomiche italiane e piemontesi. I nostri punti di forza sono diversi. Sicuramente spiccano prosciutti cotti di qualità, che rappresentano il 60% dei volumi venduti.

Puntiamo molto su questo prodotto e soprattutto sulla sua tracciabilità, fondamentale per rassicurare i clienti sull’origine  della materia prima. Con questo obiettivo, nell’estate del 2020 abbiamo firmato con la Coldiretti un accordo che ci consente di apporre  il marchio FDAI sul nostro prosciutto cotto di Alta Qualità Gran Paradiso, certificandone l’origine 100 % italiana del prodotto: tutte le fasi dalla nascita, all’allevamento, alla macellazione e trasformazione avvengono in Italia.

Ci sono anche altre categorie merceologiche su cui puntiamo molto, come i prosciutti crudi di Parma. Nel 2018 abbiamo acquistato il prosciuttificio San Giacomo, nella provincia di Parma, che produce prosciutti di Parma DOP con stagionatura di 18 e 24 mesi. Questi sono destinati, oltre al mercato italiano, anche all’export. Infatti, parliamo di uno dei  prodotti della gastronomia italiana più noti al mondo, molto ricercato nei mercati internazionali.

Inoltre, produciamo il Salame Piemonte IGP, un prodotto di punta del territorio, che vogliamo tutelare e far conoscere sempre di più. Non a caso, Raspini è stata una delle fondatrici del Consorzio del Salame Piemonte. Il territorio piemontese ha una importante tradizione legata ai prodotti di alta gastronomia : il nostro obiettivo è di far conoscere la bontà dei prosciutti e salumi piemontesi in Italia e all’estero.

Come pensate di raggiungere tale obiettivo? Quali sono i progetti messi in atto e i risultati raggiunti negli ultimi anni?

Negli ultimi 5 anni l’azienda è cresciuta di oltre il 40%: nel 2015 vendeva 9.9 mila tonnellate di prodotto, con un fatturato di 75 milioni di euro, nel 2020 il fatturato ha superato i  110 milioni con più di 14 mila tonnellate di prodotto commercializzato.

La crescita è dovuta a vari fattori, soprattutto alla linea degli affettati. Naturalmente, la crescita ha consentito all’azienda di consolidarsi, ma il nostro obiettivo è di crescere anche nella vendita dei prosciutti cotti interi destinata ai banchi taglio. In questo modo il nostro prosciutto fresco, appena affettato è in grado di sprigionare tutta la sua bontà.

Dobbiamo però fare i conti con la pandemia: in questo periodo le grandi catene della distribuzione  stanno registrando contrazioni nelle vendite dei prodotti del banco taglio, ma siamo convinti che in futuro si ritornerà al banco servito.

I prodotti sono caratterizzati da certificazioni?

Sì, abbiamo acquisito numerose certificazioni: per l’ambiente, per la sicurezza, ma anche quelle legate al processo produttivo e alle verifiche alimentari-sanitarie richieste dalle più grandi catene della distribuzione italiane e straniere. L’obiettivo è vendere un prodotto certificato e sicuro.

A queste si aggiungono anche i riconoscimenti internazionali, che per il 2021 sono stati: il Superior Taste Award da parte di una prestigiosa giuria internazionale composta da chef stellati ed esperti di settore che hanno premiato l’eccellenza e la bontà dei nostri prosciutti cotti di alta qualità Gran Paradiso e Grancordato, e alle nostre specialità Roast Beef e Salame Piemonte Igp.

Infine, un ultimo riconoscimento è arrivato da Confindustria Piemonte: sulla base di un sistema di verifica europeo che ha preso in considerazione 140 aziende del settore alimentare, Raspini è risultata tra le realtà con maggiore capacità di innovazione. Per noi questo segnale è fondamentale e ci offre i presupposti per poter guardare in modo positivo anche il futuro, soprattutto in un periodo come questo.

E a proposito di pandemia, come avete gestito questo periodo?

In questi ultimi mesi ci stiamo avvicinando al commercio online, con l’obiettivo di soddisfare le nuove esigenze dei consumatori. Per il nostro settore è più complesso gestire le consegne legate alle vendite online perché la distribuzione non è ancora organizzata a gestire in maniera capillare la catena del freddo. Tuttavia, stiamo già in fase avanzata su molti progetti realizzati insieme ad operatori accreditati del settore.

Inoltre, stiamo lavorando per ridurre sempre più gli sprechi alimentari: abbiamo firmato un accordo con Too Good To Go che ha lanciato una campagna contro gli sprechi alimentari, problema che affligge anche la produzione industriale.

La sostenibilità è sicuramente un argomento fondamentale al giorno d’oggi: voi come operate in tal senso?

Raspini è sempre stata attenta molto all’ambiente, anche perché nasce nelle campagne alle pendici del Monviso.

Negli anni abbiamo compiuto diverse iniziative: siamo stati tra i primi ad aver installato un impianto fotovoltaico sul tetto dello stabilimento e poi realizzato un impianto di cogenerazione che ci consente di produrre le nostre bontà in maniera più efficiente dal punto di vista energetico.

Cosa poco nota, ma di importanza rilevante per l’ambiente circostante, non preleviamo acqua dalla rete idrica, ma utilizziamo quella di falda, e dopo il suo utilizzo, la depuriamo e la reimmettiamo nei canali irrigui nelle vicinanze del nostro stabilimento.

La nostra attenzione per l’ambiente è ampiamente dimostrata dalla certificazione ISO 14001 .

State lavorando anche a un packaging eco-sostenibile?

Per quanto concerne il packaging, abbiamo l’obiettivo di commercializzare a partire dall’estate i nostri prodotti con una confezione realizzata con un monomateriale in plastica riciclato e riciclabile. Questo ci permetterà di ridurre l’impatto ambientale della nostra produzione e consentirà al consumatore di gestire con maggiore semplicità il prodotto nel momento dell’utilizzo.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Le filiere: il consumatore ha bisogno di essere rassicurato sulla provenienza e la trasformazione del prodotto.

Materiali ecocompatibili: l’obiettivo è di trovare nuovi materiali che siano rispettosi per l’ambiente, che forniscano l’assoluta garanzia quanto riguarda la sicurezza del prodotto e l’estetica della confezione.

Nuove categorie di prodotto: stiamo studiando nuove linee di piatti pronti, che in parte già esistono ma che vogliamo rendere più moderni e adeguati ai nostri tempi. Saranno pensati per chi ha poco tempo per cucinare ma vuole consumare un prodotto buono, di qualità, veloce da preparare e ad un prezzo adeguato.

Canali di vendita: lavoriamo per identificare nuove opportunità di business in tutti i canali di vendita attuali e futuri.