Come funziona il Fondo anti usura e chi può accedervi

Scopri come il Fondo anti usura aiuta le imprese e le famiglie a ottenere credito evitando prestiti usurari mediante garanzie e convenzioni con banche e Confidi

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

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Può capitare che un’impresa o una famiglia possa ritrovarsi improvvisamente in difficoltà economica a causa dell’aumento dei costi, per il calo di fatturato o per la riduzione del credito bancario. In tali circostanze c’è quindi il rischio di ricorrere a prestiti usurai ovvero finanziamenti che applicano tassi di interesse illegali perché troppo alti.

Proprio per evitare che ciò accada, lo Stato Italiano ha istituito uno strumento specifico che è il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura. Ma come funziona esattamente e chi può accedervi precisamente?

Cos’è il fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura

Il ministero del Tesoro, con la legge numero 108 del 1996 ha istituito il fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura per aiutare sia le famiglie che le imprese ad accedere a un credito legale evitando di ricorrere a prestiti usurari.

Esso è gestito dal Mef ovvero dal ministero dell’Economia e delle Finanze mediante enti intermediari autorizzati.

Uno dei motivi principali per i quali tale fondo è nato è quello di ridurre il rischio per gli istituti di credito e gli intermediari finanziari di concedere un prestito a soggetti considerati a rischio.

I soldi del Fondo anti usura da chi sono gestiti?

Il denaro del Fondo anti usura non viene erogato direttamente dallo Stato alle imprese o ai cittadini ma viene gestito:

  • da associazioni;
  • dalle fondazioni antiusura;
  • da Confidi ovvero dal Consorzio di garanzia collettiva dei fidi.

Tali enti ricevono le risorse e le utilizzano per concedere delle garanzie.

Chi sono i beneficiari del Fondo anti usura e a chi possono rivolgersi per ottenerlo?

I beneficiari del Fondo anti usura sono soprattutto i cittadini, le imprese e le famiglie che hanno gravi problemi economici o un elevato rischio finanziario per cui hanno difficoltà ad ottenere un finanziamento tradizionale.

Costoro, per evitare di fare ricorso a canali di finanziamento, illegali possono rivolgersi a:

  • Confidi che sono consorzi di garanzia che operano in particolar modo a favore delle medie e piccole imprese;
  • fondazioni per la prevenzione dell’usura e le associazioni che aiutano soprattutto le famiglie e i privati cittadini.

Tali enti sono accreditati dal ministero dell’Economia e della Finanze e sono gli effettivi gestori del fondo.

Questo, però, non significa che erogano direttamente il denaro. Valutano, infatti, ogni singolo caso e, qualora vi siano i presupposti, concedono una garanzia grazie alla quale l’istituto di credito può concedere il finanziamento.

L’accesso al prestito anti usura come funziona?

I passaggi per accedere al prestito anti usura per coloro che si trovano in difficoltà sono i seguenti:

  • rivolgersi a una fondazione, associazione o al Confidi;
  • attendere che gli enti analizzino la situazione economica e finanziaria di chi chiede il prestito;
  • attendere che la richiesta sia ritenuta idonea così da ricevere una garanzia sul prestito.

Le garanzie finanziate dal Fondo non sostituiscono il prestito. Significa che lo rendono possibile in quanto riducono il rischio per le banche ma esso va sempre restituito.

Da dove arrivano le risorse del Fondo?

Le risorse del Fondo anti usura sono pubbliche e arrivano soprattutto da:

  • sanzioni amministrative antiriciclaggio ovvero da multe che lo Stato applica quando non vengono rispettate le regole contro il riciclaggio di denaro;
  • sanzioni valutarie ovvero da multe che vengono applicate a coloro che non rispettano le norme sulla circolazione del denaro, dei capitali o degli strumenti finanziari tra l’Italia e l’estero.

Quali sono i risultati del Fondo?

Dall’ultimo rapporto 2024 del Mef si evince che dalla sua istituzione ad oggi, il Fondo ha erogato circa 678 milioni di euro. Significa che lo Stato ha stanziato e ha trasferito tale cifra agli enti su indicati affinché li utilizzassero come garanzia ovvero come copertura del rischio in quanto solo se c’è quest’ultima i prestiti vengono erogati.

Ha inoltre consentito:

  • la concessione di circa 85.000 prestiti;
  • che fossero erogati finanziamenti per un importo complessivo di circa 2 miliardi di euro.

Sul territorio nazionale al momento operano 181 gestori che danno assistenza sia alle imprese in difficoltà che alle famiglie che vogliono accedere al credito e non ci riescono.

L’elenco delle associazioni, Confidi e fondazioni si può trovare nella brochure ufficiale del Fondo anti usura e sul sito del Dipartimento del Tesoro. Su quest’ultimo, si può anche consultare un rapporto che descrive dettagliatamente come funziona il sistema di prevenzione.

Come funzionano le garanzie gestite da Confidi?

Le garanzie fornite da Confidi non sono prestiti diretti alle imprese ma aiutano queste ultime a ottenere il credito.

Esse hanno delle caratteristiche ben precise:

  • sono a prima richiesta;
  • sono esplicite;
  • sono incondizionate;
  • sono irrevocabili.

Questo significa che le garanzie:

  • possono essere attivate subito dall’istituto di credito in caso di mancato pagamento;
  • sono indicate in modo chiaro nel contratto;
  • non richiedono verifiche o azioni preliminari;
  • non possono essere ritirate se vengono concesse.

Esse possono poi arrivare fino all’80% dell’importo del finanziamento.

Ecco un esempio:

se si chiede un prestito di 10.000 euro, la garanzia può coprire fino a 8.000 euro per cui l’istituto di credito resta esposto solo per i 2.000 euro rimanenti.

Le garanzie possono essere utilizzate per i nuovi finanziamenti e per:

  • la rinegoziazione o l’allungamento dei debiti in essere;
  • le operazioni di liquidità;
  • l’incremento delle linee di credito;
  • la sospensione di rate ma solo se il nuovo accordo prevede un’aggiunta di credito.

Le imprese, infine, possono utilizzare le risorse del Fondo anche con altri aiuti nel rispetto delle norme europee. Significa che le risorse sono cumulabili con:

  • i fondi regionali;
  • gli interventi di altri enti pubblici o privati;
  • i contributi delle camere di Commercio.

Prestiti diretti alle imprese da parte dei Confidi

Una parte dei contributi del Fondo anti usura può essere utilizzata da Confidi per concedere un prestito alle medie, piccole e micro imprese considerate ad alto livello di rischio finanziario, sempre nel rispetto delle regole Ue.

Le regole sono le seguenti:

  • Confidi può usare al massimo il 40% del suo speciale Fondo anti usura calcolato al 31 dicembre dell’anno antecedente per concedere prestiti diretti;
  • l’importo non può essere superiore ai 40.000 euro a operazione;
  • almeno il 20% del prestito deve essere coperto da Confidi;
  • i tassi che vengono applicati devono essere adeguati a coprire i costi e a compensare il rischio relativo alla parte del prestito finanziata con le risorse proprie del Confidi.

Come funzionano la garanzia per le associazioni e fondazioni

La legge numero 108 del 7 marzo 1996 non specifica una percentuale standard come garanzie per associazioni e fondazioni. Da essa si evince solo che sono:

  • a prima richiesta;
  • esplicite;
  • incondizionate;
  • irrevocabili.

L’obiettivo è quello di favorire l’accesso al credito sia delle persone che delle imprese meritevoli che altrimenti avrebbero avuto difficoltà nell’ottenere un prestito.

Anche in questo caso, i contributi che si ricevono si possono combinare con altri aiuti pubblici o privati come quelli delle regioni o delle camere di commercio, sempre nel rispetto delle regole Ue.

Le associazioni e le fondazioni, oltre alle garanzie, svolgono anche le attività previste dai loro statuti come:

  • assistenza;
  • informazione;
  • prevenzione dell’usura.