La sotto-variante “Ba-2”, nota come Omicron 2, è arrivata anche in Italia. È quanto rilevato dall’indagine rapida condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, sulla prevalenza delle varianti in Italia. Dopo l’ampia diffusione registrata in Danimarca e altri Paesi del Nord Europa, il lignaggio “invisibile” di Omicron è stato segnalato in 9 regioni italiane.
Omicron 2, primi casi in Italia: l’indagine Iss
I primi due casi di Omicron 2 sarebbero stati sequenziati in Liguria, uno dopo il sequenziamento di routine al policlinico San Martino, mentre dal monitoraggio nazionale sono emersi altri campioni, par all’1% del totale preso in considerazione, in Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana.
“È di un certo interesse il fatto che in questa indagine siano state rilevate 21 sequenze riconducibili al lignaggio BA.2, che è causa di più del 50% di infezioni da Sars-CoV-2 in alcuni Paesi Europei tra i quali, in particolare, la Danimarca”, si legge nel report dell’Iss.
In totale, hanno partecipato all’indagine tutte le Regioni e Province autonome e complessivamente 124 laboratori regionali e il Laboratorio di Sanità Militare e sono stati sequenziati 2486 campioni.
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse.
Dall’indagine risulta che al 17 gennaio scorso la variante Omicron era predominante, con una prevalenza stimata al 95,8%, con una variabilità regionale tra l’83,3% e il 100%, mentre la Delta era al 4,2% del campione esaminato (range: 0% -16,7%).
Omicron 2, primi casi in Italia: la diffusione nel mondo
Sul portale internazionale dei dati genomici Gisaid, risultano 40 i Paesi in tutto il globo dai quali, a partire dal 17 novembre scorso, sono arrivate 8mila sequenze di Omicron 2 (qui avevamo parlato delle prime segnalazioni di Omicron 2).
Tra questi ad avere registrato più campioni è la Danimarca, in quanto in possesso della maggiore capacità di sequenziamento al mondo, nella quale il lignaggio Ba.2 sarebbe ormai predominante e in continua diffusione.
Omicron 2 è considerata la “sorella invisibile” della variante Omicron perché di difficile individuazione, in quanto identificabile soltanto tramite analisi del genoma in laboratorio.
Non ci sarebbero infatti grandi differenze dalla sotto-variante principale Ba.1, con la quale condivide 32 mutazioni, come confermato anche dal direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.
Dai dati provenienti da India e Danimarca, dove è prevalente, non ci sarebbero prove di una maggiore aggressività, ma secondo le prime stime Omicron 2 potrebbe essere una volta e mezza più contagiosa di Omicron.
Lo sostiene, Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del San Martino di Genova dove sono stati tracciati i primi casi in Italia: “Se è più contagiosa – prosegue Bassetti – potrebbe significare che l’ondata di infezioni sarà maggiore e si estenderà ulteriormente fino a febbraio rispetto alle proiezioni precedenti”.
“Quello che però sembra certo è che non aumentano i ricoveri per forme gravi. Quindi Omicron 2 morde meno, soprattutto nei vaccinati, come del resto Omicron” ha rassicurato il virologo.