Torna il Green Pass, ma sarà globale: a cosa servirà

Commissione europea e Oms hanno stretto un partenariato per estendere il Certificato Covid Digitale Ue a livello globale e utilizzarlo come standard per i viaggi

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Un Green pass valido per gli spostamenti in tutto il mondo, non solo per il Covid ma come certificazione sanitaria globale. La Commissione europea e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno sottoscritto un accordo per la salute digitale, primo passo verso l’istituzione di un passaporto sanitario internazionale. In questo senso, il documento digitale creato durante la pandemia per risolvere il problema del mancato riconoscimento dei test alle frontiere sarà adottato come standard per garantire la sicurezza dei viaggi tra Paesi.

L’accordo sul Green pass tra Oms e Ue

“Basandosi sulla rete di certificazione digitale di grande successo dell’Ue, l’Oms mira a offrire a tutti gli Stati membri dell’Organizzazione sanitaria mondiale l’accesso a uno strumento sanitario digitale open-source, che si basa sui principi di equità, innovazione, trasparenza, protezione dei dati e privacy”, ha annunciato Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.

“I nuovi prodotti sanitari digitali in fase di sviluppo mirano ad aiutare le persone di tutto il mondo a ricevere servizi sanitari di qualità in modo rapido e efficace” ha affermato ancora il numero uno dell’organizzazione.

L’estensione del Green pass a livello mondiale rappresenta il primo elemento costitutivo della rete globale di certificazione della salute digitale dell’Oms (GDHCN) che svilupperà un’ampia gamma di strumenti digitali per “rafforzare la preparazione sanitaria globale di fronte alle crescenti minacce per la salute” (qui avevamo riportato le previsioni dell’Oms sul rischio di una nuova pandemia).

Oms e Bruxelles lavoreranno fianco a fianco per lo sviluppo, nella gestione e nell’attuazione del sistema, beneficiando della competenza tecnica accumulata dalla Commissione europea nel settore.

Gli obiettivi

La Commissione europea ha annunciato che già da giugno l’Oms adotterà il sistema di certificazione digitale Covid-19 dell’Ue per istituire un sistema che “contribuirà a facilitare la mobilità globale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future” (qui avevamo riportato il punto fatto dall’Oms sulla fine della pandemia da Covid-19).

“La partnership è un passo importante per il piano d’azione digitale della strategia sanitaria globale dell’Ue” ha affermato Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la Sicurezza alimentare.

“Utilizzando le migliori pratiche europee, contribuiamo agli standard sanitari digitali e all’interoperabilità a livello globale, a vantaggio dei più bisognosi – ha affermato la responsabile della Sanità a Bruxelles – È anche un potente esempio di come l’allineamento tra l’Ue e l’Oms possa garantire una salute migliore per tutti, nell’Ue e nel mondo. In qualità di autorità di direzione e coordinamento del lavoro sanitario internazionale, non esiste partner migliore dell’Oms per portare avanti il lavoro che abbiamo avviato nell’Ue e sviluppare ulteriormente soluzioni sanitarie digitali globali”.

“Questa cooperazione si basa sui valori e sui principi condivisi di trasparenza e apertura, inclusività, responsabilità, protezione dei dati e privacy, sicurezza, scalabilità a livello globale e equità – si legge nel comunicato che annuncia l’accordo – L’Oms e la Commissione europea lavoreranno insieme per incoraggiare la massima diffusione e partecipazione globale. Particolare attenzione sarà riservata alle pari opportunità di partecipazione dei più bisognosi: paesi a basso e medio reddito”.

Le istituzioni precisano nell’annuncio che l’Oms non avrà accesso ad alcun dato personale sottostante il certificato e che questi continueranno a essere dominio esclusivo dei governi.