Cos’è Orb: cripto in cambio della scansione dell’iride

Cos'è Orb e come procede il progetto ambizioso di scansione dell'iride su scala globale? Ecco a cosa serve e cosa si ottiene in cambio

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 31 Luglio 2023 21:06

L’argomento criptovalute, per quanto spesso trattato, non è di certo uno dei più allettanti al mondo. Una verità innegabile, ponendosi dal punto di vista del cittadino medio. Al solo sentir nominare la blockchain, in molto tendono a interrompere la discussione, neanche si stesse tentando di trasmettere il messaggio di Geova.

Quando però questo mondo riesce a mescolarsi con l’effetto fascinoso della fantascienza, offrendo anche in cambio una vera e propria ricompensa, il gioco è fatto, o quasi. Vediamo qual è la proposta di Sam Altman, nome che a qualcuno dovrebbe dire qualcosa, essendo il capo di OpenAI. Andiamo alla scoperta di Orb.

Cos’è Orb e a cosa serve

Concretamente parlando, Orb è una sfera cromata, ma internamente nasconde un vero e proprio mondo. Si tratta di un dispositivo sviluppato da Worldcoin, progetto della Tools for Humanity, co-fondata da Alex Blania e Sam Altman, creatore di ChatGPT.

Aderire al progetto Orb vuol dire accettare di farsi scansionare l’iride, così come altri tratti del proprio viso. Per farlo è possibile approfittare di uno dei centinaia di dispositivi hi-tech attualmente impegnati in un vero e proprio tour mondiale.

Ma per quale motivo ci si dovrebbe prestare a tutto ciò? Per alcuni basta il fatto di prendere parte a un progetto futuristico. Per altri, invece, tutto ruota intorno alla ricompensa, ovvero parte di una nuova criptovaluta, che andrà ad arricchire il proprio wallet digitale.

A questo punto dell’analisi, sorge un’altra domanda: a cosa serve Orb? In parte abbiamo già risposto, ovvero a scansionare l’iride. Andando più a fondo, però, si mira a creare un sistema di identificazione globale. Un progetto a dir poco ambizioso, data la mole, che vorrebbe consentire di distinguere agevolmente esseri umani e intelligenza artificiale. Quando in un futuro remoto il proprio intelletto, replicato dalle macchine, non sarà più garanzia di una corretta identificazione, l’iride potrebbe essere un’adeguata soluzione contro ChatGPT, Skynet e chi più ne ha, più ne metta.

Meno volontari del previsto

Un progetto distopico, che per alcuni potrebbe risolversi semplicemente in una cessione dell’ennesima porzione di privacy, a patto che ce ne resti effettivamente qualche frammento. I sistemi di distinzione dai bot diventeranno davvero qualcosa di necessario? Altman crede di sì, evidentemente. Sembrano però mancare i volontari, dopo l’esaltazione iniziale. Come detto, infatti, il mondo delle crypto mal si sposa con le grandi masse, almeno per ora.

Di questo i creatori di Orb sono consapevoli ed ecco che la moneta offerta dovrebbe servire per facilitare la partenza a freddo. Il risultato? Più di 2 milioni di preiscrizioni, con persone che hanno accettato la scansione dell’iride.

L’interesse sembra però essersi affievolito. Si è partiti il 24 luglio in luoghi ben studiati in 20 Paesi differenti, offrendo 25 Worlcoin (WLD). Il maggior numero di adesioni è stato registrato a Hong Kong, con tre postazioni che hanno portato a circa 200 scansioni l’una nel solo primo giorno. Stando però ai pochi dati forniti, si ipotizza un lancio da circa 1000 iridi nei 20 Paesi. Numeri in attesa ancora di conferma.

Distopia e ambizione a parte, cosa risponde l’azienda a chi si preoccupa per la propria privacy? Blania ha sottolineato come le immagini grezze dell’iride, catturate da Orb, vengano cancellate prontamente, archiviando unicamente la rappresentazione numerica, a meno che non si voglia agire diversamente.