Il c.d. Regulation on European Crowdfunding Service Providers for Business, altrimenti conosciuto come Regolamento ECSP, introduce importanti novità per i fornitori di servizi e le piattaforme di crowdfunding, come ampiamento descritto nell’articolo “Il crowdfunding si veste di nuovo: le novità del regolamento”.
Per comprendere meglio la portata delle nuove dinamiche introdotte dal Regolamento ECSP, in particolare, con riferimento al settore immobiliare, abbiamo intervistato Augusto Vecchi, Founder e CEO di Italy Crowd.
Il Regolamento UE n. 2020/1503, il c.d. Regulation on European Crowdfunding Service Providers for Business, altrimenti conosciuto come Regolamento ECSP, che impatto avrà sul crowdfunding?
A mio parere apporterà una maggior autorevolezza dell’intero comparto, che, grazie agli ottimi risultati raggiunti, sta diventando un segmento per il settore degli investimenti immobiliari non più trascurabile.
A suo avviso quali sono i punti di forza del Regolamento ECSP?
Ritengo che la nuova normativa ponga il crowdfunding su un altro livello, più alto e ancora più interessante, in quanto aprirà al mercato europeo. Non che ora non lo sia. Attualmente tutte le piattaforme italiane autorizzate (da Banca d’Italia attraverso Banca di Francia mediante Lemonway) possono già ricevere capitali da investitori stranieri.
Nel corso del 2022, però, vedremo affacciarsi sul nostro mercato competitor internazionali e noi faremo altrettanto.
Quali sono le lacune del Regolamento ECSP a suo avviso?
La lacuna che salta subito all’occhio è la riduzione del capitale, che potrà raccogliere ogni singola azienda o proponente, che passa dagli attuali 8 milioni a 5 milioni. Sono però a conoscenza che alcuni studi legali e associazioni stanno chiedendo alle varie autorità di aumentare il tetto di raccolta.
Il Real Estate Crowdfunding. Scenari presenti e futuri
Essendo stato colui che ha portato il crowdfunding immobiliare in Italia nel 2015, dopo aver realizzato anche la prima piattaforma di Real Estate Crowdfunding della Svizzera nel 2014, ho affrontato tutte le problematiche di un sistema, che, oggi, chiamiamo fintech: un settore che ha dovuto maturare e che ora è pronto per competere con le sfide finanziarie e tecnologiche dell’immediato futuro.
Ad esempio, la blockchain, che permette agli investitori una maggiore trasparenza e quindi tracciabilità e serietà delle operazioni, sarà uno strumento che le piattaforme dovranno offrire.
Italy Crowd, nel 2020, si è rifatta completamente il look, lanciando la prima piattaforma di lending immobiliare nativa blockchain in Europa.
Il crowdfunding è per tutti?
Come in tutti i settori merceologici, solo i veri professioni, esperti e imprenditori lungimiranti avranno successo. Certo un po’ di fortuna ci vuole sempre. È quella che ti porta a raggiungere un grande risultato in poco tempo, ma poi bisogna mantenerne lo standard, senza deludere gli investitori o perdere di vista il focus e la mission.
Anche lato investitori il crowdfunding ha delle riserve. Naturalmente è uno strumento che permette a tutti, in modo semplice, di investire anche piccole somme, ma bisogna pur sempre essere pratici… ad esempio, l’apertura di un wallet, che permette di caricare il capitale che poi servirà per fare gli investimenti, richiede un minimo di destrezza tecnologica.
Poi l’arrivo del nuovo regolamento europeo sul crowdfunding porterà a suddividere gli investitori in “sofisticati” e “non sofisticati”, sicuramente tutelandoli, ma limitando un accesso che ora è pressoché immediato, per le piattaforme, come Italy Crowd, che offrono lending.
Come si colloca Italy Crowd nel panorama nazionale?
La nostra è una lunga storia, che inizia, di fatto, il 12 gennaio del 2015, quando Il Sole 24 Ore annuncia la nascita di Italy Crowd, la prima piattaforma di crowdfunding immobiliare italiana.
Non essendoci a quel tempo una regolamentazione, ho dovuto importare il modello che creai in Svizzera e che ho coniato come “ibrido”.
L’entusiasmo e i grandi sforzi iniziali si raffreddarono per via di un mercato ancora immaturo, così abbiamo portato a termine più progetti offline che online, fino all’arrivo dei primi competitor, che ci hanno dato lo stimolo di rimetterci in gioco. Come anticipato, lo scorso anno abbiamo rifatto la piattaforma ex novo e quest’anno chiudiamo con un +800% di capitali raccolti rispetto al 2020.
Italy Crowd si differenzia dai competitor per la varietà di progetti su scala nazionale. Il nostro slogan recita “investi nelle più belle località d’Italia”.Inoltre, diamo la possibilità di proporre progetti immobiliari anche ai privati.
Token immobiliari e Blockchain. Il loro ruolo in questo segmento di business
Questi sono argomenti che gli addetti ai lavori e no stanno guardando con molto interesse. Premesso che la tokenizzazione immobiliare in Italia non è ancora possibile, abbiamo recentemente fondato la K2 Capital proprio per essere pronti quando il legislatore permetterà la tokenizzazione di tali asset.
Attualmente possiamo tokenizzare immobili attraverso i nostri Partner in Svizzera, perché è tutto già normato, e abbiamo anche già stretto accordi con società a Londra e a Malta. In attesa che si faccia chiarezza a livello legislativo, stiamo interloquendo con il Notaio Remo Marina Morone, il primo che ha effettuato un atto di compravendita immobiliare in Bitcoin e gli Avv.ti Olivia Bosaz e Ignazio Francesco Guaglione, esperti in blockchain e criptovalute.
Ad inizio dicembre 2021 abbiamo lanciato un’iniziativa denominata Utility Token, giusto per sondare il mercato e capire se un “Gettone di Utilità”, legato ai servizi immobiliari, turistici e all’energia domestica, possa interessare agli italiani… i primi risultati sono di tutto rispetto.