“…nella buona e nella cattiva sorte finché morte non ci separi”, convintissimi quando si pronunciano queste parole ma purtroppo a volte la promessa iniziale viene meno per motivi di varia natura e ci si ritrova non più davanti al prete ma davanti al giudice. Il divorzio per la legge mette fine agli obblighi civili derivanti dal matrimonio ma lascia intonsi gli effetti religiosi: per la Chiesa il matrimonio resta valido anche dopo la sentenza di divorzio. Ciò porta i due ex coniugi a non potersi risposare in Chiesa ma solo in Comune.
Ed ecco che, se veramente intenzionati a risposarsi in Chiesa, bisognerà ricorrere alla Sacra Rota ovvero a quello che impropriamente viene chiamato annullamento del matrimonio appellandosi al Tribunale della Santa Sede. Impropriamente si usa l’espressione “annullato” ma in realtà viene stabilito che il matrimonio debba ritenersi nullo in origine come se non fosse mai esistito.
Un enorme cambiamento apportato alle leggi che regolamentano l’“annullamento” del matrimonio dalla Sacra Rota è stato effettuato nel 2015 da Papa Bergoglio che ha cambiato l’iter introducendo una divisione tra le motivazioni che portano all’annullamento ordinario o all’annullamento breve. Il primo si conclude entro un anno mentre il secondo entro trenta giorni, quindi esiste tra i due una differenza di durata piuttosto rilevante.
Indice
Annullamento con processo ordinario: motivazioni valide
L’annullamento del proprio matrimonio è concesso dalla Sacra Rota solo in caso sussistano eventi, situazioni o fatti non compatibili con il “sacro vincolo del matrimonio”; non tutti i matrimoni sono quindi annullabili ma solo quelli in cui è presente una o più delle seguenti condizioni:
- impotenza sessuale di uno dei due coniugi;
- matrimonio non consumato ovvero senza rapporti sessuali completi;
- violazione da parte di uno dei due coniugi di almeno una delle finalità essenziali del matrimonio religioso (fedeltà, procreazione ed indissolubilità del matrimonio);
- matrimonio celebrato senza il consenso di uno dei coniugi, includendo in tale caso anche la riserva mentale e la simulazione;
- errore sulla persona del coniuge, che può ricadere su una qualità di uno dei coniugi oppure si può verificare nel caso di matrimonio celebrato per procura.
- violenza fisica o intimidazioni da parte di uno dei coniugi;
- mammismo, nuova condizione coniata dalla Sacra Rota secondo la quale viene dimostrato che uno dei coniugi non riesce a recidere il cordone ombelicale con la famiglia di origine creando difficoltà psicologiche e di quotidianità alla nuova famiglia.
Annullamento con processo breve: motivazioni valide
Esistono casi in cui la Sacra Rota consente l’annullamento del matrimonio con processo breve, ovvero entro 30 giorni dalla domanda, che sono:
- recidività di uno dei coniugi al tradimento;
- aborto procurato;
- abbandono del tetto coniugale dopo poco tempo dal giorno del sacro vincolo (brevità della convivenza coniugale);
- mancanza di fede da parte di uno dei coniugi da cui sia derivata simulazione del matrimonio;
- non dichiarata sterilità da parte di uno dei coniugi;
- non dichiarata paternità o maternità precedente al matrimonio con terza persona;
- occultamento dei trascorsi da carcerato/a di uno dei coniugi.
È inoltre possibile richiedere l’annullamento con processo breve in altri due casi:
- ambedue i coniugi sono d’accordo nel richiedere l’annullamento a fronte di una motivazione sulla quale concordano entrambi;
- le motivazioni della richiesta di annullamento sono evidenti al punto da non richiedere approfondimenti.
Se, però, le cause della richiesta non risultassero invece evidenti, provate e palesi il vescovo non procederebbe con l’annullamento breve ma incaricherebbe il tribunale ecclesiastico che trasformerebbe il processo breve in processo ordinario al fine di valutare con la massima certezza la bontà della richiesta.
Come richiedere l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota
Presentare la domanda per l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota non è un percorso semplice e né tantomeno veloce. La determinazione, la convinzione e soprattutto la motivazione sono il motore che portano uno dei coniugi o ambedue (nel caso si possa richiedere il processo breve) ad affrontare e superare le difficoltà burocratiche e, spesso, le condizioni psicologiche.
Iter del processo ordinario
È il processo che richiede più tempo, un anno, quindi più pesante sotto l’aspetto psicologico. Il primo passo è presentare il libello ovvero la richiesta di annullamento al tribunale ecclesiastico. In ogni Regione è presente un tribunale ecclesiastico quindi facilmente reperibile online o consultandosi con il proprio legale.
Una volta presentato il libello il tribunale lo analizza ed inizia a raccogliere tutti gli elementi e le motivazioni della causa di richiesta di annullamento e successivamente convoca i coniugi. Un consiglio per la preparazione del libello è quello di affidarsi al proprio legale, meglio ancora se avvocato divorzista che, ferrato in materia, sa come muoversi in tale situazione. A questo punto solo se il tribunale ecclesiastico ritiene valida la domanda, sentiti i coniugi, ed espletate le indagini necessarie, procederà con la dichiarazione di nullità del matrimonio.
Iter del processo breve
Nel processo breve, sicuramente meno pesante per durata e per pressione psicologica, ci si deve rivolgere non al tribunale ecclesiastico ma al vescovo diocesano. I coniugi devono quindi recarsi nella Diocesi della loro provincia prendendo appuntamento con il referente.
I coniugi, aiutati e supportati dal referente diocesano, formulano il libello ovvero la richiesta di annullamento esponendo le proprie motivazioni, raccontando gli eventi e cercando di dimostrare con testimonianze e prove la veridicità delle motivazioni per le quali richiedono l’annullamento.
Il libello, completo di dati, fatti, eventi, testimonianze e prove viene fatto pervenire al vescovo il quale, se ritiene che sussistano tutti i requisiti per procedere con il processo breve, firma il decreto di ammissione e nomina tre figure: il Giudice Istruttore, il Notaio ed il Difensore del Vincolo.
Si passa quindi alla fase conclusiva in cui il Giudice Istruttore chiama in udienza le parti ed ascolta ambedue le versioni; successivamente ne pubblica gli atti per permettere al Difensore del Vincolo di prenderne visione. L’ultimo atto vede l’intero fascicolo tornare nelle mani del Vescovo il quale decreterà la sentenza definitiva di annullamento.
Prima della riforma di Papa Bergoglio questo iter era ben più lungo, durava circa tre mesi, perché le sentenze dovevano essere due. Oggi il procedimento si risolve con una sola sentenza ed un massimo di 30 giorni di durata dopo i quali i due, ormai ex coniugi possono, se lo desiderano, risposarsi in Chiesa come se fosse la prima volta.
Annullamento dalla Sacra Rota dopo il divorzio
Anche dopo il divorzio è possibile chiedere l’annullamento del matrimonio ma solo se il matrimonio aveva tutte le caratteristiche e condizioni per essere annullato dalla Sacra Rota. Sia chiaro però che i benefici ottenuti con il divorzio cessano se il matrimonio viene annullato dalla Sacra Rota; per benefici si intende principalmente l’assegno di mantenimento e l’assegnazione della casa familiare ad uno o all’altro coniuge.
In particolare l’assegno di mantenimento non dovrà più essere corrisposto e la casa, se ad esempio fosse di proprietà del marito, tornerebbe nella sua piena disponibilità; quindi, se al tempo del divorzio, il giudice per un qualunque motivo avesse attribuito l’uso, di quella che era la dimora familiare, alla moglie, questo provvedimento decadrebbe immediatamente.
Attenzione però, c’è pur sempre un’eccezione: poniamo il caso che la sentenza di divorzio sia già passata in giudicato. Richiediamo l’annullamento rotale e troviamo una sorpresa: se la sentenza di divorzio è già passata in giudicato i provvedimenti ottenuti non decadono perché, grazie al passaggio in giudicato, l’annullamento dalla Sacra Rota non ha effetti civili; quindi l’assegno di mantenimento dovrà continuare ad essere corrisposto e la casa in uso da parte di uno dei coniugi rimarrà al coniuge assegnatario.
Una sentenza di divorzio passa in giudicato dopo circa 6 mesi tempo in cui ci sarà anche la trascrizione sui registri comunali: si hanno quindi sei mesi circa di tempo per richiedere, prima del passaggio in giudicato della sentenza di divorzio, l’annullamento rotale ed evitare di dover continuare a versare l’assegno di mantenimento al/alla proprio/a ex coniuge.
Nel caso in cui invece avvenga prima l’annullamento del matrimonio religioso questo porta anche all’annullamento del matrimonio civile. Questo secondo tuttavia , in seguito a quello rotale, non è così veloce né automatico. È necessario infatti che venga istituito un provvedimento chiamato delibazione con il quale il giudice convalida la sentenza ecclesiastica ponendo, a tutti gli effetti, la parola fine al matrimonio celebrato anni prima.
Annullamento dalla Sacra Rota e figli
I figli non sono un ostacolo per la richiesta di annullamento di matrimonio alla Sacra Rota. L’annullamento rotale, figli o non figli, si può ottenere sempre e comunque ma solo a fronte delle motivazioni elencate in questo articolo. Ovviamente il tribunale ecclesiastico o il vescovo terranno in degna considerazione la presenza di eventuale prole.
Fondamentale è tenere sempre presente che se la Chiesa annulla il matrimonio rimangono intatti i diritti dei figli quindi l’eventuale assegno di mantenimento in favore della prole deciso dal giudice in sede di separazione e/o divorzio sarà intoccabile e gli stessi continueranno a beneficiarne fino ad eventuale successiva decisione del giudice, una volta diventati maggiorenni o autosufficienti.
Costi dell’annullamento rotale
L’annullamento rotale non è gratuito. Ci si può avvalere del gratuito patrocinio se si versa in condizioni economiche precarie ma ciò deve essere dimostrato attraverso documenti quali ad esempio l’ISEE o la Dichiarazione dei Redditi. Qualora i coniugi potessero affrontare la spesa ecco i costi che devono sostenere:
- 525 euro circa di tassa alla Sacra Rota;
- L’onorario dell’avvocato rotale è compreso tra 1.575 euro e un massimo di 2.995 euro a cui bisogna aggiungere IVA e la Cassa di Previdenza Forense.
Si evince quindi che per ottenere l’annullamento dalla Sacra Rota si va incontro ad una spesa non indifferente che va da euro 2.500 a euro 4.000. A cui si devono aggiungere i costi del proprio legale qualora lo si interpellasse anche per la stesura del libello ed altre consulenze varie.
Il segreto per contenere i costi è sicuramente quello di accordarsi e rivolgersi allo stesso avvocato: in questo caso i coniugi avrebbero il costo di un solo legale da dividere peraltro in due. Essere d’accordo almeno sul fatto di avere un unico avvocato può essere una scelta intelligente e di buon senso tenuto conto che la decisione di sciogliere il vincolo del matrimonio e il sacramento è già di per sé una decisione difficile e pesante da affrontare.