Sciopero 8 novembre 2024 dei mezzi pubblici: non previste fasce di garanzia

Continua il periodo nero per i pendolari con un nuovo sciopero dei mezzi pubblici indetto dai sindacati per l’8 novembre 2024: si chiede il rinnovo dei Ccnl

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Nuovi disagi per i cittadini che sono soliti utilizzare i mezzi pubblici per andare a lavoro e muoversi in città: i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna hanno annunciato uno sciopero nazionale di 24 ore per venerdì 8 novembre 2024. Un nuovo stop, dunque, dopo che solo lo scorso 20 settembre i mezzi di trasporto pubblico si erano fermati, sempre per una giornata, in tutto il Paese.

Alla base della nuova mobilitazione dei lavoratori del settore dei trasporti c’è sempre il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri Internavigatori scaduto il 31 dicembre 2023. Per lo sciopero dell’8 novembre, inoltre, non sono previste fasce di garanzia.

Sciopero nazionale dei mezzi, no alle fasce di garanzia

Lo sciopero nazionale dei mezzi pubblici dell’8 novembre 2024 è stato proclamato in via unitaria dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna che giustificano la mobilitazione con “il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità TPL) scaduto il 31 dicembre 2023 ed a seguito dell’interruzione della trattativa il 30 maggio scorso”.

È il terzo sciopero nazionale dei mezzi pubblici di 24 ore nel giro di pochi mesi, con le forze che rappresentano i lavoratori del settore che sottolineano che in questa occasione non ci sarà “il rispetto delle fasce di garanzia” e che verrà organizzata una manifestazione nazionale.

In tutte le città italiane, dunque, il servizio di trasporto pubblico non verrà garantito per tutta la giornata dell’8 novembre 2024, con tutto ciò che questo comporta per i cittadini che hanno l’esigenza di muoversi.

Il nodo del contratto nazionale

Nella nota congiunta pubblicata da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, si legge che “la nuova mobilitazione (8 novembre 2024, ndr) si è resa inevitabile dopo aver preso atto che le associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav perseverano nel loro atteggiamento di indifferenza, infatti dopo gli scioperi di luglio e settembre non abbiamo ricevuto nessuna convocazione per giungere ad una soluzione della vertenza e ad avviare concretamente un confronto serio tra le parti”.

Al centro del dibattito, come noto, c’è il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri Internavigatori che è scaduto il 31 dicembre 2023 e sul quale le trattative sono state interrotte il 30 maggio 2024 a causa di differenti posizioni tra le parti coinvolte. Questo stato di stallo non piace ai sindacati del settore trasporti che, infatti, “vista l’irresponsabilità delle controparti” chiedono un intervento deciso del Governo e del ministero dei Trasporti, che prenda in carico la situazione”.

Le richieste sindacali: stipendi e sicurezza

I sindacati, nella loro nota, chiariscono quale siano le richieste avanzate alle associazioni datoriali: “Da parte nostra vogliamo un rinnovo contrattuale con un incremento economico in linea con l’aumento del costo della vita, a rimodulare la parte normativa per consentire una migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro”.

Oltre all’aspetto economico, i rappresentanti dei lavori chiedono più sicurezza per chi quotidianamente lavora sui mezzi pubblici ed è esposto al pericolo di aggressione. I sindacati intendono per questo “sensibilizzare il ministero degli Interni e il ministero delle Infrastrutture e Trasporti per individuare soluzioni atte a contrastare il fenomeno delle aggressioni”.