Sembra che nel 2025 la nuova frontiera della tecnologia possano essere i cosiddetti agenti IA, o AI agents in inglese. La definizione di questi software basati sull’intelligenza artificiale è ancora piuttosto vaga e cambia a seconda dell’azienda che li sta sviluppando. Rispetto alle applicazioni attuali dell’IA però, un fattore comune a tutti i progetti che fanno riferimento a questo termine è l’autonomia.
Gli agenti IA hanno la capacità di fare azioni in maniera autonoma, seguendo un obiettivo dettato da esseri umani. La loro capacità principale dovrebbe essere quella di utilizzare diversi altri software per raggiungere questi obiettivi, passando da un sistema all’altro. Questa è però ancora una sfida in via di risoluzione per buona parte degli sviluppatori. La loro implementazione potrebbe comunque rivoluzionare il mercato del lavoro e questo sta aumentando le preoccupazioni per il futuro di determinati lavoratori.
Cos’è un agente IA
Nell’ambito dell’intelligenza artificiale, le tecnologie generative stanno lentamente diventando dalla grande novità alla normalità. Il mondo sembra essersi adattato all’esistenza di ChatGPT e dei suoi competitor, così come a quella delle moltissime applicazioni di generazione di immagini e, più di recente, anche di video. Queste tecnologie hanno sicuramente impattato il lavoro di moltissime persone ma non hanno ancora causato la crisi occupazionale che in molti avevano pronosticato quando, all’inizio del 2023, il chatbot di OpenAI aveva guadagnato popolarità.
Nel 2025 però una nuova tecnologia legata all’intelligenza artificiale potrebbe assumere il ruolo di spauracchio per molti lavoratori in tutto il mondo: gli agenti IA. Trovare una definizione univoca di cosa sia un agente IA è complesso. Anche le stesse aziende che li sviluppano non sembrano avere un’idea comune di quali siano i confini che dividono una semplice applicazione da un agente. Due caratteristiche però sembrano essere necessarie perché un software possa provare ad ambire a questo titolo.
Da una parte c’è l’autonomia. Gli agenti IA non sono esclusivamente reattivi, come ad esempio chatbot come ChatGPT. Invece di rispondere soltanto alle domande, potrebbero anche farne. Dovrebbero inoltre essere in grado, una volta data loro un’indicazione precisa su quale sia l’obiettivo da raggiungere, di prendere da soli le decisioni migliori su quali siano i mezzi da utilizzare per arrivarci nel minor tempo possibile.
Il secondo elemento fondamentale per gli agenti IA è la capacità di muoversi in vari sistemi. Per raggiungere questi obiettivi, i software che rispondono a questo nome dovrebbero essere in grado di utilizzare altri programmi, strumenti e archivi senza che sia l’utente umano a indicare con precisione quali di questi siano da usare per raggiungere l’obiettivo prefissato.
Molte aziende stanno lavorando allo sviluppo di questi software, dalle più grandi come Google o Amazon a piccole startup con idee particolari per superare le sfide che questi sistemi potrebbero presentare dal punto di vista tecnologico. L’obiettivo è quello di creare strumenti in grado di rendere il lavoro molto più produttivo, mettendo un intermediario tra l’umano e il software, che svolga i lavori che tolgono più tempo al processo produttivo.
Cosa manca ancora agli agenti IA
Anche se la definizione di agente IA non sembra esistere ancora, l’idea di cosa questi software debbano fare è chiara. Utilizzare altri programmi, prendendo anche decisioni autonome, e interagendo con l’utente umano in modo che questo debba utilizzare soltanto il suo linguaggio naturale per svolgere le sue task. Se l’obiettivo è chiaro però, la tecnologia non sembra essere ancora arrivata al punto da rendere questi programmi prevalenti dal punto di vista commerciale.
Il primo problema sta proprio in uno dei due pilastri degli agenti IA, la capacità di muoversi tra più sistemi. I software creati da umani per umani non sono pensati per interagire con un agente IA. Molti programmi diffusissimi e su cui si basano porzioni importanti del funzionamento di aziende, infrastrutture e di internet stessa, sono molto vecchi e vengono mantenuti in vita perché funzionano, non perché siano il picco della tecnologia esistente.
Creare un programma che sia in grado di interagire con tutti questi software e i loro piccoli difetti e imperfezioni dettati da decenni di programmazione e di continue patch si sta rivelando una sfida molto complessa. È però cruciale, per le società produttrici di agenti IA, risolverla, per permettere ai propri prodotti di integrarsi in vari settori nella maniera meno artificiale possibile.
Ci sono poi una serie di piccoli miglioramenti tecnologici che sarebbero necessari per un utilizzo di massa dell’intelligenza artificiale. Questo progresso ha funzionato per quanto riguarda i semiconduttori, che si stanno evolvendo molto rapidamente, ma non è detto che tutti gli ambiti necessari allo sviluppo di questa tecnologia, dalla programmazione alla produzione di hardware, seguano questi ritmi.
Le conseguenze sul mondo del lavoro
C’è poi il tema del lavoro. Ancora di più dell’intelligenza artificiale generativa, gli agenti IA sembrano progettati per sostituire gli esseri umani in diverse task che compiono tutti i giorni, anche in settori dove è richiesto un livello molto alto di specializzazione e di studio.
Come accaduto quando hanno iniziato a diffondersi le prime preoccupazioni sull’intelligenza artificiale generativa, anche nel caso degli agenti IA gli esperti dicono che lo sviluppo di questa tecnologia dovrebbe portare a un aumento dei posti di lavoro, non a una diminuzione. Si parla però di dati relativi alla popolazione generale dei lavoratori, non a tutti gli ambiti.
Non c’è dubbio che uno sviluppo improvviso e rapido degli agenti IA possa impattare direttamente determinati mestieri. Anche se diverse aziende puntano ad ambiti molto precisi e ad alto valore aggiunto, come la sanità o la robotica, l’ambito in cui i primi agenti IA stanno già facendosi strada è quello dei rapporti con la clientela.
Per molti esperti è semplice immaginare un’evoluzione dei bot di intelligenza artificiale generativa che già oggi vengono utilizzati in questo ambito, in agenti IA in grado non solo di rispondere alle domande dei clienti, ma anche di porne per chiarificare quale sia il problema e, al contempo, interagire con software e archivi per trovare la risposta corretta.