La classifica 2024 dei migliori vini italiani al mondo vede la Toscana che domina su tutti, ma buoni risultati ottengono anche Piemonte e Umbria.
L’elenco dei vini premiati aggiornato è stato pubblicato da Gambero Rosso, ma tiene conto dei voti e dei feedback dei principali estimatori di vino ed esperti del settore a livello internazionale.
La classifica dei migliori vini italiani
Nel mondo del vino, l’Italia ha da sempre giocato un ruolo di primo piano, con le sue regioni che producono alcuni tra i più rinomati e pregiati vini al mondo. Questa volta, sono i critici internazionali a mettere in luce il talento enologico italiano, stilando una classifica dei migliori vini rossi del Bel Paese.
La classifica, pubblicata da Gambero Rosso, è ottenuta combinando i punteggi assegnati dai critici italiani con quelli dei quattro grandi valutatori internazionali – Wine Spectator, Robert Parker (Wine Advocate), James Suckling e Antonio Galloni di vinous.com – è stata pubblicata a inizio 2024 e rivela una netta predilezione per i vini toscani.
Il miglior vino italiano al mondo premiato nel 2024 è il Sassicaia ’20
Nella top cento dei vini migliori al mondo il primo italiano premiato è un toscano. Al primo posto infatti, tra quelli italiani, c’è infatti il celebre Sassicaia ’20. Esclusivo e raffinato, si tratta di un vino rosso della prestigiosa D.O.C. Bolgheri Sassicaia. Impareggiabile nella sua eleganza e complessità, porta con sé il sigillo di una tradizione enologica che si tramanda da generazioni.
Terroir e Vitigni
Le vigne che danno vita a questo straordinario vino si trovano a Bolgheri, a un’altitudine che oscilla tra i 100 e i 300 metri e che bacia il sole con un’esposizione privilegiata verso Ovest/Sud-Ovest. Qui, su terreni caratterizzati da una forte presenza di calcare arricchito da galestro e sassi, e parzialmente argillosi, prosperano le varietà nobili dei vitigni Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
Vinificazione e Allevamento
Il processo di produzione di Sassicaia 2020 prende vita dalle mani esperte dei vignaioli, che selezionano le uve con scrupolosa precisione, poi si passa a una pressatura soffice e delicata che preserva l’integrità degli acini. Qui ogni fase è intrisa di attenzione e maestria. Le fermentazioni, naturalmente spontanee e senza l’ausilio di lieviti esterni, si concludono a fine ottobre, mantenendo temperature controllate per preservare l’aromaticità e la freschezza del mosto.
L’affinamento avviene in barrique di rovere francese, con una sapiente miscela di legno nuovo, di primo e secondo passaggio, che conferisce al vino una complessità straordinaria senza mai eccedere nella cessione di tannini. Dopo oltre 25 mesi di paziente attesa, il vino è travasato nelle vasche in acciaio per un’ulteriore fase di selezione e assemblaggio prima dell’imbottigliamento.
Caratteristiche Sensoriali
Il Sassicaia 2020 si rivela nel calice con una tonalità rosso porpora, animata da riflessi violacei che promettono emozioni uniche. Al naso, un bouquet avvolgente di frutti scuri e spezie danza con ricordi di agrumi e note di sottobosco, anticipando un’esperienza sensoriale straordinaria. In bocca, la sua struttura piena e l’energia travolgente si fondono con tannini morbidi e freschi, offrendo un finale lungo e complesso che lascia un’impronta indelebile sul palato.
Abbinamenti e Invecchiamento
Sassicaia 2020 è il compagno ideale per i palati più raffinati. La sua complessità lo rende perfetto in abbinamento con carni di ogni genere e selvaggina fine, esaltando i sapori e creando armonie gustative indimenticabili. Tuttavia, la vera magia di questo vino si svela nel tempo, poiché il suo invecchiamento in bottiglia lo rende sempre più affascinante, rivelando nuovi strati di complessità e nobiltà.
In conclusione, Sassicaia 2020 è molto più di un semplice vino rosso: è un’esperienza sensoriale, un viaggio attraverso la bellezza e l’eleganza che solo i grandi vini sanno offrire. Con la sua storia millenaria e il suo gusto sublime, si conferma come un’icona indiscussa dell’enologia italiana e un capolavoro di raffinatezza e perfezione.
La top 3 dei migliori vini italiani al mondo
Nella classifica dei migliori vini al mondo, a seguire dopo Sassicaia ’20 al primo posto, sul podio troviamo altre due etichette di qualità, ovvero il sontuoso Masseto e il maestoso Barolo Riserva Falletto Vigneto Le Rocche ’17.
Il Masseto
Il vigneto di Masseto, un tempo sottovalutato e considerato improbabile per la produzione di vini di alta qualità, è ora diventato l’emblema dell’eccellenza vinicola italiana nel mondo. Il Masseto è un vino rinomato e ambito dagli intenditori di tutto il globo, un’espressione autentica del territorio toscano e del suo straordinario potenziale enologico.
Il Masseto è una gemma nel panorama dei vini italiani. Con la sua denominazione IGT, rappresenta il meglio della Toscana, esprimendo al meglio le caratteristiche uniche del suo terroir. Il vitigno utilizzato è il Merlot al 100%, e questo conferisce al vino una personalità distintiva e affascinante.
Questo vino straordinario è il risultato di un’attenta cura in vigna e in cantina. Dopo circa 20 mesi di affinamento in barrique di rovere nuove e ulteriori 12 mesi in bottiglia, il Masseto si presenta al consumatore con un colore rosso rubino scuro, che promette emozioni intense fin dal primo sguardo.
Al naso, il Masseto 2018 offre un bouquet complesso e avvolgente, con note di ciliegie mature, prugne e un tocco di rovere speziato che conferisce profondità e eleganza al profilo aromatico.
Il gusto è altrettanto coinvolgente: ampio e ricco, ma al contempo raffinato e setoso. Il vino si distingue per la sua struttura impeccabile e per un finale lungo e persistente che lascia un’impronta indelebile sul palato.
Il Masseto è un vino che incarna perfettamente l’essenza del suo terroir e l’annata eccezionale. È un’opera d’arte liquida, una rara combinazione di opulenza e raffinatezza che conquista i sensi e l’anima di chiunque lo assaggi. Questo vino straordinario si presta ad essere abbinato con formaggi selezionati, carni pregiate e selvaggina, esaltando al meglio le sue qualità uniche e indimenticabili.
Barolo Riserva Falletto
Nel cuore delle Langhe, terra di eccellenza enologica nel suggestivo Piemonte, sorge un vino che incarna l’anima e la storia di questa regione: il Barolo “Rocche del Falletto” Riserva di Bruno Giacosa.
La denominazione Barolo DOCG attesta la massima qualità e autenticità di questo vino, che si presenta in bottiglie da 0,75 litri, pronte a raccontare una storia di passione e dedizione. Con un’alcolicità del 14,5%, l’annata 2017 promette emozioni intense e indimenticabili.
Le note sensoriali di questo vino sono un vero tripudio per i sensi. Il colore rosso granato, vivo e cangiante, invita a un viaggio sensoriale senza pari. Al naso, emerge un bouquet avvolgente di rosa canina, ciliegia e tabacco, un vero e proprio turbinio di aromi che si susseguono in un crescendo emozionante.
Il sorso è lungo, avvolgente, con una persistenza che sembra non avere fine. Questo vino straordinario è perfetto da abbinare a brasati e formaggi molto stagionati, ma crea anche abbinamenti estatici con piatti a base di tartufo bianco, esaltandone al massimo il sapore e la complessità.
Le regioni più premiate
La Toscana si conferma quindi come protagonista indiscussa della scena vinicola internazionale.
Tuttavia, altre regioni italiane fanno la loro comparsa nella classifica, anche se in misura minore. Il Piemonte, famoso per i suoi eleganti Barolo e Barbaresco, annovera solo cinque rappresentanti tra i primi venti vini. Sorprendentemente assente è il famoso Gaja (che invece si è aggiudicato un posto nella classifica dei migliori vini rossi premiati in Italia), mentre spicca il Barolo Ornato ’19 di Pio Cesare alla posizione numero otto.
L’Umbria, con il suo Montefalco Sagrantino 25 Anni ’19 di Arnaldo Caprai, si fa notare conquistando la dodicesima posizione.
In conclusione, questa classifica dei migliori vini rossi italiani al mondo evidenzia la straordinaria varietà e qualità dei vini prodotti nella nostra penisola. La Toscana brilla indiscussa, ma anche altre regioni fanno sentire la propria presenza, confermando l’Italia come una delle principali potenze vinicole globali.