Scuola, parte la rivoluzione Valditara: arrivano due nuovi tipi di docenti

Il ministro dell'Istruzione Valditara parla di "rivoluzione del merito" per la scuola italiana: in tutte le scuole superiori nascono due nuove figure professionali

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Cambia ancora il mondo della scuola. Questa volta la rivoluzione è ancora più impattante, perché entrano per la prima volta nell’ordinamento italiano due nuove figure professionali. “La prima pietra della rivoluzione del merito nella scuola italiana” ha commentando il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara presentando le novità. In coerenza con le linee guida sull’orientamento varate prima di Natale 2022, questo del governo vuole essere il primo passo di un percorso di sempre maggiore personalizzazione della didattica che coinvolgerà nei prossimi anni tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado. Ma vediamo cosa cambia.

Nella scuola italiana arrivano, dicevamo, due nuovi ruoli: il primo è quello di docente tutor, il secondo è quello di docente orientatore. “Con l’istituzione del tutor e del docente orientatore comincia la grande rivoluzione del merito” spiega Valditara dopo l’incontro fra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati di categoria, in cui è stato presentato lo schema di decreto che prevede, con uno stanziamento di 150 milioni di euro nel 2023, l’istituzione di due figure professionali dedicate una a sviluppare la personalizzazione dell’istruzione nelle scuole superiori e l’altra a concretizzare l’attività di orientamento. Ora il testo sarà sottoposto al parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

“L’istituzione delle due nuove figure professionali del tutor e del docente orientatore, per la cui formazione verranno stanziati 150 milioni di euro nel 2023, oggi annunciata dal ministro Giuseppe Valditara, conferma l’impegno del Governo per porre il merito al centro delle politiche dell’istruzione e per far emergere i talenti degli studenti” ha detto la premier Giorgia Meloni. “Un passo concreto, inoltre, per superare le diseguaglianze di natura sociale e territoriale, e per favorire le attività di orientamento necessarie ai giovani per compiere scelte consapevoli, in linea con le loro aspirazioni e potenzialità”.

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Chi sono i docenti tutor e i docenti orientatori: le novità

Un modello di scuola virtuoso, ha ribadito Valditara, che deve mettere in luce i talenti di ogni singolo studente. Con questo obiettivo il Ministero ha deciso di puntare su figure professionali specializzate che saranno adeguatamente formate, selezionate e pagate, il tutto in un confronto costante con le parti sindacali, assicura il ministro.

I 150 milioni di euro stanziati per partire già quest’anno sono destinati al pagamento delle circa 40mila figure di docente tutor a cui vanno ad aggiungersi quelle di docente orientatore, una per ogni istituto scolastico. Queste nuove figure verranno distribuite nelle scuole in maniera proporzionale al numero degli studenti che ora stanno frequentando le classi terze, quarte e quinte; saranno poi le scuole a organizzare il servizio in modo totalmente autonomo.

Al centro della riforma, c’è l’idea che la scuola impari a far emergere i talenti di ogni studente, facendo anche superare difficoltà e diseguaglianze di natura sociale e territoriale e favorendo le scelte consapevoli per il percorso di studi e di lavoro.

Le scuole potranno così accedere ai finanziamenti di PNRR e PON per remunerare attività didattiche di potenziamento sulle discipline e attività innovative per l’orientamento. Le azioni già previste nel PNRR ammontano a circa 600 milioni, con particolare riferimento all’orientamento verso le discipline STEM e con metodologie innovative, alle quali si aggiungono le attività che riguardano l’orientamento come misura di contrasto alla dispersione scolastica, per un importo di altri 1,5 miliardi di euro. Le scuole potranno utilizzare anche le risorse del PON della nuova programmazione 2021-2027 per remunerare attività extracurricolari sull’orientamento didattico per circa 300 milioni.

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Corso da 20 ore e esame per 40mila nuovi docenti

Il Ministero comunicherà a ogni scuola il numero minimo di docenti tutor da formare attraverso un corso definito sull’apposita piattaforma in collaborazione con INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), che avrà la durata di 20 ore e che si concluderà con un esame.

Ciascuna scuola, nell’ambito della sua autonomia, individuerà i docenti che parteciperanno alle 20 ore di formazione, preferibilmente tra coloro che sono in possesso di alcuni requisiti indicati dal decreto ministeriale.

Cosa cambia per gli studenti delle scuole superiori

Cosa cambia nel concreto per gli studenti? Già a partire dall’anno scolastico 2023/2024, il docente tutor avrà il compito di coordinare e sviluppare le attività didattiche nell’ottica di una sempre maggiore personalizzazione dell’istruzione per gli alunni delle classi terze, quarte e quinte delle superiori, consentendo a chi è indietro di recuperare, e a chi invece è avanti di potenziare la propria preparazione.

Il docente orientatore dovrà invece favorire le attività di orientamento per consentire ai ragazzi di fare scelte in linea con le loro aspirazioni e potenzialità, facendo un attento lavoro di analisi sui diversi percorsi di studi universitari che potrebbero rispondere a queste esigenze, e anche alle opportunità professionali nelle varie zone d’Italia. “Un approccio, questo – spiega Valditara – che deve avvenire nel rispetto dell’autonomia dei singoli istituti, degli studenti e delle loro famiglie”.

Nuovo contratto docenti: aumenti in arrivo, ecco di quanto

Un momento davvero particolare questo per il mondo della scuola, considerato che il ministro ha firmato proprio pochi giorni fa una nuova proposta per il contratto dei docenti, che porterà 300 milioni in più per gli stipendi.

Gli aumenti delle retribuzioni del personale scolastico, stanziati dalla Legge di bilancio 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF), ammontano a da 100 a 124 euro al mese. I nuovi aumenti arrivano peraltro dopo lo sblocco degli arretrati di 2mila euro in media per ogni insegnante.

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“L’obiettivo è, dopo tanti anni di immobilismo, avviare un progressivo miglioramento delle retribuzioni nel comparto scuola e sostenere specifiche politiche del personale finalizzate a rafforzare l’orientamento e a contrastare la dispersione, nell’ambito di un nuovo modello di scuola incentrato sul merito” ha detto Valditara.

Inoltre, il governo Meloni ha deciso di affidare alla contrattazione anche la definizione dei criteri di distribuzione delle risorse per la valorizzazione dei docenti, con l’obiettivo di garantire la continuità didattica per gli studenti, con una specifica attenzione per le scuole statali delle piccole isole.

“Abbiamo portato a compimento l’impegno che avevamo assunto in sede politica e con il personale scolastico. La valorizzazione dei lavoratori della scuola è una delle nostre missioni, perché non può esserci merito senza dignità, che va salvaguardata anche tramite l’incremento delle risorse destinate a migliorare le retribuzioni in tutto il comparto scuola”, ha commentato il ministro. “Questo risultato è il frutto di un rapporto sano fra il Governo e le organizzazioni sindacali, fondato su un confronto costruttivo e pragmatico: è questo che intendo come Grande Alleanza, la collaborazione fra istituzioni, parti sociali, lavoratori della scuola, studenti e famiglie”.