Gli iPhone non costeranno 3mila euro, marcia indietro di Trump sui dazi

La Casa Bianca ha deciso di esentare cellulari, computer e altri prodotti dell'elettronica come i chip e le schede madri dai cosiddetti dazi reciproci con Pechino

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 12 Aprile 2025 18:51

Secondo quanto riportato da Bloomberg, Donald Trump ha deciso di escludere smartphone, computer e altri dispositivi elettronici dai dazi reciproci, una mossa che potrebbe attenuare l’impatto sui consumatori e avvantaggiare colossi del settore come Apple e Samsung.

I dispositivi elettronici esclusi non saranno soggetti né al dazio del 125% imposto sui prodotti provenienti dalla Cina, né alla tariffa globale del 10% applicata a quasi tutti gli altri Paesi.

Quanto può costare un iPhone fatto negli Usa

Negli ultimi giorni, gli analisti avevano evidenziato come, a causa delle tariffe doganali imposte da Trump, il prezzo degli iPhone venduti negli Stati Uniti avrebbe potuto superare i 2.300 dollari – cifra che sarebbe poi arrivata anche a 3mila euro per i prodotti comprati in altri Paesi, come l’Italia.

Per questo motivo, Apple aveva iniziato a importare in massa smartphone dall’India via aerea, creando una scorta che potesse fungere da cuscinetto contro l’incertezza legata alle decisioni del presidente americano.

Recentemente, Apple ha annunciato un investimento di 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti, da realizzare in 4 anni. Trump spera che tale iniziativa possa generare nuovi posti di lavoro, anche se non basterà a trasferire l’intera produzione sul suolo americano.

Secondo Dan Ives, analista del settore tecnologico citato dalla Bbc, sarebbero necessari 30 miliardi di dollari per spostare anche solo il 10% della produzione dalla Cina agli Stati Uniti. Con una produzione solo Made in Usa, a causa delle importazioni dei materiali con i dazi, un iPhone sarebbe potuto arrivare a costare 3.500 dollari, circa tre volte il prezzo attuale.

Quali sono i prodotti salvi dai dazi (per ora)

Tra i prodotti che non saranno interessati dalle nuove tariffe di Trump ci sono anche i macchinari utilizzati per la produzione di semiconduttori, un aspetto rilevante per i produttori di chip, in particolare per la taiwanese Tsmc, che ha recentemente annunciato un importante investimento negli Stati Uniti.

Al momento, non è chiaro se la sospensione delle tariffe sulla tecnologia sarà temporanea o definitiva. L’esclusione, secondo quanto riportato da Bloomberg, deriva dall’ordinanza iniziale di Trump, che impediva che tariffe aggiuntive su determinati settori si cumulassero con quelle nazionali. Pertanto, non è escluso che i prodotti possano essere presto soggetti a tariffe diverse. Trump ha infatti più volte evocato dazi specifici per i semiconduttori, anche se per ora non sono stati introdotti.

Perché Apple si affida ancora alla Cina

Sebbene Apple disponga di diversi stabilimenti produttivi in ​​tutto il mondo, la sua catena di approvvigionamento dipende fortemente dalla Cina, che rappresenta il principale polo produttivo per i suoi prodotti.

Tim Cook ha dichiarato a più riprese che il motivo per cui Apple si affida a Pechino per la produzione non è dovuto ai costi. Durante un’intervista al Fortune Global Forum di 7 anni fa, affermò che la Cina aveva smesso di essere il Paese con il più basso costo del lavoro da molti anni e che le aziende si erano rivolte al Dragone per le competenze e gli strumenti avanzati. Aveva aggiunto che la competenza professionale in Cina è ormai consolidata, grazie al sistema educativo.