La riforma del Codice della strada, contenuta nell’articolo 35 comma 3 del nuovo Ddl in via di approvazione, affronta l’utilizzo dei veicoli con targa estera per evitare le elevate spese fiscali e assicurative italiane. Il fenomeno è particolarmente diffuso a Napoli, dove i costi delle Rc auto sono più alti che altrove.
Come funziona l’escamotage
L’utilizzo delle targhe straniere è un trucco che sfrutta un vuoto normativo. In sintesi, alcuni automobilisti trasferiscono la proprietà del loro veicolo a società di noleggio estere, che immatricolano il mezzo fuori dall’Italia e poi lo noleggiano a quello che è in realtà il vero proprietario. Questa trovata permette di ottenere una Rc auto meno costosa tramite assicuratori locali, evitando le più alte tariffe italiane.
La riforma del codice della strada
La riforma del governo Meloni prevede che, trascorso un certo periodo di circolazione in Italia con targa estera, i veicoli dovranno essere obbligatoriamente reimmatricolati in Italia e dotati di una polizza conforme alla normativa italiana. Il governo ha un anno di tempo per definire i dettagli, inclusa la durata massima di permanenza dei veicoli con targa e polizza estera.
Il buco normativo
Secondo l’articolo 13 della Direttiva Solvency II e l’articolo 1, comma 1, lettera fff del Codice delle assicurazioni, l’immatricolazione di un veicolo in uno Stato Ue stabilisce che il rischio assicurativo sia legato a quel Paese. Di conseguenza, la copertura assicurativa può essere offerta solo da compagnie di assicurazione presenti in quello Stato o che operano in regime di libera prestazione di servizi (Lps).
Inoltre, il Codice della strada, all’articolo 93-bis, comma 1, stabilisce che, se il proprietario del veicolo diventa residente in Italia, può circolare con targa estera solo per tre mesi, al termine dei quali deve reimmatricolare il veicolo in Italia.
Dopo questo periodo, è quindi obbligatorio sottoscrivere un’assicurazione con una compagnia italiana o con una compagnia straniera operante in Italia in regime di stabilimento o Lps.
Diverso è il caso in cui il veicolo appartenga a un soggetto estero ma sia utilizzato in Italia da un cittadino italiano in virtù di un contratto (ad esempio, noleggio o comodato): in questo caso, l’articolo 93-bis, comma 2, impone soltanto l’iscrizione della targa estera nel registro Reve entro 30 giorni, anche non consecutivi. Non è previsto alcun obbligo specifico di assicurazione, né viene richiamato l’articolo 125 del Codice delle assicurazioni, che autorizza l’uso della “carta verde” per circolare in Italia, ma solo per un periodo limitato.
La gestione dei sinistri diventa così più complessa, perché i danneggiati devono rivolgersi a compagnie estere, il che potrebbe ostacolare la rapidità e l’efficacia dei risarcimenti.
Il caso Napoli
Secondo le stime sulle 53.000 auto e moto presenti in Italia con iscrizione al Reve, oltre 35.000 veicoli sarebbero presenti a Napoli, soprattutto con targa polacca e bulgara. Secondo il Codacons, che ha passato in rassegna i dati provinciali Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), con una spesa media di 595 euro Napoli è la seconda città d’Italia per quanto riguarda gli importi delle assicurazioni auto.
Ancora più salati i conti fatti dall’osservatorio congiunto Facile.it/Assicurazione.it, secondo il quale oggi per assicurare un’automobile a Napoli oggi ci vogliono in media 1.166 euro all’anno, per un aumento di 107 euro rispetto al 2023.
E da un’indagine Ania (Associazione delle compagnie assicurative) sempre Napoli risulta essere maglia nera per quanto riguarda le vetture circolanti senza assicurazione: i veicoli scoperti da Rc auto in Italia sono 2,8 milioni, 1 su 10 si trova in Campania e 1 su 7 a Napoli.