Omicron 2, spunta la sotto-variante: cosa sappiamo

Una sotto-variante di Omicron, denominata Omicron 2, ha messo in allerta l’Europa: si sta diffondendo nei Paesi del Nord. Ecco cosa sappiamo

L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha reso noto che starebbe circolando, nel Paese, una sottovariante di Omicron, denominata BA.2 ma ormai nota come Omicron 2. Se ne parlava già a dicembre, ma adesso si sono registrati i primi 53 casi anche a Londra e dintorni, dopo i 20 rilevati in Israele. Secondo ‘Business Standard’ questa variante potrebbe essere più “violenta”, visto che “contiene più mutazioni di Omicron”. Ecco cosa sappiamo fino ad ora, dal punto di vista della contagiosita, ma anche dal punto di vista della resistenza ai vaccini e della maggiore o minore gravità della malattia.

Omicron 2: dove è stata osservata per la prima volta

La sotto-variante BA.2, o Omicron 2, è stata osservata per la prima volta in Cina poche settimane fa, anche se gli esperti pensano che si sia potuta originare in India. È stata comunque già riscontrata anche in Danimarca, Australia, Canada e Singapore, così come nel Regno Unito. Al momento non si ha notizia di casi ufficiali riscontrati in Italia.

Omicron 2, allarme in Nord Europa: la Danimarca

Omicron 2 starebbe preoccupando soprattutto la Danimarca, visto che nel Paese sta crescendo a discapito della Omicron ‘1’ (dominante, per esempio, in Italia). Secondo gli esperti la velocità di diffusione di Omicron 2 sarebbe più alta della Omicron ‘normale’, già elevata di suo. È bene sottolineare che, ad oggi, non ci sono elementi che lascino intendere a una differente contagiosità, a una maggiore capacità di bucare i vaccini o a una maggiore gravità della malattia.

Le differenze tra Omicron 1 e Omicron 2

Il fatto che sia stata riscontrata prevalentemente in Danimarca, il Paese al mondo in cui si è registrato il maggior numero di casi, è dovuto anche al fatto che si tratta di una nazione che sequenzia meglio i virus in tutto il pianeta. Il professor Francois Balloux, direttore dell’University College London Genetics Institute, ha spiegato che ci sono due lignaggi all’interno di Omicron, BA.1 e BA.2, geneticamente abbastanza differenziati”. Non si capisce però perché la BA.2 non abbia avuta la stessa diffusione in Sudafrica, dove è rimasta minoritaria.

Secondo Anders Fomsgaard, primario e professore dell’Ssi (Statens Serum Institut), non ci sarebbero comunque ancora differenze significative tra le persone infettate da BA.2 in termini di età, stato vaccinale, infezioni, malattia o diffusione geografica, rispetto a quelle colpite da BA.1. Le attenzioni degli scienziati sono rivolte soprattutto alla capacità più o meno elevata di resistere ai vaccini rispetto al BA1. Ma è ancora presto per dirlo. Diverso il tema riguardante la capacità maggiore, rispetto alla variante Omicron già nota, di sviluppare una malattia grave: a fronte dei 23 mila casi giornalieri in Danimarca, i pazienti in terapia intensiva sono relativamente pochi, 71 (ha all’incirca la stessa popolazione del Lazio, regione che invece ne registra invece tre volte tanto di persone ricoverate in rianimazione).

A proposito della variante Omicron ecco dopo quanti giorni c’è il picco della carica virale. Ma anche come si manifesta nei vaccinati e quali sono i sintomi più comuni. Tra questi, c’è anche un sintomo spia: ecco qual è il primo a manifestarsi.