Stretta UE su criptovalute: quando le attività vengono segnalate

Stretta sulle criptovalute? Il Consiglio dei ministri dell'Unione europea ha raggiunto un accordo sulla bozza di direttiva DAC8 per le transazioni digitali

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Il Consiglio dei ministri dell’Unione europea ha raggiunto un accordo sulla bozza DAC8 sulla cooperazione amministrativa nel settore fiscale, modificando la direttiva esistente per richiedere la segnalazione e lo scambio automatico di informazioni (AEOI) sui proventi delle transazioni di criptovalute.

Ma cosa cambia quindi in concreto?

L’accordo UE sulle criptovalute

Con l’intervento di Bruxelles, nell’UE dal 2026 i fornitori di servizi di cripto-asset dovranno condurre procedure di due diligence sui clienti. E cos’è la due diligence? La due diligence è un’indagine, un controllo o una revisione eseguita per confermare fatti o dettagli di una questione in esame. Nel mondo finanziario, la due diligence richiede un esame dei documenti finanziari prima di entrare in una transazione proposta con un’altra parte.

Pertanto chi opera con le criptovalute dovrà riferire alle autorità fiscali degli Stati membri dell’UE la gamma di transazioni di cripto-asset che riguardano i clienti, tra cui rientrano operazioni stablecoin, token di moneta elettronica e alcuni token non fungibili (qui qualche dettaglio in più su cosa sono e come funzionano)

Questo già avviene per le transazioni patrimoniali convenzionali, ma per la nuova direttiva che riguarda le transazioni online non è stata fissata alcuna soglia minima per l’entità delle operazioni da segnalare.

La stretta UE sui redditi più alti

Secondo il Consiglio, la direttiva modificata è necessaria perché la natura decentralizzata delle cripto-attività ha reso difficile per le amministrazioni fiscali degli Stati membri garantire la conformità fiscale. “L’intrinseca natura transfrontaliera delle criptovalute richiede una forte cooperazione amministrativa internazionale per garantire un’efficace riscossione delle imposte”, hanno affermato da Bruxelles.

Qui, a proposito, come gestire le criptovalute nella dichiarazione dei redditi.

La nuova direttiva, inoltre, estende l’ambito di applicazione delle attuali norme sullo scambio di informazioni di rilevanza fiscale, includendo disposizioni sullo scambio di ruling preventivi transfrontalieri concernenti persone facoltose, nonché disposizioni sull’AEOI in materia di dividendi non detentivi e entrate simili. Secondo il Consiglio, infatti, le attuali disposizioni non coprono questo tipo di reddito.

In particolare, la proposta mira a:

  • migliorare le norme in materia di segnalazione e comunicazione del numero di identificazione fiscale (TIN) per aiutare le autorità a identificare i contribuenti interessati e le loro passività;
  • introdurre nuove sanzioni che gli Stati membri possono imporre alle persone che non rispettano la legislazione nazionale sugli obblighi di segnalazione.

Inoltre, è stato approvato separatamente un regolamento che disciplina i mercati delle cripto-attività (MiCA), inteso a proteggere gli investitori aumentando la trasparenza e mettendo in atto un quadro per emittenti e fornitori di servizi che includa il rispetto delle norme antiriciclaggio.

Cosa cambia

Con la nuova direttiva Ue, gli operatori crittografici potrebbero presto essere responsabili della raccolta, della convalida e della segnalazione delle informazioni relative ai cripto-asset e ai loro utenti.

Lo scopo è quello di introdurre condizioni armonizzate nell’UE che si occupino, tra l’altro, dell’emissione, della funzione di (transazione) dell’intermediario e della negoziazione di cripto-asset. Un operatore Crypto-Asset (ovvero un Reporting Crypto-Asset Service Provider) nell’ambito del DAC8 è qualsiasi persona giuridica o impresa la cui occupazione o attività è la fornitura di uno o più servizi di cripto-asset (ad esempio, lo scambio di valuta fiat in cripto-asset) a terzi su una base professionale e chi è autorizzato in uno stato membro a fornire questi servizi.

Sanzioni per chi non rispetta gli obblighi

La Commissione Europea ha chiarito che saranno previste sanzioni applicabili alle violazioni delle disposizioni nazionali adottate ai sensi della DAC8 (qui, per esempio, l’elenco delle criptovalute che sono state dichiarate illegali).

La direttiva stabilisce alcune regole di base che gli Stati membri dovrebbero rispettare quando individuano e stabiliscono le proprie direttive in materia. Ad esempio, in caso di inosservanza delle disposizioni nazionali adottate per ottemperare alla DAC8, la sanzione pecuniaria minima non può essere inferiore a 50.000 euro (scalata sul fatturato annuo del contribuente di riferimento, ad esempio tale sanzione minima sale a 150.000 euro quando le entrate superano i 6 milioni di EUR).

Quindi, gli Stati membri saranno tenuti ad adottare e pubblicare le loro disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente DAC8 entro il 31 dicembre 2025 al più tardi. Ciò significa che DAC8 entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026.