Prescrizione ricevute mutuo e rischi se non si pagano le rate

Ecco come funziona la prescrizione delle rate del mutuo, cosa dice la legge, quali sono i tempi da rispettare e perché non buttare la documentazione può evitare grane legali

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 27 Maggio 2025 10:42

Conservare le ricevute delle rate del mutuo è importante perché esse sono la prova tangibile di aver effettuato i pagamenti. Qualora vi fossero infatti degli errori, delle contestazioni con la banca o dei problemi legali, avere tutta la documentazione a disposizione aiuterà a tutelarsi.

Con il trascorrere del tempo, tali rate possono cadere di prescrizione per cui sarà importante anche sapere effettivamente per quanti anni si dovranno conservare. Smettere di pagare, comunque, non è mai una buona soluzione in quanto ci potrebbero essere delle gravi conseguenze. Ci sono però delle alternative per chi si trova in difficoltà economiche e desidera evitare ripercussioni serie. Ecco maggiori dettagli in merito.

Mutuo non pagato per 5 anni che succede?

Molti credono che il mutuo non pagato si estingua in automatico dopo 5 anni ma non è così. Il motivo è che spesso esso si confonde con altri tipi di debiti come quelli che derivano dai canoni di locazione che veramente si prescrivono dopo 5 anni. Ciò significa che al termine di tale arco temporale, il debito sarà pienamente esigibile.

Se non ci sono accordi tra le parti o un piano di rientro formalizzato, l’istituto di credito potrà esercitare i propri diritti e avviare le procedure di recupero del credito come il pignoramento dell’immobile ipotecato che è la più grave. Quest’ultimo, infatti, può culminare con la vendita forzata all’asta.

Cos’è e come funziona la prescrizione

Se si firma un contratto di mutuo, ad esempio per acquistare una casa, si promette alla banca la restituzione della somma ricevuta che di solito avviene a rate. Nonostante queste ultime si paghino ogni mese, però, il debito è uno solo anche se viene diviso in parti. Significa che ogni rata ha la sua scadenza (ad esempio ogni 1° del mese) e la prescrizione non parte da quella di ogni singola rata bensì dal termine dell’ultima rata del mutuo. Nel caso quest’ultimo duri 20 anni, quindi, la banca potrà chiedere indietro il denaro fino a 10 anni dopo l’ultima rata.

Il frazionamento del pagamento non incide sulla natura unitaria del debito per cui non vi sono prescrizioni multiple per ogni rata. Per quanto riguarda gli interessi, anch’essi sono una parte integrante del piano di ammortamento e non obbligazioni periodiche autonome per cui non si applica la prescrizione di cinque anni ma di dieci. Si tratta, infatti, sempre di un debito unico. Quindi, se dall’ultima rata pagata passano 10 anni e la banca o la finanziaria non inviano una diffida, una messa in mora o un qualsiasi sollecito di pagamento formale, il credito va in prescrizione.

Esempio:

supponiamo che Giacomo abbia sottoscritto un mutuo nel 2015 e che per difficoltà economiche abbia smesso di pagare le rate nel 2019. Nel 2022 la banca gli invia una diffida formale di pagamento mediante raccomandata. Tale atto interrompe il termine di prescrizione per cui il conteggio dei 10 anni riparte daccapo per cui il mutuo non è prescritto e la banca ha pieno diritto a procedere con il recupero forzoso del credito.

Perché conservare i documenti del mutuo?

Quando si chiede un mutuo o un finanziamento si ricevono dei documenti come i contratti, le ricevute, i piani di pagamento, le comunicazioni dalla banca o dalla finanziaria. Essi vanno sempre conservati per un determinato periodo perché potrebbero servire anche anni dopo.
Come spiegato, i documenti di mutui e finanziamenti andati a buon fine nonché le ricevute vanno conservati per almeno 10 anni dalla fine del contratto. Il motivo è che anche dopo aver finito di pagare potrebbero esserci problemi o controlli, come ad esempio errori nei conteggi o richieste della banca. È importante custodirli anche se si è fatta una richiesta per un prestito ma:

  • la banca non l’ha concesso;
  • si è deciso di rinunciare, in questo caso però i dati si potranno cestinare dopo 90 giorni.

Nel caso il mutuo non fosse stato concesso, infatti, la richiesta potrebbe essere finita nei sistemi informatici utilizzati dalle banche e finanziarie, le cosiddette banche dati creditizie. Tenere i documenti per 90 giorni, quindi, può essere utile nel caso vi siano degli errori da correggere.

Se invece l’istituto di credito o la finanziaria ha effettuato dei controlli sulla situazione reddituale del cliente chiedendo ad esempio la busta paga, allora significa che la richiesta è entrata in istruttoria. In tal caso, le informazioni registrate resteranno nella banca dati per un massimo di 180 giorni per cui sarebbe utile conservare quella documentazione per almeno sei mesi.

Se non si riescono a pagare le rate del mutuo che succede?

Quando si richiede un mutuo è fondamentale scegliere una rata che ci si può permettere e calcolare bene quanti anni si dovrà pagare e con quale interesse. Può capitare, però, che si possano avere delle difficoltà economiche come la perdita del lavoro o delle spese impreviste. Se si salta il pagamento di una rata, dopo 30 giorni di ritardo, la banca inizia ad applicare gli interessi di mora che sono come una sorta di “penale” che ai aggiunge a quello che deve pagare. Il debito, quindi, diventa più grande ed esoso. Se poi si continua a non pagare e il ritardo arriva a circa 4 mesi, la banca può segnalare il cliente come “cattivo pagatore”. Chi ci finisce:

  • potrebbe avere molte difficoltà a chiedere nuovi prestiti o finanziamenti perché le banche vedranno che ci sono stati problemi a pagare in passato;
  • potrebbe avere problemi a chiedere nuovi soldi in prestito perché la segnalazione può restare attiva per diversi anni.

In più se non si paga, c’è il rischio che la banca avvii la procedura del pignoramento dello stipendio o che chieda di vendere la casa per recuperare il mutuo non pagato.

Che fare dunque per non ritrovarsi in tali casi? La cosa più importante è sicuramente quella di non restare fermi in quanto se non si pagano le rate, come detto, la banca può avviare il pignoramento della casa o segnalare il cliente come un cattivo pagatore. Si potrebbe quindi chiedere:

  • la rinegoziazione del mutuo, chiedendo ad esempio di allungarne la durata;
  • chiedere la sospensione temporanea delle rate che però non è automatica;
  • chiedere la surroga del mutuo ovvero di scegliere una banca che offre delle condizioni migliori;
  • valutare la procedura di esdebitazione se si hanno troppi debiti;
  • vendere la casa prima del pignoramento.