Come sarà il Liceo del Made in Italy e cosa si studierà

Fra due anni gli studenti potranno scegliere un nuovo indirizzo d'istituto superiore. Tra le materie più "curate" informatica e competenze imprenditoriali

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Fra due anni, a partire dall’anno scolastico 2024-2025, comparirà sulla scena italiana un nuovo tipo di istituto superiore: il Liceo del Made in Italy. Lo prevede un disegno di legge che sarà esaminato dal Consiglio dei ministri nei prossimi giorni e rientra nella strategia generale del Governo Meloni di “rilanciare il patrimonio del nostro Paese e supportare le imprese nella ricerca di nuovi talenti da assumere”.

Il ddl interviene sull’articolazione del sistema dei licei, con riferimento all’articolo 3 del Decreto del Presidente della Repubblica del 15 marzo 2010, n. 89. Ma quali sono le materie che si studieranno? In cosa sarà diverso dalle scuole già esistenti?

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Il nuovo liceo voluto dal Governo Meloni

Un primo annuncio era già stato diramato ad aprile, ma adesso è stato messo nero su bianco. L’intento è “promuovere, nell’ottica dell’allineamento tra domanda e offerta di lavoro, le conoscenza, le abilità e le competenze connesse al Made in Italy”. Una scuola, dunque, che dovrebbe introdurre e orientare gli studenti in maniera più concreta al mondo del lavoro. Come ribadito dalla Presidente del Consiglio, dalla nuova scuola saranno formate future figure professionali nei settori strategici per l’economia italiana, che al momento faticano a trovare nuovi talenti: moda, design, ristorazione, turismo e settore agroalimentare.

Un altro aspetto cruciale sarà l’internazionalizzazione. Gli iscritti dovranno seguire corsi di approfondimento in due lingue straniere, con l’obiettivo di raggiungere i livelli B1 per una e B2 per l’altra (il riferimento è al Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue). Non solo: il Liceo del Made in Italy prevede anche “il potenziamento dell’apprendimento integrato dei contenuti delle attività programmate in lingua straniera”. Le competenze trasversali, proprie dei vari ambiti lavorativi, dovranno essere approfondite in relazione al “tessuto socio-economico e produttivo di riferimento, favorendo la laboratorialità, l’innovazione e l’apporto formativo delle imprese e degli enti del territorio” (qui abbiamo parlato della mobilità docenti ’23-’24, le nuove regole: occhio a novità e date).

La differenza coi licei esistenti: cosa si studierà

Il nuovo Liceo dovrebbe prendere il posto dell’indirizzo economico-sociale previsto dall’attuale Liceo delle Scienze umane. Lo statuto è già delineato: l’istituto dovrà fornire agli studenti “conoscenze, abilità e competenze in scienze economiche e giuridiche all’interno di un quadro culturale che, riservando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali, consenta di cogliere le intersezioni tra i saperi”. Di pari passo dovranno essere approfondite l’informatica e le “competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi del made in Italy”.

Particolare importanza riveste l’accesso al mondo del lavoro. Un altro obiettivo di ogni futuro studente sarà “acquisire e approfondire, specializzandole progressivamente, le competenze, le abilità e le conoscenze connesse agli specifici settori produttivi del Made in Italy. Ciò in funzione di un rapido accesso al lavoro, attraverso il potenziamento dei percorsi di apprendistato“.

Il rapporto col mondo del lavoro

Il testo dispone inoltre una Fondazione “Imprese e competenze”, centrale per l’introduzione degli studenti nel mondo del lavoro, con focus mirato alla valorizzazione dei prodotti italiani. A questo scopo è previsto anche un “bollino” che indicherà i “veri ristoranti italiani” nel mondo. In questo senso, il nuovo Liceo svilupperà programmi orientati all’apprendimento delle seguenti categorie didattiche:

  • principi e strumenti per la gestione d’impresa;
  • tecniche e strategie di mercato per le imprese del Made in Italy;
  • strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese del Made in Italy;
  • strumenti di sostegno all’internalizzazione delle imprese dei settori del Made in Italy e delle relative filiere.

Sarà istituita, infine, la Giornata nazionale del Made in Italy, che cadrà il 15 aprile, per “celebrare la creatività e l’eccellenza italiana”. Non sarà però inserita nel calendario delle Feste nazionali. Per celebrarla lo Stato, le Regioni, le Province, le Città metropolitane e i Comuni potranno promuovere “iniziative per la promozione della creatività e la difesa e valorizzazione del Made in Italy”.