Avevano cominciato col dirlo i portuali di Genova, ben più di 10 giorni fa, cosa sarebbe potuto accadere. L’agitazione generale proclamata da Cgil e sindacati di base per oggi 3 ottobre si è trasformata in uno dei temi politici più discussi delle ultime ore.
La Commissione di garanzia ha infatti dichiarato la protesta non conforme alla legge, mettendo in chiaro la mancanza del preavviso di dieci giorni previsto dalla normativa del 1990.
Inevitabile quindi lo scontro istituzionale e sindacale destinato a proseguire anche in tribunale, dal momento che le organizzazioni promotrici hanno annunciato ricorso.
Rimangono le parole dure di Giorgia Meloni, la linea inflessibile di Matteo Salvini, il diritto internazionale “fino a un certo punto” del ministro Tajani e la determinazione di Maurizio Landini a difendere la legittimità della mobilitazione.
Ma anche oggi, le piazze italiane si preparano a vivere una giornata di cortei, mentre l’opposizione si schiera compatta a fianco dei lavoratori.
Indice
Sciopero del 3 ottobre: fasce garantite e settori coinvolti
Lo sciopero generale proclamato per venerdì 3 ottobre 2025 coinvolgerà numerosi settori pubblici e privati, rimangono attive le fasce orarie di garanzia, che variano da settore a settore.
Trasporti ferroviari
L’astensione inizierà giovedì 2 ottobre alle 21:00 e proseguirà fino alle 20:59 di venerdì 3. Trenitalia e Italo garantiranno il servizio per i treni regionali nelle fasce orarie 06:00–09:00 e 18:00–21:00.
È possibile trovare sui siti ufficiali di Trenitalia e Italo l’elenco dei treni garantiti.
Trasporto pubblico locale
Autobus, tram e metropolitane aderiranno allo sciopero con modalità diverse a seconda della città. A Roma, ad esempio, i servizi saranno garantiti fino alle 8:30 del mattino e dalle 17:00 alle 20:00.
Trasporto aereo
Il personale aeroportuale e di volo si fermerà per 24 ore. Restano operative le fasce di garanzia: dalle 07:00 alle 10:00 e dalle 18:00 alle 21:00.
Porti e trasporto marittimo
Anche in questo caso l’adesione copre l’intera giornata lavorativa. Saranno assicurati solo i collegamenti essenziali e le tratte prioritarie.
Logistica, taxi e trasporto merci
Le categorie parteciperanno allo sciopero, garantendo però i servizi legati alla distribuzione di beni essenziali.
Sanità
Lo stop interesserà l’intero arco dei turni lavorativi, fatta eccezione per i servizi d’urgenza e l’assistenza sanitaria essenziale.
Scuola
Coinvolti docenti e personale Ata. In diversi istituti, l’assenza del personale potrebbe portare alla chiusura temporanea delle scuole.

Sciopero e sanzioni: cosa rischiano lavoratori e sindacati
Quando uno sciopero viene dichiarato illegittimo dalla Commissione di garanzia, le conseguenze possono essere pesanti sia per i singoli lavoratori che per le organizzazioni sindacali.
Per i lavoratori, sono previste sanzioni disciplinari proporzionate, ma non si arriva al licenziamento né alla modifica del contratto.
Per i sindacati, invece, le sanzioni possono includere:
- la sospensione dei permessi sindacali retribuiti per la durata dello sciopero;
- la perdita della trattenuta dei contributi sindacali dalle buste paga dei lavoratori coinvolti;
- multe da 2.500 a 50.000 euro, in base alla gravità della violazione;
- la sospensione dalla trattativa sindacale per un periodo minimo di due mesi.
Salvini alza i toni sugli scioperi: “Ultimo avviso”
Mentre il Consiglio dei ministri affrontava il dossier scioperi, Matteo Salvini ha colto l’occasione per rilanciare una delle sue crociate preferite: la stretta normativa contro chi protesta. Il vicepremier ha infatti invocato una revisione delle sanzioni per chi sciopera senza rispettare “i vincoli di legge”.
La giornata si è chiusa con un video diffuso sui suoi canali social:
Ultimo avviso, visto che ci sono altri 40 scioperi proclamati da qui alla fine dell’anno.
Poi l’aut-aut:
Se domani prevarrà il buon senso, ci comporteremo in una certa maniera. Se prevarranno arroganza, violenza e sopraffazione, sapremo come reagire.
Quasi in simultanea, dal Ministero delle Infrastrutture è arrivato un messaggio altrettanto perentorio: chi parteciperà a scioperi giudicati “irregolari” dalla Commissione dovrà rispondere personalmente. Niente precettazione formale, certo, ma il tono è quello del dito puntato.
Con buona pace del diritto allo sciopero, che resta, almeno sulla carta, un caposaldo della democrazia.
Il nodo giuridico: lo sciopero è illegittimo?
Il ministro Salvini fa riferimento al fatto che la Commissione di garanzia ha giudicato non legittima la proclamazione dello sciopero, spiegando che è stata indetta senza rispettare i dieci giorni di preavviso stabiliti dalla legge 146 del 1990 per i dipendenti pubblici.
L’Autorità ha sottolineato come il richiamo sindacale all’articolo 2, comma 7, che consente deroghe nei casi di tutela dell’ordine costituzionale o di difesa della sicurezza dei lavoratori, non fosse pertinente. Le organizzazioni promotrici hanno annunciato ricorso al giudice del lavoro.
Sul piano giuridico, diversi esperti hanno ricordato che la legge consente eccezioni al preavviso quando si verificano episodi gravi e improvvisi.
Infatti, un esempio molto concreto sono i casi di scioperi immediati proclamati dopo incidenti mortali in fabbrica: situazioni considerate legittime proprio per l’urgenza e la drammaticità.
Gli eventi in Medio Oriente possono giustificare una deroga alle regole ordinarie? Oppure, anche di fronte a scenari internazionali drammatici, ogni forma di dissenso interno deve comunque sottostare a un rigido protocollo? La protesta nasce con la richiesta al governo di interrompere qualsiasi rapporto di tipo economico con Israele.
La replica di Landini
Per Maurizio Landini la risposta è una. Il segretario della Cgil ha difeso senza tentennamenti lo sciopero promosso dal sindacato, definendolo “pienamente legittimo”. La motivazione, secondo lui, non è solo politica ma costituzionale: sarebbero state violate norme fondamentali e ignorata la tutela dei volontari e dei cittadini italiani coinvolti nella vicenda della Flotilla. Circa 50 cittadini italiani fanno parte della Flotilla.
Ma la difesa non si ferma qui. Landini ha annunciato l’intenzione di impugnare la delibera che giudica irregolare l’astensione, e ha già messo in conto la battaglia legale contro eventuali sanzioni economiche.
La questione in Medio Oriente sta toccando profondamente quel tessuto di popolazione che troppo spesso è rimasto in silenzio. Dietro ogni bandiera, ogni coro, ogni giornata di lavoro sacrificata (perché anche se è venerdì non è un “weekend lungo”), c’è una richiesta di ascolto che non si esaurisce in una rivendicazione. Lo sciopero è il tentativo di restituire senso a parole spesso svuotate, come diritti, giustizia, dignità.
E nel rumore della protesta, a ben guardare, c’è ancora un segnale vivo: la volontà di credere che cambiare sia possibile. Anche solo un po’.