G7 Puglia, dal 5 al 18 giugno controlli alle frontiere in tutta Italia: sospeso Schengen

In occasione del G7 di Borgo Egnazia, Puglia, dal 13 al 15 giugno, l'Italia sospende l'accordo di Shengen: dal 5 al 18 giugno tornano i controlli alle frontiere

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Fervono i preparativi per il G7 di Puglia, a guida italiana, che si terrà a Borgo Egnazia dal 13 al 15 giugno 2024. L’evento vedrà la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo dei 7 Stati membri, oltre al Presidente del Consiglio Europeo e alla Presidente della Commissione Europea.

Come da tradizione, prenderanno parte ai lavori anche i rappresentanti di alcuni Stati e organizzazioni internazionali invitati dal Paese che detiene la presidenza di turno, in questo caso appunto l’Italia. Sono attese 15 delegazioni, fra Paesi e istituzioni, per un totale di circa un migliaio di persone.

Novità importanti sulla circolazione scattano da oggi mercoledì 5 giugno, e fino al 18 giugno, in tutta Italia. Vediamo cosa cambia.

G7 Puglia: le date, dove si tiene e chi partecipa

Mancano meno di due settimane al G7 di Puglia, sotto la guida dell’Italia, che si terrà a Borgo Egnazia dal 13 al 15 giugno 2024.

L’evento vedrà la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo dei 7 Stati membri, oltre al Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in rappresentanza dell’Unione Europea.

Stop a Schengen: controlli alle frontiere dal 5 al 18 giugno

In occasione del vertice del G7, come da prassi consolidata da tutti gli Stati in occasione di eventi simili, le frontiere nazionali terrestri, marittime e aeree vengono temporaneamente soggette a controlli.

Scatta quindi la sospensione del regime ordinario di libertà di movimento all’interno dell’Area Schengen, come previsto dagli articoli 25 e 27 del Regolamento UE 2016/399 del 9 marzo 2016. Come chiarisce il Ministero dell’Interno del governo Meloni, il ripristino dei controlli alle frontiere in Italia scatta dalle ore 14 del 5 giugno e durerà fino alle 14 del 18 giugno.

Si adegua necessariamente anche Aeroporti di Puglia, che fa sapere in una nota ufficiale che, “in occasione del vertice G7 previsto dal 13 al 15 giugno prossimi, su disposizione del ministro dell’Interno, verranno ripristinati i controlli di frontiera per tutti i passeggeri dei voli internazionali in arrivo e in partenza, a partire dalle ore 14 del 5 giugno fino alle 14 del 18 giugno”.

Inoltre, nel rispetto delle necessarie misure di sicurezza e su indicazione delle competenti autorità, negli scali di Bari, Brindisi e Grottaglie, potranno essere previste restrizioni alla viabilità e alla sosta nelle aree di parcheggio.

Per questi motivi, l’invito ai passeggeri della società che gestisce il traffico aereo in Puglia è di utilizzare se possibile mezzi pubblici per raggiungere gli aeroporti, anche per evitare eventuali difficoltà che potranno determinarsi in concomitanza all’arrivo delle delegazioni dei Paesi partecipanti al summit internazionale.

Scattano anche il controllo di alcuni tratti del mare, percorsi alternativi e limitazioni al traffico, con l’istituzione di zone rosse di cui ancora non si conoscono i dettagli.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in un incontro preparatorio in Prefettura a Brindisi con le istituzioni locali, parla del G7 di Borgo Egnazia come “una bella opportunità, non solo per l’importanza dell’appuntamento. Sarà una vetrina molto importante per la Puglia – dice -: uno dei tanti modi con cui mostriamo al mondo le nostre bellezze”.

Al G7 di Borgo Egnazia il nodo degli asset russi

Al centro del G7 di Borgo Egnazia, che arriverà poco dopo le elezioni europee dell’8 e 9 giugno, ci sarà senza dubbio il nodo degli asset russi.

Come ha precisato il commissario Ue agli affari economici, Paolo Gentiloni, a margine del G7 delle Finanze di Stresa, sull’utilizzo dei profitti degli asset russi a favore dell’Ucraina “ci sono ancora molti dettagli da chiarire e approfondire, ma la direzione di marcia è interessante e nel medio periodo penso possa portare ad un accordo al G7 in Puglia”. Stresa è servito alla sostanza di questo processo: “Penso che la conclusione politica ha bisogno ancora di un po’ di lavoro e penso che la sede ideale sia quella politica in Puglia” ha detto Gentiloni.

Cosa prevede l’accordo di Schengen e i Paesi aderenti

Ma torniamo a Schengen. Abbiamo tutti almeno una volta sentito parlare dell’accordo di Schengen, che ci riguarda da molto vicino. Ma di cosa si tratta esattamente? Cosa prevede?

L’accordo di Schengen è un sistema europeo che prevede una zona di libera circolazione senza controlli alle frontiere interne: è stata creata il 14 giugno 1985 e prende il nome dall’omonima cittadina lussemburghese in cui venne sottoscritto l’accordo stesso da Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi. L’Italia ha aderito qualche anno dopo, nel 1990.

Con il Trattato di Amsterdam del 1997 l’accordo di Schengen è stato poi integrato nel quadro giuridico dell’Unione europea e rappresenta senza dubbio uno dei vantaggi più evidenti, e più apprezzati, dai cittadini europei, assieme ai vari programmi di studio e lavoro per i giovani.

A partire dal 1995 il numero dei Paesi firmatari è progressivamente aumentato fino a coinvolgere oggi 25 Paesi membri Ue e 4 Paesi associati, cioè Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Gli unici 2 paesi dell’Unione Europea che non hanno aderito al patto di Schengen sono Irlanda e Regno Unito.

Ogni anno i cittadini europei effettuano più di 1,25 miliardi di viaggi nello spazio Schengen, attraversando le frontiere interne senza controlli. Tuttavia, in via eccezionale, i governi possono attivare i meccanismi previsti dal Codice Frontiere Schengen di ripristino dei controlli interni, intesi come misure di ultima istanza e sempre secondo il principio di proporzionalità.

Va anche detto che, con l’applicazione di questo accordo, sono stati rafforzati i controlli alle frontiere esterne e sono state introdotte misure di compensazione dell’assenza di controlli interni in settori quali i visti, la cooperazione di polizia e i rimpatri.

Ora, in seno all’Ue, su proposta della Commissione europea, è stato avviato un processo di revisione del funzionamento del sistema Schengen. In particolare, è stata adottata dal Consiglio la riforma del Meccanismo di valutazione e monitoraggio, mentre è ancora in via di esame la proposta di modifica del Codice Frontiere Schengen, che, dopo la pandemia, il terrorismo e i flussi migratori in aumento, punta ad adottare un approccio uniforme alle restrizioni ai viaggi.