La Tabella Unica Nazionale per le assicurazioni è finalmente realtà. Dopo anni di richieste, di tentativi di far andare in porto la rivoluzione a livello nazionale, infatti, dal Cdm di martedì 16 gennaio 2024 è arrivata l’approvazione dello schema di DPR recante la cosiddetta “Tabella delle menomazioni all’integrità psicofisica comprese fra 10 e 100 punti”. Una novità attesa per 18 anni e che ora è pronta ad arrivare per gli italiani che potranno sfruttare più di un vantaggio.
Via alla riforma strutturale del settore
La Tabella Unica Nazionale ha l’obiettivo di disciplinare il risarcimento del danno non patrimoniale per lesioni di non lieve entità (le cosiddette macrolesioni), inteso nella sua componente, sia biologica sia morale. Il via libera arrivato dal Consiglio dei Ministri del 16 gennaio ha lasciato soddisfatto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Il ministro, infatti, ha spiegato che “la Tabella Unica Nazionale per il risarcimento del danno non patrimoniale garantirà alle vittime dei sinistri il diritto a un pieno ed equo risarcimento del danno subito”. “Un significativo passo in avanti verso maggiori certezze e una uniformità di trattamento, che andrà a beneficio sia dei consumatori che delle compagnie assicurative” le parole di Urso.
Un provvedimento che si inserisce all’interno di un più ampio percorso di riforma strutturale del settore assicurativo che nasce per garantire il diritto per le vittime di sinistri di avere un pieno ed equo risarcimento del danno non patrimoniale, razionalizzando al tempo stesso i costi gravanti sul sistema assicurativo e, dunque, il diritto dei consumatori a vedere garantito un livello accettabile e sostenibile dei premi assicurativi.
Come funziona la Tabella Unica Nazionale
Ma cos’è e come funziona? La Tabella Unica Nazionale stabilisce un valore pecuniario certo da attribuire a ogni singolo punto di invalidità (danno biologico) subito in un incidente, con un valore compreso tra 10 e 100 punti, ed è integrata da tre ulteriori tabelle sul risarcimento del danno morale. La tabella, che si applicherà su tutto il territorio nazionale ai fini della liquidazione del danno non patrimoniale per lesioni di non lieve entità derivanti dalla circolazione di veicoli a motore e di natanti, uniforma la quantificazione e limita le disparità geografiche.
Elaborata tenendo conto di tre specifici aspetti, che concorrono a stabilire il valore pecuniario del risarcimento al danneggiato, prende in considerazione:
- il danno biologico permanente (lesione permanente dell’integrità psico-fisica della persona), il cui valore economico varia anche in base all’età del soggetto leso;
- il danno morale (sofferenza psicologica interiore);
- il danno biologico temporaneo (inabilità temporanea).
È stata stabilita una diretta proporzionalità con il grado di invalidità e una inversa con l’età del danneggiato. La principale differenza con le precedenti tabelle è che l’incremento del valore economico del punto rispetto alla percentuale di invalidità è calcolato sulla base di un suo moltiplicatore più che proporzionale rispetto all’aumento percentuale assegnato ai postumi.
Nelle nuove tabelle, infatti, viene introdotto il cosiddetto “moltiplicatore per danno morale” con cui vengono incrementati i valori del danno biologico in via percentuale e progressiva per ogni singolo punto di invalidità. L’uso del moltiplicatore è ammesso solo a seguito di prove e allegati rigorosi.
Un freno ai rincari
Un modo, come detto, per limitare le disparità geografiche, ma anche per mettere anche un freno ai rincari dell’Rc auto. Tra novembre 2022 e novembre 2023, infatti, si è registrato un aumento del prezzo medio del +7,1%, con rincari che si traducono in una maggiore spesa di 31 euro a polizza rispetto alle tariffe medie del 2022
Come vi avevamo già rivelato, Napoli e Prato sono le province che registrano il costo più alto della polizza Rc auto, con una media di oltre 559 euro, seguite da Caserta (501 euro) e Pistoia (487 euro). Enna, invece, ha le tariffe più basse d’Italia, con una media di 275 euro a polizza, seguita da Oristano (292 euro) e Potenza (297 euro). A Imperia si registrano invece gli incrementi annui più elevati (+12%)